La risposta dei magistrati al Colle: “Lasciati soli” LA - TopicsExpress



          

La risposta dei magistrati al Colle: “Lasciati soli” LA DENUNCIA DI ALESSANDRA GALLI, PRESIDENTE D’APPELLO NEL PROCESSO MEDIASET. VENERDÌ NAPOLITANO AVEVA PARLATO DI “CONFLITTO POLITICA-GIUDICI” di Antonella Mascali L’ultima strigliata alle toghe del presidente Giorgio Napolitano ha provocato la fine dell’idillio con l’Associazione nazionale magistrati, che aveva voluto ingoiare in silenzio il rospo del ricevimento al Quirinale di una delegazione del Pdl, all’indomani della marcia sul Tribunale di Milano. Ieri il consiglio direttivo all’unanimità (un solo astenuto) ha approvato un documento in cui si chiede rispetto per i magistrati e si ribadisce che non hanno condotto una battaglia contro la politica. Durante il dibattito la dura risposta al Capo dello Stato di Alessandra Galli, presidente del collegio d’appello del processo Mediaset-Berlusconi: “C’hanno lasciati soli. Ci vogliono imbavagliati”. Secondo Galli, non si dice invece “cosa debbano fare gli altri” che si contrappongono ai “principi di diritto”. VENERDÌ SCORSO Napolitano si era lamentato per “il perdurante conflitto magistratura-politica” e, invocando la riforma della giustizia, aveva esortato le toghe ad avere atteggiamenti “meno difensivi e più propositivi”. Le critiche sono arrivate due giorni dopo il videomessaggio di Silvio Berlusconi che aveva parlato di “via giudiziaria al socialismo”. “Chiediamo rispetto, a tutela dello Stato di diritto, per il ruolo e la collocazione della magistratura - si legge nel documento dell’Anm - La magistratura, nell’adempimento dei propri compiti istituzionali, non è, e non può essere impegnata in alcuna contrapposizione”. Quanto all’appello di Napolitano a essere “sobri”, “equilibrati”, “assolutamente imparziali” e con il senso del “limite”, l’Associazione risponde, nella sostanza, che di fronte alle calunnie berlusconiane è stata fin troppo sobria: “L’Anm ha sempre reagito con forte senso di responsabilità, senza spunti polemici e sovraesposizioni personali, alla campagna organizzata di delegittimazione che colpisce la magistratura nel suo complesso e i magistrati impegnati nella trattazione di delicati processi, evocando una contrapposizione inaccettabile rispetto all’esercizio della giurisdizione”. A proposito della supposta linea “difensiva” rispetto alle riforme della giustizia, ribatte: “L’Associazione ha sempre contribuito alla discussione sulle riforme con proposte e iniziative destinate a realizzare i principi costituzionali sulla giustizia e i magistrati hanno collaborato attivamente all’attuazione delle riforme già varate, con spirito di servizio e senso del dovere...”. Il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli rileva i danni delle larghe intese con il condannato Berlusconi protagonista: “La situazione contingente continua a condizionare le riforme, dopo i danni prodotti dalla stagione delle leggi ad personam”. La giudice Galli ha denunciato la solitudine delle toghe denigrate. Lei stessa è stata dileggiata per la sua storia personale: è figlia di Guido Galli, il magistrato ucciso nel 1980 a Milano da Prima Linea. “Non riesco ad accettare la costante denigrazione del lavoro di mio padre e ora mio”, aveva detto nel 2010 al Quirinale durante la giornata della Memoria. Gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, nei mesi scorsi si sono spinti a scrivere nella richiesta di trasferimento del processo a Brescia (bocciata dalla Cassazione) che “i tragici fatti personali certamente inficiano la serenità di giudizio” di chi ha “pesantemente criticato l’operato di Berlusconi”. GALLI rivendica: “La magistratura ha tenuto un profilo del tutto corretto e anche fenomeni di sovraesposizione mediatica, che possono esserci stati, sono diminuiti. Ma non si può chiedere il silenzio assoluto. Di fronte ad attacchi che non trovano risposte in nessuna sede, si impone la necessità di spiegare. Bisogna rompere questo circolo vizioso. C’è chi manifesta le critiche prima che vengano depositate le sentenze e nel frattempo noi dobbiamo tacere e vedere descritta una situazione completamente diversa dalla realtà”. Poi, senza citarlo, risponde al capo dello Stato: “Ci chiedono di imbavagliarci, c’è una lesione forte del nostro diritto. Ci invitano a essere costruttivi per la pacificazione e non si dice invece cosa debbano fare gli altri che adottano comportamenti fuori dai principi di diritto”.
Posted on: Sun, 22 Sep 2013 06:38:38 +0000

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