L’assessore De Luca e l’improbabile antifamilismo nel PD A - TopicsExpress



          

L’assessore De Luca e l’improbabile antifamilismo nel PD A smuovere le acque, in città, non sono solo eccezionali fenomeni meteo ma anche ordinari fenomeni politici. Chissà, per esempio, se è destinata a suscitare un po’ di dibattito l’interessante pagina-intervista che Il Sannio Quotidiano ha dedicato, domenica, all’attuale assessore alle Attività produttive industria commercio, artigianato e agricoltura, statuto e regolamenti e Ufficio Relazioni con il Pubblico – Nicola Danilo De Luca. Ascoltato non tanto, o non solo, nella sua qualità di amministratore della cosa pubblica, ma anche come esponente del partito-egemone nelle istituzioni locali, il Pd. Il calendario parla di congressi di partito in avvicinamento e di appuntamenti elettorali verso i quali cominciare a posizionarsi, quindi il contatto diretto con le idee dei protagonisti della politica locale come cinghia di trasmissione delle stesse al lettore (anche elettore) è un buon proposito. E infatti, qua e là spuntano elementi di interesse comune, appunto meritevoli di essere affrontati, discussi, magari pure commentati. 1) C’è per esempio un passaggio sulle aspirazioni personali, di collocazione sullo scenario campano o locale (candidatura a sindaco, peraltro) per il quale De Luca propone autorevolmente la sua figura subordinando, però, e correttamente lo fa risaltare, l’eventualità al giogo delle indispensabili Primarie. 2) C’è, ancora, un passaggio nel quale la componente “ex diessina” viene vista, sempre dall’assessore, come un freno a una reale necessità di rinnovamento di cui il Pd avrebbe bisogno come dell’ossigeno gli asmatici. 3) E soprattutto c’è un passaggio che fa finalmente e con chiarezza luce su un complessivo “tappo familistico” da far saltare, in casa Pd, quando il giornalista, chiedendo al suo interlocutore lumi sulle elezioni regionali del 2015, ricorda i nomi di Francesco Nardone e Giulia Abbate che a esse hanno concorso da candidati nell’ultima chiamata alle urne nel 2010. Proprio l’imminenza di congressi e elezioni, nonché le fibrillazioni interne al suo partito, distraggono De Luca dal comunicare, al lettore-elettore, alcuni elementi utili a una maggiore comprensione sullo stato delle cose, qui a Benevento. 1) De Luca pare ignorare che le Primarie per scegliere i candidati a qualcosa in questa città sono un elemento contro natura: perché si risolverebbero in una sorta di elezione anticipata, scacchiere sul quale muovere la capacità personale di intercettare voti, possibilmente uno più di ogni antagonista. Come accaduto, appunto, con le scorse elezioni comunali: dove i più votati sapevano, in anticipo – è da supporre – , che avrebbero concorso al posto di assessore. Così è stato. E, De Luca, sempre a proposito di Primarie e di voti da intercettare, lascia scivolare di lato la sua familiarità con l’unico, attuale deputato del Pd sannita, al quale viene unanimemente riconosciuta appunto capacità attrattiva in termini numerici, oltre che il ruolo-guida nel partito sia pure per interposto segretario. 2) Se è vero che gli ex diessini attuali sono eredi invero molto annacquati di una tradizione partitica che ha comunque fatto la Storia del Paese, la si condivida o meno, è altrettanto vero che – su un piano più alto e quindi già superando le diatribe locali – a tale componente ex diessina, nelle scorse Primarie per la scelta del candidato Premier, si sia fatto clamorosamente riferimento. Infatti, solo un quinto del partito, nell’intera provincia, ed appena il 16,5% nella città di Benevento, si è espresso a favore del candidato alternativo a Bersani. Allora, novembre 2012, il freno a mano non era tirato affatto. 3) Infine, il coraggioso invito all’utilizzo del tirabusciò, che parte dall’assoluzione della propria posizione di contiguità familiare con Umberto Del Basso De Caro per via del costante impegno politico a prescindere mostrato nel corso degli anni, sfortunatamente si nutre di alcune omissioni. Non sopravvenute all’intervistatore e all’intervistato. Perché il ‘tappo familistico’ da far saltare, da parte di De Luca, non crediamo possa ignorare le presenze non proprio defilate nel suo partito di altri figli d’arte politica. A partire dal suo segretario Erasmo Mortaruolo, per proseguire con il presidente di due società partecipate Francesca e con il consigliere comunale Segio Tanga, per finire con chi addirittura lavora gomito a gomito con De Luca nell’esecutivo cittadino e che ha dimenticato di menzionare, i colleghi assessori Luigi Scarinzi e Raffaele Del Vecchio. La pagina-intervista a De Luca è caduta il 14 luglio, festa nazionale della Francia legata a storici avvenimenti e che ricorda in sostanza l’inizio della Repubblica e la fine della Monarchia assoluta – evocando come in un casuale ma adatto paradosso quanto questo non sia vero per il suo partito, storicamente fermo . E cade anche nel giorno del classico editoriale domenicale del fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, non troppo condivisibile nei contenuti ma certo significativo nel titolo anche in salsa beneventana: “La grande confusione del Partito Democratico”.
Posted on: Tue, 27 Aug 2013 14:13:51 +0000

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