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SALVIAMO LA NOSTRA STORIA _ SALVIAMO E TUTELIAMO IL PARCO ARCHEOLOGICO DEL BELVEDERE DI TARANTO - Mi piace e CONDIVIDI! Gli scavi archeologici in località Tamburi-Croce e la storia di un sito plurimillenario Gli scavi archeologici in corso in località Tamburi-Croce nell’ambito del saggio di archeologia preventiva connesso al progetto di realizzazione di un parcheggio stanno mettendo in luce evidenze archeologiche di straordinario interesse in un’area appunto quella della Croce, ovvero di quella che costituiva il litorale compreso fra Capo Rotondo (Scoglio del Tonno) sbancato pesantemente a partire dagli inizi del Novecento, il tratto di mare sotto il ponte di pietra ed il mar Piccolo, interessato fin dalla Preistoria da un intenso popolamento. Come è noto sia dalle fonti storiche che dalle campagne di scavo che si sono succedute per diversi decenni, l’insediamento neolitico è bene attestato nell’area della Città Vecchia, e documentato dall’estremità occidentale (scavi convento di san Domenico, Largo San Martino) a quella orientale (piazza Castello). In quest’epoca (circa 5.000 a.C.) un complesso di insediamenti gravitava intorno alla parte occidentale di Mare grande, con un accentrarsi di villaggi fra Capo Rondinella, Scoglio del Tonno e l’isola, ma anche l’area del bacino di Mare Piccolo doveva essere un sito privilegiato per l’insediamento. Nel corso dell’Età del Bronzo (2000 –1200 a.C.), infatti, si assiste in tutto il territorio tarantino ad una vera e propria esplosione demografica, come dimostrano ampiamente le tracce di capanne sparse nelle immediate vicinanze rocciose intorno al mare interno e soprattutto nell’area della Città Vecchia. Qui sono state scavate aree di insediamento in capanne che dimostrano una facies tipicamente indigena, che aveva contatti con il vicino emporio n miceneo di Scoglio del Tonno sbancato nel 1900 per realizzare la ferrovia ed il cavalcavia del rione Tamburi. Il modello doveva funzionare così: Il villaggio indigeno sulla città vecchia aveva nello Scoglio del Tonno il sito privilegiato di scambio con i micenei. Questo scambio non era solo puramente commerciale, ma aveva certamente avviato, come in altri importanti centri costieri del golfo di Taranto (Porto Perone, Torre Castelluccia), la trasformazione da villaggio in proto città. La fase iapigia ( 1200 – 706 a.C.) è meno documentata in città perché la fondazione della colonia greca nel 706 a.C. ne ha bloccato lo sviluppo e ne ha cancellato le tracce, come ci attestano anche le fonti storiche. Certamente essa era presente in Città Vecchia (San Domenico, San Martino, area del tempio dorico di Piazza Castello) e nel Borgo (deposito votivo di Borgo Nuovo, area ex Sant’Antonio, area Santa Lucia) Con la fondazione della apoikìa spartana il territorio sia cittadino che extraurbano subisce una notevole serie di trasformazioni. Non abbiamo notizie certe del sito del primissimo insediamento laconico, ma certamente dovette essere realizzata subito una piccola oikos nell’area del tempio dorico. Gli scavi effettuati nel 1992/93 hanno infatti confermato la presenza di un piccolo luogo di culto anteriore alla costruzione del tempio nel 580 circa a.C. I coloni comunque intorno a questa data avviarono una vera e propria pianificazione urbanistica procedendo in questa maniera:l’estremità occidentale della penisola compresa fra Mare grande e Mare Piccolo divenne l’acropoli, dove un tempio venne posto ad accogliere chi arrivava dal mare (il passaggio obbligato, ieri come oggi, è fra capo San Vito e le secche delle isole Cheradi) – tra l’altro il lato meridionale del tempio si trovava a strapiombo sul mare) e l’altro (sotto la chiesa di San Domenico)per chi arrivava da nord via il percorso che poi divenne la via Appia. Tutto l’affaccio su Mar Piccolo, come è noto, venne poi fortificato con delle mura in opera isodoma. Oltre l’istmo sabbioso che oggi è stato distrutto per realizzare il canale navigabile venne posta la polis. Con la fondazione della polis, tutta l’area interessata da terra ricadde nella chora,vale a dire in quell’area di terreno usata dai greci per l’agricoltura ed il pascolo. Chora