SISTRI - BASTA ACCANIMENTO TERAPEUTICO SULLE IMPRESE. VA - TopicsExpress



          

SISTRI - BASTA ACCANIMENTO TERAPEUTICO SULLE IMPRESE. VA CANCELLATO Lettera aperta del Presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato Ill.mi Signori Ministri, il prossimo 1 ottobre scatterà l’obbligatorietà del SISTRI, il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, per i gestori professionali di rifiuti pericolosi (e il 3 marzo 2014 per i produttori iniziali), nonostante il parere unanimemente sfavorevole di 31 Organizzazioni delle imprese. Premesso che condivido l’utilità di un sistema di tracciabilità che, da un lato, sia idoneo a rendere trasparente la gestione dei rifiuti e, dall’altro, sia fruibile alle imprese senza eccessivi sovraccarichi organizzativi, ritengo che si debba ormai prendere atto che il SISTRI non risponde a questi requisiti e vada quindi definitivamente cancellato. Nove provvedimenti normativi, sette rinvii dal luglio 2010 disposti da tre diversi Ministri, un Click Day test di Confindustria, a seguito di migliaia di segnalazioni di malfunzionamento da parte delle imprese, dall’esito fallimentare, sono essi stessi prova dell’inadeguatezza del sistema. Un’opportunità di semplificazione e trasparenza è diventata l’ennesima sciagura tecnico-burocratica sulle aziende (5.000 in Veneto, 70.000 in tutta Italia), con sovraccarichi organizzativi e aggravio di costi fino a decine di migliaia di euro. Abbiate la responsabilità e il coraggio di fermarvi. Mi spiego meglio con alcuni “fatti” oggettivi. Il Ministero dell’Ambiente ha avviato una consultazione delle Organizzazioni delle imprese in materia di SISTRI affidandone il coordinamento ad Edo Ronchi. Nel documento conclusivo, approvato all’unanimità, è formulata tutta una serie di proposte modificative e ribadita la necessità che, anche a fronte delle modifiche proposte, «il sistema, prima di partire, sia idoneamente sperimentato. […] Dopo la sperimentazione si apportano gli aggiustamenti necessari. Se del caso la sperimentazione sia ripetuta. […] Il nuovo sistema entri in funzione solo dopo essere stato collaudato». Appare quindi certificata l’inidoneità del SISTRI e la necessità di avviare un percorso nuovo nel quale siano più coinvolte le Organizzazioni delle imprese. La risposta governativa sta nel decreto legge 101 del 31 agosto 2013, che riduce in modo significativo il numero di imprese obbligate al SISTRI, differenzia i termini di obbligatorietà per gestori e produttori, avvia un percorso di sperimentazione in fase esecutiva, prevede un parziale alleggerimento del sistema sanzionatorio. Anche qui, vanno fatte alcune considerazioni: 1. il decreto legge presenta, come purtroppo quasi tutta la produzione normativa, molti punti oscuri e di dubbia applicazione. Il Ministero dell’Ambiente si era impegnato ad emanare una circolare di chiarimenti, che ad oggi, 25 settembre, non si è ancora vista. 2. procedere con la sperimentazione mentre il SISTRI è di fatto obbligatorio, significa usare le imprese come cavie, gravandole di costi e adempimenti per tentare aggiustamenti di un sistema irrimediabilmente inadeguato. 3. proprio in questi giorni è in corso la conversione in legge del Dl 101 e circola con insistenza l’ipotesi di proroga del termine del 1 ottobre (si parla del 1 gennaio 2014), con il risultato che il SISTRI sarebbe obbligatorio per migliaia di imprese dal 1 ottobre fino alla conversione del Dl (presumibilmente fine ottobre) e poi si sospenderebbe tutto fino a nuovo ordine. Con grave perdita di credibilità del legislatore e danno per le aziende. E poi ci si domanda perché gli stranieri non investono in Italia! In conclusione, ritengo che si debba prendere definitivamente atto che il SISTRI non è idoneo e che vada quindi abolito, senza ulteriore «accanimento terapeutico» sulla pelle delle imprese. Data questa finalità e considerata la situazione sopra descritta, chiedo ai Sigg. Ministri: · di sospendere l’obbligatorietà del SISTRI dal 1 ottobre. · di intervenire con un provvedimento legislativo per annullarlo, abrogando le norme che lo prevedono e mantenendo nel frattempo il sistema preesistente. · di avviare i lavori di ri-fondazione di un sistema di tracciabilità dei rifiuti idoneo, meno oneroso e collaudato, sulla base delle osservazioni delle Organizzazioni delle imprese e attraverso un continuo confronto. Un ultimo quesito, non per importanza. Perché ci si ostina a voler imporre una tracciabilità “informatizzata” dei rifiuti, nonostante la direttiva europea non la imponga (né vi siano procedure a nostro carico), riconoscendo all’Italia i requisiti richiesti in materia di tracciabilità? Per una volta ci piacerebbe che il legislatore desse prova di autocritica, accettando il fallimento del SISTRI e ripartendo daccapo. Mi auguro che prevalga la pragmatica responsabilità da Loro dimostrata in altri contesti. Nella convinzione che quello che fa bene alle imprese fa bene al Paese. Con i migliori saluti. Padova, 25 settembre 2013 Il Presidente - Massimo Pavin -
Posted on: Fri, 27 Sep 2013 14:09:16 +0000

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