mi pare arrivato il momento di fare il punto sul cinema dautore - TopicsExpress



          

mi pare arrivato il momento di fare il punto sul cinema dautore italiano. Volevo evitarlo, e ci sono riuscito dopo Venezia, ma non riesco più ad evitarlo ora. Lo faccio da culture del cinema italiano dautore appunto e da cineasta che odia, fortissimamente odia, polemizzare e soprattutto criticare. Faccio anche una premessa che va a mettere in crisi tutto quello che sto per dire: non amo e non ho mai amato il genere documentario. Restiamo al cinema dautore del nostro paese in concorso a Venezia e a Roma. Pensavo ieri a quanto il cinema di casa nostra posto allattenzione nei festival manca in generale di una minima idea di poetica e vive perlopiù della triste, ma certa doverosa, resa della forma. Mi è tornato in mente quindi linutilità di un film come Via Castellana Bandiera, il cui mio unico commento a riguardo può essere, perdonate: Bene, ma sti cazzi!!!??. Il secondo film italiano che ricordo in concorso a Venezia è quello di Amelio, non certo solo lunico degno di nota ma leccezione che conferma la regola, un grande film! Il terzo lungometraggio in concorso a Venezia di questanno per lunghi secondi non mi è venuto in mente. Chissà perché. Quando ho realizzato che si tratta del Leone dOro Sacro Graal ho capito che la mia grave e momentanea dimenticanza era semplicemente un atto di rimozione. Trovo quel documentario estremamente sopravvalutato, noioso ed incapace di creare attenzione e curiosità, e lo dico da amante ed abitante della città di cui esso parla, quella appunto in cui si trova il sacro Graal, Gra (Grande Raccordo Anulare) del titolo. Trovo che premiare quel film in particolare, ed un documentario in generale, sia offendere i grandi autori che nel nostro paese ci sono, e che non sono poi così anziani ma anzi signori registi come Gabriele Muccino, Ferzan Ozpetek, Silvio Soldini, Paolo Sorrentino e altri che non sto ora a citare per non essere troppo lungo. Vengo a questionare riguardo al festival della capitale che si conclude oggi. Dopo un film certo dignitoso e rispettabile ma senza alcun particolare interesse per la narrazione I corpi estranei (lo stile è perlopiù appunto documentaristico), dopo unopera altrettanto dignitosa ma già vista ed altrettanto povera di contenuti Take five (ulteriore esempio di lungometraggio sulla pseudo scia di Tarantino che si crede originale ma è semplicemente girato con qualche guizzo non scontato, e quindi ancora, Sti cazzi), ebbene viene premiato come miglior film il terzo lungometraggio italiano in concorso, un altro documentario, Tir. Ma CHE COSE, UNA MODA???!!!? Ho già detto quello che penso sui documentari, e aggiungo che trovo che li faccia chi non ha troppo da dire e voglia adagiarsi sul comodo di riprendere la realtà che già cè senza prendersi il disturbo di inventare troppo o addirittura di dire, comunicare, trasmettere, qualcosa di importante. Per carità, anche il documentario può trasmettere, ma girare un vero lungometraggio, e cioè inventare una realtà non reale al fine di renderla vera, credo sia ben altra cosa. Preciso che non ho visto Tir (forse lo vedrò oggi ma a questo punto mi è passata tutta la voglia), ma SICURAMENTE PREMIARE UN SECONDO DOCUMENTARIO ITALIANO NEL SECONDO FESTIVAL ITALIANO IMPORTANTE DELLA STAGIONE APPENA INIZIATA MI PARE TANTO UNA SCELTA TRISTE E DECISA A TAVOLINO, che non so dove vuole arrivare, non voglio nemmeno sapere o stare a pensare cosa vuole stare a significare ma credo fermamente che offenda chi il cinema, e per cinema intendo quello vero, lo fa appunto veramente e con la passione antica di cineasti che sono condannati ad essere bistrattati, ed in passato sono stati e-o diventati invece signori come Fellini, Antonioni, Rossellini, De Sica e così via.
Posted on: Sun, 17 Nov 2013 12:29:40 +0000

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