era verosimilmente tutta l’area orientale intorno al secondo seno di Mare Piccolo (oltre le mura) e tutta la costa settentrionale. Si trattava di un territorio dai confini non netti, anzi quanto mai oscillanti, che comunque dovevano comprendere tutto il bacino di Mare Piccolo e le sue immediate adiacenze, sino al Monte Belvedere fra San Giorgio e Roccaforzata, Masseria Vicentino in territorio di Grottaglie, Pezza Petrosa in territorio Villa Castelli, le colline a nord,Lamastuola in comune di Crispiano, Massafra, Mottola, Palagianello,Castellaneta, Passo di Giacobbe nel comune di Ginosa e il corso del Bradano che segnava il limite con Metaponto. In età greca nel territorio vi era certamente un pullulare di piccole e medie fattorie (attestate dai rinvenimenti di piccole necropoli) ed anche di insediamenti di maggiori dimensioni e avamposti fortificati(phrouria). La carta del territorio arcaico coincidente con la chora sulla base degli studi del Lo Porto è stata ipoteticamente ricostruita dall’equipe de lprof. Burgers che ha lavorato molto sul sito della Mastuola. Questi insediamenti hanno un apice nei IV secolo a.C. per poi scomparire fra la fine del II e il I secolo a.C. I saggi in corso confermano ed anzi amplificano notevolmente i primi già interessanti risultati emersi nel corso di un precedente e limitato saggio condotto dagli archeologi delle coop. Nove Lune e Poli sviluppo (cinque tombe di diverse dimensioni, un profondo pozzo provvisto di pedarole scavato nella calcarenite, una vasca dalle pareti intonacate). Gli scavi attuali stanno interessando una parte ancora più ampia del pianoro ove insiste la masseria Ruggiero posta al di sopra della scarpata prospiciente la stazione ferroviaria, ad est della collina Croce,compresa fra via San Brunone, ad est e via Scarponara ad ovest, e la stessa scarpata ove dovrebbe sorgere un mega parcheggio. Allo stato degli scavi è già emersa un’ampia area di necropoli con una quarantina di tombe alcune delle quali con contro fossa scavate nel banco roccioso e un probabile setto murario di possibile pertinenza dell’annesso possibile abitato. Lungo la scarpata finora è emersa una grande cisterna collegata ad una serie di canalette. Noi siamo convinti che l’area deve essere investigata con attenzione e puntualità investendo tutto il pianoro soprattutto in direzione nord fra via Scarponara e la masseria Ruggiero al fine di avere l’esatta dimensione non solo dell’entità della necropoli ma anche del probabile annesso abitato. Le risorse a disposizione ci sono e, nel caso, l’amministrazione comunale può attingere anche dalle somme residuate dal ribasso in sede di assegnazione dell’appalto.Ciò che sta venendo fuori è di importanza assolutamente straordinaria .Nell’area finora manifestatasi in passato con segni di frequentazione dal Neolitico fino alla fase indigena pre laconica ora possiamo finalmente leggere il passaggio della colonia greca anche se non è ancora chiara la datazione dell’insediamento atteso che al momento dall’esame dell’area di necropoli investigata siamo al V/IV sec.a.C. Fu forse questo un abitato facente parte dell’immensa chora, il più vicino alla città antica ed utilizzato in funzione di phrouria? Fu un abitato, fra i primi ad essere colonizzato contestualmente all’area della città vecchia ove andava organizzandosi il primo grande insediamento e la struttura acro polare? Al di là delle risposte che verranno al termine della campagna di scavi da parte degli archeologi il sito rimane un sito di importanza straordinaria nella lettura della stratificazione determinatasi nel corso della nostra millenaria storia. Riteniamo che la valenza storica del sito, la sua splendida posizione a cavallo panoramico dei due mari,l’irripetibile opportunità di far uscire dal degrado profondo l’attuale area Tamburi-Croce giustifichi la nostra proposta di porre immediatamente mani aduna variante al programma originario con una scelta che consenta la coesistenza dell’infrastruttura parcheggio con il progetto di un parco archeologico, il parco del Belvedere, sul pianoro in questione.
Posted on: Thu, 25 Jul 2013 16:23:29 +0000

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