Nei nostri interventi in aula abbiamo citato (e mi spiace che non - TopicsExpress



          

Nei nostri interventi in aula abbiamo citato (e mi spiace che non si possa lasciare agli atti della Camera una completa bibliografia) studi scientifici selezionati da noi e da associazioni scientifiche fra cui International Doctors for Environment (ISDE). Non mi sembra si possa inserire il parere di Legambiente o i documenti di ARPA locali fra le fonti scientifiche. Abbiamo citato i dati ventennali dell’ente di protezione ambientale americano (E.P.A.) che mostrano come sia stato impossibile ridurre le emissioni di diossine e altri interferenti endocrini per i cementifici che utilizzino i rifiuti, a differenza dei cementifici tradizionali. L’EPA documenta un minimo di 0.2 ng di diossine per Nm3 nei cementifici a CSS, a differenza dei 0.1 ng previsti dalla normativa UE. Abbiamo citato studi della Commissione Europea e di Bellanger in merito alla tossicità del mercurio e alla diffusa sovraesposizione infantile, dati sull’aumento delle diossine in ambienti domestici limitrofi a cementifici-inceneritori (Deziel et al, Science of the Total Environment 2012;433:516–522) e sull’aumentato rischio di linfomi non-Hodgkin (patologia già in precedenza messa in relazione all’inquinamento da diossine) nei residenti entro 3 km da cementifici-inceneritori (Roberts et al, Environ Health Perspect 2013). Questi studi sono molto recenti e non valutati nella breve analisi di Commissione Ambiente del febbraio scorso. Erba che cresce nel cemento Anche andando indietro nel tempo importanti studi (Chen CM. The emission inventory of PCDD/PCDF in Taiwan. Chemosphere 2004;54:1413-20. Hu J, Zheng M, Liu W, Li C, Nie Z, Liu G et al. Characterization of polychlorinated naphthalenes in stack gas emissions from waste incinerators. Environmentalscience and pollution research international 2012. Chyang CS, Han YL, Wu LW, Wan HP, Lee HT and Chang YH. An investigation on pollutant emissions from co-firing of RDF and coal. Waste Manag. 2010;30:1334-40 e il già citato Genon G and Brizio E. Perspectives and limits for cement kilns as a destination for RDF. Waste Manag. 2008;28:2375-85) mostrano quanto sopra riportato in merito all’incremento emissivo di diossine e altri interferenti endocrini, metalli pesanti, ossidi di azoto. Per gli ossidi di azoto, in particolare, è ben noto il diverso limite emissivo fra inceneritori (200 mg/Nm3) e cementifici (500 in nuovi impianti, 800 negli impianti già esistenti). Questi sono dati normativi, appannaggio pieno del ruolo dell’On. Borghi. Per quanto riguarda la CO2 è ben noto che i cementifici emettono oltre 20 milioni di tonnellate di CO2 in Italia. La sostituzione dei combustibili fossili con i rifiuti potrà costituire un incentivo produttivo, e quindi emissivo, in relazione alla maggiore produttività dei cementifici. Rimandiamo alla nostra lettera precedente per un’analisi più compiuta di questo aspetto. Per gli interferenti endocrini stiamo appunto aspettando il recepimento di chiare direttive europee, finora possiamo e dobbiamo limitare le emissioni. In Italia circa 15 anni fa si è intrapresa la strada della combustione dei rifiuti negli inceneritori mentre altre nazioni hanno spinto per la combustione dei rifiuti nei cementifici. Ad oggi siamo il terzo paese europeo per combustione di rifiuti, con oltre 50 inceneritori. Con la bocciatura della nostra mozione c’è il rischio che si accendano altri 59 camini nei cementifici…vincendo abbondantemente i campionati europei della combustione di rifiuti. Eppure la gerarchia europea dei rifiuti, condivisa dall’Italia, mette al primo posto il recupero di materia e non certo la combustione. Alla faccia della strategia rifiuti zero… manifestazione Greenpeace per riciclaggio Inoltre, come avviene nel caso di Taranto, i cementifici possono essere inseriti in aree già pesantemente compromesse sul versante ambientale, e in molti casi i cementifici sono inseriti in contesti urbani. Ne è testimonianza l’intervento di dichiarazione di voto in dissenso dal gruppo dell’On. Carella Renzo del PD (lo stesso gruppo dell’On. Borghi), che ha fatto riferimento alla realtà di Colleferro (RM). Speriamo che gli imprenditori che hanno telefonato ai parlamentari (vedi intervento dell’On. Zan di SEL) abbiano assistito alla discussione; la riqualificazione energetica degli edifici, voluta da tutto l’arco parlamentare, deve essere la via sostenibile di fare impresa nel settore edile e non una nuova stagione di cementificazione selvaggia…. La filiera dei rifiuti in Italia, fra urbani e speciali, costa oltre 30 miliardi di euro, senza contare gli illeciti connessi e i danni sanitari. É necessario spingere sul recupero della materia a fini economici e ambientali; la filiera virtuosa dei rifiuti li trasforma in risorse e offre opportunità occupazionali 5 volte superiori all’attuale sistema. Erba nel cemento Per ottimizzare la filiera dei rifiuti sono necessarie norme chiare e precise e un coinvolgimento di cittadini e imprese. Questi fattori faranno accettare anche sistemi inizialmente indaginosi come la raccolta differenziata porta a porta e i sistemi di tracciabilità, nell’ottica di città più pulite, meno inquinate e di una riduzione della spesa per le persone e gli enti, e di un’occupazione 5 volte superiore a quella garantita dai sistemi in uso.
Posted on: Wed, 30 Oct 2013 18:03:29 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015