Senatori a vita: solo Toscanini e Montanelli rifiutarono la - TopicsExpress



          

Senatori a vita: solo Toscanini e Montanelli rifiutarono la carica! E’ di questi giorni la notizia che il presidente Napoletano ha nominato quattro nuovi senatori a vita. Una spesa in più per uno Stato già al collasso. Ma non tutti, nel corso della storia della Repubblica hanno accettato questa onorificenza: Indro Montanelli ed Arturo Toscanini dissero no. Per ragioni molto simili hanno preferito rinunciare alla carica. “Schivo da ogni accaparramento di onorificenze, titoli accademici e decorazioni, desidererei finire la mia esistenza nella stessa semplicità in cui l’ho sempre percorsa”, risponde il 6 dicembre 1949 a Luigi Einaudi Toscanini, 88 anni, trascorsi realmente a “illustrare la Patria per altissimi meriti”. L’altro grande rifiuto fu quello di Indro Montanelli. Il suo nome lo fa Cossiga nel 1991. Il giornalista non manderà telegrammi, ma userà la penna, come sempre, per spiegare il suo “no, grazie”. In un articolo del Messaggero di dieci anni dopo spiegherà così il suo rifiuto: “Non è stato un gesto di esibizionismo, ma un modo per dire quello che penso: il giornalista deve tenere il potere a una certa distanza”. Ma quale ruolo riveste esattamente un senatore? La Camera è il luogo dove si discutono le leggi che riflettevano gli umori del Paese e dei partiti politici. Il Senato, per contro, era una specie di camera di compensazione che esamina le leggi con più tempo, saggezza e distacco garantiti dalla sua diversa composizione. I senatori a vita, in questa logica, dovevano essere i garanti supremi di questa differenza qualitativa. Questo era quanto intendevano in padri fondatori della Repubblica, ma attualmente la carica del senatore a vita è diventata così, era una sorta di superdecorazione, con una situazione che è andata sempre peggiorando. La classe politica ha cominciato a servirsi dei senatori a vita per premiare se stessa, cooptare figure influenti o portare in Parlamento persone ancora in servizio permanente effettivo nel partito senza farle passare dalla porta maestra delle campagne elettorali. Qualche esempio: Giulio Andreotti, Amintore Fanfani e Mario Monti. Un senatore a vita è sempre un voto ed una possibile pedina per i partiti, tranne Toscanini e Montanelli. Ma loro sono due eccezioni, uomini che oggi non ce ne sono più.
Posted on: Wed, 04 Sep 2013 19:15:42 +0000

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