CAPITOLO 1° FORMAZIONE E SVILUPPO DI UN’ IDEOLOGIA RAZZISTA - TopicsExpress



          

CAPITOLO 1° FORMAZIONE E SVILUPPO DI UN’ IDEOLOGIA RAZZISTA : IL SIONISMO “Uomini siate e non pecore matte, si che di voi – tra voi – il Giudeo non rida” (Dante Alighieri – “La Divina Commedia” – Paradiso, 72-81) Una delle considerazioni fondamentali per inquadrare l’origine e lo sviluppo dell’ideologia del Sionismo è quella di non confondere la natura propria di essa , le sue dimensioni e il suo modo di influenzare l’ opinione pubblica internazionale con l’omonimo movimento politico che prese l’identico nome alla fine del secolo scorso e che porto’ alla fondazione dello stato d’Israele all’indomani del secondo conflitto mondiale. Tale interpretazione oltre a rivelarsi assolutamente incompleta e inadatta a comprendere appieno le valenze metastoriche del Sionismo si rivela anche fuorviante rispetto all’obbiettivo minimo che ci proponiamo con la stesura di questo volume : dimostrare come cioè il Sionismo-Idea si sia sviluppato e organizzato in una lineare continuità storica congiuntamente alle vicende che hanno interessato il popolo ebraico durante innumerevoli secoli e non sia soltanto il frutto avvelenato di una apparente convergenza di interessi prodottasi tra i componenti dell’elitè intellettuale ebraica europea e le mire espansionistiche del colonialismo europeo e dell’egemonismo statunitense. La storia dei popoli che ci viene spesso presentata come un insieme scostante e distinto di eventi epocali fautori della nascita di distinte civiltà , accavallatesi l’una dietro l’altra , creatrici di tradizioni, racconti epici , religioni, riti, progressi tecnici e artistici molte volte non ha saputo scavare nelle reali origini di questi Miti fondatori. Le necessità di considerare alcuni aspetti fondamentali delle civilizzazioni dell’uomo sono state inquadrate da storici e ricercatori entro categorie quali l’eugenetica , l’antropologia, la scienza e la stessa teologia tutte branche specifiche di un insieme che comunque risulta assai più vasto e complesso. Tra quelli aspetti che possiamo definire fondamentali si ritrova senz’altro la volontà di preservare quello che Walther Darrè , Ministro dell’ Agricoltura della Germania Nazional- Socialista , ha definito con l’ espressione di ‘Blut und Blooden’ , il concetto di ‘Sangue e Suolo’ ossia quel rapporto quasi mistico e spirituale che inevitabilmente lega un popolo al suolo sul quale esso ha fondato la sua civiltà. Attraverso il corso dei secoli , i governanti di quelle nazioni che intendevano conquistare nuovi spazi territoriali e sottomettere altre nazioni avevano un solo mezzo per farlo : l’ uso della forza e della conquista ‘manu militari’. Poteva avvenire che , alcune volte , i popoli dominatori e inclini alle conquiste militari riuscissero ad affermare le proprie volontà egemoniche anche attraverso la stipulazione di trattati economici ed accordi commerciali , scambi culturali e influenza nei costumi e negli usi dei paesi confinanti. In questo caso si trattava di accordi per una reciproca convivenza nella tolleranza e nel rispetto laddove lo stato dominato e influenzato riconosceva la superiorità dello stato dominatore e non ne contrastava obbiettivi e strategie egemoniche. In questi ultimi casi , abbastanza frequenti – molto più di quanto si pensi – nel mondo antico dove la scomparsa di civiltà floride e superiori spesso era data proprio dall’assimilazione a neonate civilizzazioni , il popolo sottomesso era destinato a scomparire come entità nazionale e pur conservando alcune tradizioni il più delle volte veniva letteralmente fagocitato dallo stato dominatore. Tra i popoli comunque sempre si sono marcate le differenti razziali cosi’ come apparivano evidenti le differenze psico-attitudinali, la natura stessa della loro funzione di ‘dominatori’ o di ‘dominati’ per intenderci di stati ‘segnati’ da un avvenire imperiale o da nazioni sempre sul punto di scomparire o di sopravvivere a stento. E’ in questo modo che agirono tutti i grandi imperi nati dalle principali culle di civilizzazione umana , da Ur e Kur alla valle dell’Indo, dalla Cina all’area mesopotamica tutta con quella babele di popoli