Perchè agli americani non piace il calcio? E’ una domanda che - TopicsExpress



          

Perchè agli americani non piace il calcio? E’ una domanda che mi sono fatto più volte, con scarsi risultati. Durante una mia lunga permanenza in America m’è capitato solo una volta di vedere una partita di calcio in tv. E ho capito molte cose. Spiego. Era una specie di calcetto (sei contro sei, chissà perchè): rappresentativa femminile degli USA contro resto del mondo. Olè. Tanto per dire. Notai subito due cose. La prima era che i telecronisti tendevano a spiegare tutto, ma proprio tutto, come se parlassero ad un bambino di tre anni o, appunto, ad un americano medio per il quale il soccer è ancora una cosa incomprensibile. Le mie orecchie esperte, inorridendo, hanno sentito, per spiegare una semplice rimessa in gioco, frasi del tipo: «adesso, dato che la palla è finita oltre la linea, il giocatore può rimetterla in campo posizionando il pallone stesso sulla linea e calciandolo…» La seconda è che ciò più appassionava il pubblico erano gli shoot out ovvero quei rigori frolloccosi tirati partendo da tre quarti campo palla al piede, con 5 secondi per concludere. Ovvero la cosa più idiota inventata negli ultimi anni e applicata al calcio. Perchè allora agli americani il calcio proprio non va giù? Una possibile risposta rimane nel campo della cultura sportiva. Di una sorta di tradizionalismo cognitivo. Mettiamo per esempio in comparazione il footbal americano e il soccer. L’italiano medio che guarda il football americano non capisce. Non solo le regole, non capisce proprio la bellezza del gioco. L’americano medio che guarda una partita di calcio non capisce. Non solo le regole, ma proprio cosa ci sia di divertente. Nessuno dei due è capace di capire e apprezzare le differenze intrinseche tra i due sport di squadra. Che, a mio parere (ma qua siamo nel campo del libero cazzeggio) ineriscono ad alcuni concetti filosofici qui utilizzati unicamente per far rivoltar nella tomba e davanti agli schermi gli esperti del ramo. Ovvero. L’impressione iniziale è che il football americano sia uno sport praticato da ragazzoni ipernutriti senza cervello. Il che è vero ma è solo una parte della verità. Lo sport in sé, infatti, è tutt’altro che banale e stupido: è invece un bel miscuglio di strategia, forza fisica, talento e senso di squadra. Inoltre ha così tante pause che puoi agevolmente fare altro mentre lo guardi: è uno sport che non richiede una costante attenzione. Il football è, per così dire, di natura atomistica. Fatto cioè di singoli flash autoconcludentesi di puro show. Mischia, passaggio, lancio, preso? non preso?, fine. Tutto in pochi secondi e mille replay da microdettaglio. Il calcio invece, è di natura olistica, non apprezzabile appieno da una fruizione spezzetata. Richiede concentrazione e attenzione, si dipana nei tempi lunghi, in una certa lentezza. Il calcio richiede senso del tutto. Forse è per questo che in America il calcio, nonostante Usa 94 e lo sforzo dei quattro gatti che lo praticano (spesso immigrati e latinos), non riesce ad attecchire. O forse, uscendo dal cazzeggio, ci sono altri motivi. Via Leibniz, scopro un pezzo di Eric Weinberger intitolato Soccer sociology. L’autore in sintesi pensa che la difficoltà a capire il calcio sia un epifenomeno dell’incapacità (della difficoltà) dell’America a capire l’alterità. Può il calcio spiegare il mondo? O almeno quel pezzo di mondo dove il calcio è praticato, dove è importante fenomeno sociale? Si, ma l’America non ci riesce. Un segnale importante di ciò che lui chiama “great American isolation“. Allora capire il calcio ha la stessa importanza che capire l’appeal di Osama Bin Laden nelle Filippine. Così conclude Weinberger: «If we want to understand the world, we should probably try to understand soccer in the same way it’s suggested we try to understand Arabic, Islam, and other exotic plants. Understanding the appeal of David Beckham in Japan and now Madrid is perhaps like understanding the appeal of Osama bin Laden in Karachi or the Philippines. If that last sentence means nothing to you, you have some work to do.»
Posted on: Tue, 02 Jul 2013 22:10:34 +0000

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