La controriforma infinita che azzoppa la sanità regionale Da un - TopicsExpress



          

La controriforma infinita che azzoppa la sanità regionale Da un decennio in Fvg cambiano le maggioranze ma la svolta strutturale non arriva mai. Si procede per abrogazioni e annunci. E il settore più caldo rischia tagli pesantiPiù che riforme, controriforme. Interventi sulla cornice, non sul quadro. Strategie di raggio corto: la sanità di Riccardo Illy non piace a Renzo Tondo, quella di Tondo non piace a Debora Serracchiani. E allora si abroga, subito. Annunciando un «cambiamento» che non arriva mai. Dopo lo studio bocconiano di Illy e il Libro verde di Vladimir Kosic, il centrosinistra ora al governo si affida alla Consulta regionale. Ma da dieci anni, nel sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, rimane quasi tutto sulla carta. E adesso il settore, per la prima volta, deve sopportare la riduzione delle risorse. Le abrogazioni. Dieci anni di buone intenzioni e, soprattutto, rapide cancellazioni. Tondo, nel 2008, incenerisce in un colpo solo Centro servizi condivisi, Agenzia regionale della sanità e reddito di cittadinanza. Serracchiani, cinque anni dopo, spazza via la riforma del predecessore. Una riforma, peraltro, in fase di decollo nel 2014. Perché quando si tocca la sanità c’è sempre qualcosa che forza il rinvio: la politica e l’orticello da tutelare, i comitati, il sindacato, gli addetti ai lavori. Dalla riforma Fasola (1995, siamo quasi al ventennio) è stato un gioco al rimando. I proclami. Nelle ultime due legislature si sono inseguiti i proclami: ascolteremo i bisogni dei cittadini; più territorio, meno ospedali; basta con i doppioni. Il risultato è che non si è riusciti nemmeno ad accorpare i punti nascita sotto soglia: la legge nazionale prevede un minimo di 1.000 parti all’anno, in Fvg sopravvivono reparti che non arrivano 500. I tagli. «Nessuno è esente da responsabilità», afferma Franco Belci, segretario regionale della Cgil. Fatto sta che adesso che le risorse sono in picchiata e si deve intervenire pure nel socio-sanitario (80-100 milioni in meno rispetto al 2013), non rimane che prendere atto. E auspicare, dice Belci, «che non si tratti di tagli a priori, ma che si possa lavorare su possibili risparmi, decidendo assieme dove pescarli». Il limite della politica. Emergenza del presente, ma ieri? «Il sindacato ha sempre fatto le sue proposte tanto più che, in sanità, tutela sia i lavoratori che gli utenti. Quello a cui abbiamo assistito, in risposta, è stato un limite di impostazione: la politica - afferma Belci - si è sempre misurata sulle architetture istituzionali, dando per scontato che i risparmi si producessero solo su quel fronte. Al contrario, prima che sui numeri delle aziende, si dovrebbe lavorare su atti di programmazione e linee di gestione. Le leggi vengono dopo». Era Illy. Nel febbraio 2003, presentando il programma elettorale, Illy dichiara a L’Unità: «Fummo la prima regione ad approvare la riforma sanitaria nel 1995. Siamo diventati l’ultima nell’attuarla: è stata abbandonata a metà. La si dovrà aggiornare». Ma, poco prima di chiudere la sua esperienza in Regione, il governatore non riesce a fare approvare la riduzione delle Ass da 6 a 3. Per convincere il Consiglio commissiona pure uno studio alla Bocconi: “Stato dell’arte e prospettive del Ssr Fvg”, 73 pagine che suggeriscono la semplificazione degli enti in un’ottica di area vasta. Niente da fare: il progetto si arena. Le parole di Tondo. In piena campagna elettorale, novembre 2007, Tondo va all’attacco: «Il taglio delle aziende è l’ennesima mistificazione della giunta Illy, così facendo si rischia di destabilizzare il sistema senza produrre risultati». Il 12 aprile il carnico aggiunge: «La sanità isontina non si tocca. Se diventerò presidente della Regione, non ci sarà fusione tra le aziende. L’operazione porterebbe a un finto risparmio». Mancata semplificazione. A fine mandato quello stesso Tondo consegna agli elettori la riforma che dimezza le territoriali. Vladimir Kosic se n’era andato un anno prima, ma difende ancora oggi l’ultimo atto del “suo” presidente, quello poi abrogato dalla giunta Serracchiani: «In Fvg abbiamo un’azienda sanitaria ogni 112mila persone, la media nazionale è di una ogni 200mila. La mancata semplificazione del Ssr ha portato a un’ingovernabilità che non consente di sostenere né i vecchi né i nuovi bisogni». Una politica senza coraggio? «Una politica – rileva Kosic – che in questi anni non ha mai valorizzato il fatto che la sanità ce la paghiamo da soli. Ma anche una politica che, dal 2003 al 2008, specie in assestamento di bilancio, ha attaccato nuovi vagoni alla locomotiva, accumulando spesa crescente su beni, servizi e personale. Al contrario, dal 2009 al 2011, non arrivò nemmeno un centesimo più di quanto programmato». Concertazione. «Non se ne può più – sbotta Giovanni Fania, segretario regionale della Cisl ricordando quelle tappe –: il sistema politico italiano, perfino su un tema di interesse generale come questo, vede l’uno contro l’altra armate coalizioni nemiche che, tra riforme e controriforme, contribuiscono allo stallo». Serracchiani sta facendo lo stesso? «È sbagliato intervenire gettando al macero quanto c’era prima. Sarebbe più virtuoso correggere le criticità. Mi aspetto almeno che, in vista della Finanziaria, la concertazione, come da protocollo firmato dalle parti, sia reale». «Giusto evidenziare – aggiunge il responsabile sanità della Cgil Fp Alessandro Baldassi, sottolineando proprio il valore della concertazione garantita dalla giunta – che Tondo ha cancellato organismi, Csc e Agenzia, e provvedimenti, il reddito di base, che funzionavano, mentre Serracchiani ha stoppato una riforma di ben poco spessore». Veleno. Serracchiani, non è una sorpresa, entra peraltro nel mirino di Gianfranco Moretton, ex capogruppo del Pd: «Sorprende che sia ripartita da zero dopo che, alla fine della scorsa legislatura, la direzione democratica, lei presente, approvò una proposta di riforma del gruppo consiliare. Il rischio è che per l’ennesima volta, vista anche l’impostazione dei tagli lineari voluta da questa giunta, la sanità regionale resti al palo».
Posted on: Tue, 05 Nov 2013 21:46:28 +0000

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