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La TV stupra la morte - di Gabriele Via Si può raggiungere Lampedusa in diverse maniere e da vari punti del mondo; spericolati o nel protocollo di un programma: si può. Noi, che ci allegrammo poi che tosto tornò subito il pianto sulle ascose vicende di Ulisse, possiamo giungervi ora con la memoria, con immaginazione molta o per la carne viva: e approdare veramente alla petrosa gemma, che piccola e grande insieme ci appare incantata nella meraviglia salina del mostruoso mare nostro. Bla, bla, bla. Blu, blu, blu. Ora che la legge d’amore di Virgilio semplicemente qui non vige più. Ma per venire subito al dunque bisogna riconoscere senza falsi moralismi che siamo in pieno regime di libero mercato. Che ce frega del sole? Che ce frega del mare? Mari mossi, molto mossi venti rinforzati da sud. Diverse compagnie aeree oggi vi ci potranno fare atterrare, con imponenti motori a reazione Rolls Royce. Ma si può anche raggiungere la perla del mediterraneo via mare diversamente: traghetto in otto ore; in aliscafo ore quattro. Potrete poi chiedere un passaggio -siete in vena di documentari?- a un peschereccio, accordarvi e fare lesperienza di una notte di pesca in alto mare, e portarvi a casa una simpatica ricetta. “E tu, Pasquale, da quanto tempo sei in mare?” Oppure si potrà raggiungere lisola anche con una mongolfiera; prezzi modici, su internet. Più inglese, più internet, più impresa. Prezzi modici anche in dirigibile; con un catamarano; un piroscafo; una rompighiaccio; un rimorchiatore; con un galeone, sulla Vespucci, su Mascalzone latino, o su un barcone di disperati che provengono dalle coste africane. Nessuno vi impedirà di naufragare: abbiamo anche una specifica legge, e con buona probabilità a un certo punto del viaggio in qualche modo morirete. Se siete fortunati morirete in diretta: come ne “La decima vittima” di Petri. In tutti questi modi, all’incirca -non stiamo a cercare il pelo nell’uovo- si può arrivare a Lampedusa; oppure ci si può arrivare in televisione ed è questo che più sappiamo è questo che più amiamo: che ognuno di noi fa sentire italiano. Più ancora se colà intercettiamo un nostro basista scamiciato e collegato con il nostro monitor domestico, o quello del bar di Gino: questi per l’appunto là ci saprà rendere televisivo ogni volto, ogni particolare, ogni panoramica, ogni circostanza. Lo chiamiamo inviato- dice spesso: dietro di me in questo momento potete vedere. Un tempo divinità e Re inviavano angeli, profeti; poeti e ambasciatori. Ora le emittenti del libero mercato (mercanti di pubblicità che trafficano in notizie di contrabbando e ormoni da intrattenimento) inviano i loro cronisti, gli inviati. Profeti del neorealismo del re… Perché oggi il Re dice al bambino: tu sei vestito! E tutti sono contenti: si sentono finalmente liberi. Essi giungono, democraticamente, distaccati, tassonomici, analitici, performanti, esperti, disincantati e disincarnati. Sulla carta, per il diritto di cronaca perché la gente deve sapere sulla carta e normalizzano alla misura del termometro domestico della società dei consumi e dei sondaggi… Loro raccontano in base ad un’idea; noi ascoltiamo in base ad un’idea. Solo che è un’idea cretina, che rende cretino il mondo. Cretino nascere, cretino morire. Il viaggiatore un tempo era turbato dagli incontri ora il mondo (come una tigre da circo) scatta allo schiocco di frusta delle telecamere delle News… Il mondo è un occhio con scritto cretino chi legge. Anche i morti di Lampedusa sono morti cretini, sono creta rotta nel sale sangue che non canta ma vengono trattati freschi freschi come pesce di altura che entra nella catena del freddo: e nutrirà neonati del Nebraska; mucche di Solignano; adolescenti in tenda al campo solare; una badante polacca; un terzino di serie C; il direttore di un orfanatrofio bulgaro; e la cugina della regina d’Inghilterra. Tutti ugualmente cretini, come baccalà. Tutti già morti senza il segno di Giona. “Mi occorrono mille morti er sedere al tavolo della pace!” ordina il Re travicello, piovuto ai ranocchi. “E vatteli a pescare al mare! Che te lo dico a fare!” Risponderà un consigliere, mentre si gratta lo scroto da sopra il tessuto dei suoi pantaloni blu. Bla, bla, bla. Blu, blu, blu. Ora che la legge d’amore di Virgilio semplicemente qui non vige più. Tre volte ci ha fatto girare la barca: fiducia, sentenza, tradimento… Alla quarta una farfalla nel golfo batte un sol colpo dell’ali e a Roma viene un’idea micidiale che si mangia pietà, cinismo e polemiche vive. Tre volte ci ha fatto girare la barca: mescolando questo Todo Modo in un mar di Moro. Sì: si può raggiungere Lampedusa con Sergio Atzeni, Majorana, o Mauro de Mauro. In vari modi: metaforici, sprezzanti, analogici, sobri, storico-geografici, propagandistici, elettorali, speculativi, statistici, patafisici, religiosi, o come di pellegrinaggio… Si può. Ma, noi, ci siamo sempre andati sempre e solamente in televisione: infin che l’altro mondo sopra noi fu ben richiuso, a prova di elezioni. Da Lampedusa è tutto i morti sono vivi, i vivi sono morti. vi ripassiamo la linea. E metti sul primo che c’è il gran premio, cazzo. Ansa del 7 ottobre: Juve e Napoli sulla scia della Roma. Battuti il Milan e il Livorno, a-2 dai giallorossi. E un po’ di rispetto che c’è gente che sta morendo, di qua, di là, di giù, di su. ©Gabriele Via 7 ottobre 2013
Posted on: Sat, 19 Oct 2013 15:44:33 +0000

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