TUTTO E SUBITO. Molti immigrati soccorsi dallItalia esigono di - TopicsExpress



          

TUTTO E SUBITO. Molti immigrati soccorsi dallItalia esigono di avere quello che chiedono mentre noi spendiamo cifre spaventose per garantire loro anche il diritto di tirarci i sassi. - di Massimiliano Montefameglio Aspettano, ma ancora niente. Gli ospiti del CARA (Centro dAccoglienza per i Richiedenti Asilo) di Mineo, in provincia di Catania, sono da mesi in attesa del riconoscimento della concessione dello status di rifugiato, ma dallo Stato ancora nessuna risposta. Una latitanza normale per qualsiasi italiano, ma evidentemente non per uno immigrato, non per lui. Vuole subito lasilo. E scatta la protesta. Violenta. Nella mattina del 22 ottobre decine di migranti bloccano la strada statale 174 per Caltagirone e cominciano a lanciare sassi contro i mezzi della polizia. Inizia una guerriglia urbana. Assalgono unarea di servizio dove la gente si rinchiude asserragliata nel bar; nel parcheggio del distributore distruggono i vetri di un auto e di un autobus, le forze dellordine sparano fumogeni per disperdere gli extracomunitari ma non basta. Scontri per le strade, il Centro è devastato. I cittadini parlano di una situazione al limite della disperazione. In tv le immagini del lancio di sassi di questa protesta sono identiche a quelle che vediamo arrivare dal medio oriente e da luoghi infinitamente lontani dai nostri ritmi di vita e dalla nostra cultura. Ed invece stavolta arrivano direttamente da casa nostra, dalle nostre strade, dagli spazi che frequentiamo tutti i giorni per vivere, lavorare, ormai sopravvivere. Fa impressione vedere quei sassi lanciati verso di noi; mentre li evitiamo ci chiediamo perché, se ce lo meritiamo. Ieri li abbiamo aiutati, oggi invece tirano pietre perché siamo lenti a dare loro quello che ci chiedono (si può aggiungere che una richiesta dasilo non è esattamente il numerino del banco dei salumi). Insomma, vogliono subito quello che chiedono, senza aspettare troppo, sennò son sassate. Guardando quelle immagini in tv si ha un improvviso sentimento di amarezza e di rabbia dovuta ad un senso di ingiustizia subita, stavolta da noi. Quello di Mineo è solo lepisodio più recente; il 10 agosto di questanno la morte di un marocchino cardiopatico aveva causato la rivolta degli immigrati ospitati dal centro di identificazione ed espulsione (Cdi) di Crotone fino a renderlo completamente inagibile per decisione della Prefettura (fonti giornalistiche usano lespressione completamente distrutto). E poi, nella cronaca degli ultimi anni, gli scontri di Rosarno, dove furono feriti anche una donna ed un bambino, ed altre proteste a Catania per le nostre, normali lungaggini burocratiche. Senza contare il centro daccoglienza (Cda) a cui gli immigrati diedero fuoco per avere le sigarette, lì altro che burocrazia. E poi ancora Torino, Lampedusa, Capo Rizzuto, Bari ed ancora altre città. Una lista di proteste e scontri lunga. Insomma, casi non proprio isolati, tra i quali vi sono episodi violenti e pericolosi; episodi che ci fanno chiedere se lItalia sia realmente in grado e capace di assistere gli immigrati e gestirne i diritti, i rimpatri, le richieste. Se sia capace di gestire ed in parte assorbire questo flusso. O più semplicemente se ci meritiamo di essere trattati così dalla gente a cui salviamo la vita, al di là delle critiche alle frontiere completamente aperte. Molti, anche in questi giorni, hanno continuato a paragonare questi immigrati a noi italiani al tempo dellAmerica del nord o del sud, dellAustralia, della Germania; un paragone davvero insensato. Allinizio del 900 i Paesi di cui parliamo erano da costruire, i mercati ed il commercio da creare ed ingrandire, le città da edificare, i terreni da comprare, le attività commerciali da aprire e far crescere. Il lavoro insomma non mancava perché allora lo si poteva ancora creare. La crisi del 29? Per gli economi uno scherzo, in confronto alla nostra. Come sappiamo bene, nel mondo oggi la situazione è ben diversa. Gli Stati Uniti dAmerica che falliscono da un momento allaltro, leuro che fa ridere le banche che lo usano per giocare a Monopoli o mangiarsi le nazioni. lItalia sta vivendo un periodo terribile, triste e drammatico, in cui il mercato non ha più nulla da offrire, il lavoro è saturo, i soldi non ci sono e intere famiglie dormono in macchina. La Costituzione? Carta straccia. La nostra immigrazione è stata davvero diversa, i paragoni sono fatti un po per cercare dimostrare di aver fatto un ragionamento acuto. Limmigrazione oggi è ben diversa ed ha creato dinamiche disastrose sia per chi arriva che per i Paesi che vedono arrivare, completamente diverse da quelle del passato. Imparagonabili. In tutta Europa, il problema non è solo italiano. Secondo un dato ANSA dallinizio del 2013 a metà del mese di ottobre gli immigrati arrivati solo in Italia sono più di 35mila, di cui il 73% ha diritto alla protezione ed il restante no; per il sito stranieriinitalia.it negli ultimi anni il numero di immigrati si è triplicato. Nel 2012 sono stati 43mila in più rispetto al 2011. Numeri che, lo si capisce, non fanno certamente parte di flussi migratori normali; in questo fenomeno ai problemi economici si aggiungono quelli politici, civili, culturali, religiosi ed anche legati alla delinquenza internazionale. Questi aumenti di immigrati, naturalmente, sono proporzionali a quelli delle spese che sosteniamo per far fronte a questa situazione. Cifre che sono diventate mostruose. I costi ufficiali sostenuti dallo Stato (da noi) per un immigrato oscillano dai 30 ai 45 euro al giorno per ognuno di loro, e salgano man mano che ne arrivano di nuovi. Secondo la Repubblica gli immigrati costano 200mila euro al giorno, 73 milioni di euro allanno. Secondo Libero, dal 2000 al 2011 sono stati spesi 1 miliardo e 600mila euro, circa il doppio. Secondo lInps tra i 10 miliardi di euro che spendiamo in Italia per gli stranieri (a fronte di 11 miliardi di entrate con un guadagno di 1 miliardo), gli immigrati irregolari nel nostro Paese costano 500 milioni al Ministero dellInterno (per i Cid e Cda), 400 milioni di euro al Ministero della Sanità, 2 miliardi di euro al Ministero della Giustizia (tribunale e carcere); soldi, in questultimo caso, in parte buttati via in caso di amnistia. Non proprio spiccioli, insomma. Bisogna chiedersi se ci stia bene ricevere anche le sassate.
Posted on: Tue, 22 Oct 2013 20:07:14 +0000

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