Pasolini era un mostro con la maschera di Massimo Ranieri che - TopicsExpress



          

Pasolini era un mostro con la maschera di Massimo Ranieri che tastava il cazzo ai ragazzini all’idroscalo di Ostia per sopperire al fatto che i suoi unici interessi (Marx e Gesù) facevano cadere le palle a qualsiasi persona sana. E Pasolini era come Morandi (Giorgio): tutto quello che toccava, lo sporcava di merda. La sua produzione letteraria nemmeno la considero, cioè, un frocio che piagne pe’ Gramsci, ma i film fanno tutti cagare, e se dite di no non sapete un cazzo di Pasolini, né del cazzo di Pasolini, o vi fate influenzare dai film su Pasolini, tipo quello con Lello Arena. Ma tanto non ci credete. V – Nitrisco (non ordisco). Questi sono i principali film di Pasolini, recensiti con un breve nitrito di disgusto, che mica vi prendo per il culo, io. Accattone (1961): amo voi ultimi così tanto che vi metto sotto Bach mentre scrivo il mio trattato di di entomologia sociale. Mamma Roma (1962): non tentare, o proletario (oppure mignotta), di divenir borghese. La Ricotta (1963): o perché di Orson Welles si salvano solo Quarto Potere e L’infernale Quinlan. Comizi d’amore (1964): volevo soltanto dimostrarvi che il sesso è bello e gioioso chiedendo a dei bambini di stuzzicarmi il frenulo con l’ugola, ma i loro padri incivili e retrogradi hanno provato a linciarmi. Aldo Busi Walk With Us! Il Vangelo secondo Matteo (1964): ma pensa te, Saviano colla parrucca muore per i miei peccati e io scrivo poesie in friulano. Uccellacci e uccellini (1966): volevo soltanto inimicarmi ulteriormente la Curva del Male tirando in mezzo il loro arcinemico Totò. Edipo Re (1967): non so che intendesse Sofocle, mamma, ma mi è venuto duro. Teorema (1968): uno si scopa un’intera famiglia, poi una vecchia mangia le ortiche e vola. Porcile (1968): uno scherzo ben riuscito. Ti sfido, signor critico, a guardarlo fino in fondo e poi scrivere che è un bel film. Medea (1969): anche se ho letto i classici ne ho ricavato solo terre brulle e merda e sì, mamma, continui ad essere la numero uno. Il Decameron (1971): le gioie del sesso sono il cazzo ed il culo di Ninetto Davoli, lo diceva anche Boccaccio. I racconti di Canterbury (1972): le gioie del sesso sono il cazzo ed il culo di Ninetto Davoli, lo diceva anche Chaucer. Il fiore delle Mille e una notte (1974): le gioie del sesso sono il cazzo ed il culo di Ninetto Davoli, lo diceva anche il sultano. Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975): “a me piace qui perché mangio il merdo”. VI – Vino in cartone per la Lega del Filo d’Oro. Stupidi bambini ciechi. Pasolini poteva prosperare solamente in Italia, un paese dove la cultura è monopolio di un’élite di incapaci sgomitanti, perfettamente rappresentati da quando accendi la tv alle 4 del mattino ed Enrico Ghezzi sta mandando in onda 20′ di inquadratura fissa di una sedia con la fotografia sgranata anni ’70, sebbene il film (?) sia del 2008, ma nel paese del regista del momento (l’Uzbekistan) è rimasto solo 1 km di pellicola del ’72 sottratta al regime destroide di colonnelli cattocomunisti col trip della tortura. È la profonda convinzione che se tratti un argomento noioso di cui a nessuno frega un cazzo sei un fior di intellettuale.
Posted on: Mon, 24 Jun 2013 17:18:27 +0000

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