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..."A un certo punto, prosegue Gil (soldatessa israeliana), «due dei miei compagni di pattuglia fermarono un giovane (palestinese) . Gli chiesero i documenti, lui tirò fuori la carta di identità. Dopo un po’ lo incalzarono con tante domande, lui rispondeva alzando la voce. Fu in quel momento che lo spinsero dentro un vicolo e cominciarono a pestarlo, calci e schiaffoni per un paio di minuti. Poi lo lasciarono andare e noi proseguimmo il nostro giro come se nulla fosse accaduto». La soldatessa rimase in silenzio. Una volta tornata alla base si rivolse al comandante. «Gli chiesi i motivi di quel pestaggio. Quel palestinese era pericoloso, era stato segnalato? E se era un terrorista perché lo avevano lasciato andare senza arrestarlo. Mi rispose perentorio di far silenzio e di eseguire gli ordini. Qualche giorno dopo mi disse che “chi fa troppe domande non torna a casa in licenza e resta di guardia nella base”. ...
Posted on: Wed, 14 Aug 2013 15:44:32 +0000

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