e nazioni che di li’ in poi avrebbero determinato la nascita dell’Assiria, della Fenicia, della Persia, della Grecia, della Caldea , e che – successivamente – nell’area mediterranea sarebbero stati seguiti su questa strada dai romani cosi’ come secoli piu’ tardi da arabi e mongoli. Un continuo nascere, svilupparsi e scomparire di civiltà , di nazioni, di stati , di popoli e di domini fino ai recenti stati-nazionali espressioni spesso proprio di vecchie divisioni interne a questi antichi imperi e di fratture mai del tutto sopite tra comunità ed etnie distinte. Una delle costanti della storia è forse proprio la comparsa di forze nazionali e di civiltà impegnate con la forza delle armi alla conquista di quello che potremmo chiamare il loro ‘spazio vitale’. Gli stessi israeliti nell’arco della loro storia non si comporteranno in maniera diversa dagli altri popoli , cercando di sottomettere con la forza i loro vicini e di conquistare con guerre di conquista e di sterminio le nazioni che , a loro dire, stavano usurpando la loro ‘terra promessa’ . Fondamentale per la loro volontà di potenza e l’affermazione militare della loro strategia di conquista sarà senz’altro proprio l’auto-designazione a popolo-eletto che , nella costruzione di un rigido monoteismo esclusivista , arriverà a conciliare i diritti di un popolo con la soppressione dei diritti altrui, la fede assoluta nel Dio Unico con l’ annientamento delle altre nazioni e dei falsi culti da queste seguiti , il diritto-dovere al predominio universale ‘riservato’ a Israele con l’olocausto delle altre popolazioni diverse ‘per razza e per sangue’ e perciò impure. Le stesse idee che oggigiorno possiamo rilevare in svariate dichiarazioni dei dirigenti sionisti e dei pubblicisti pro-Israele. Scrive per esempio Israel Shahak che ‘Il Sionismo è una reazione contro i mutamenti progressisti della vita ebraica, cominciati cento o duecento anni prima della comparsa del sionismo stesso. Movimento ‘recidivo’ che, dopo un cambiamento politico e sociale di natura liberatoria e progressista cerca di riportare indietro l’orologio.’ (1°) Questa era sostanzialmente la prassi operativa di conquista e di egemonia seguita nell’antichità e, a ben vedere, tale è rimasta sino ai giorni nostri , sebbene ammantata sotto i nobili ideali e propagandata ai quattro venti attraverso le formule fraudolente dell’intervento umanitario’ , della ‘difesa dei diritti umani’, delle ‘logiche del mercato’, o peggio ancora dietro giustificazioni il più delle volte smaccatamente inconsistenti. Le motivazioni che , da sempre, hanno spinto i popoli a combattere per il dominio di altri territori , per l’egemonia su altre nazioni , sono da ricercarsi – il più delle volte – nelle esigenze di sicurezza strategica, prosperità economica o volontà di potenza ; tutti obbiettivi che spesso venivano perseguiti accompagnandoli da considerazioni di ordine spirituale , da dettati religiosi o da valutazioni razziali e etniche. E’ in questo contesto generale che la storia del popolo d’Israele non differisce assolutamente da quella degli altri popoli , almeno fino a quando – in un dato momento della storia di questa nazione – i rabbini , i dottori della legge , non modificarono radicalmente il ‘senso’ della loro visione messianica del mondo imponendo al loro popolo uno status di superiorità e di primogenitura rispetto a tutti gli altri popoli della terra. Il Sionismo è in effetti un movimento specifico del popolo ebraico , il cui obbiettivo non è solamente il ritorno degli ebrei dispersi della Diaspora nella terra promessa , la Palestina biblica , cosi’ come sono soliti credere i mass media , gli ambienti intellettuali e culturali dell’ Occidente e del mondo islamico. Al contrario di quanto da decenni viene propagandato , i veri obbiettivi del Sionismo sono molto piu’ ampi e , ad un certo punto , arrivano persino a contraddire la stessa ideologia a loro anteriore. Tutto questo ci costringe a fare immediatamente la seguente puntualizzazione : 1) il Sionismo è un movimento e non un partito politico , pertanto raggruppa al suo interno persone che si situano all’ interno dello schieramento politico su posizioni spesso opposte , le cui tendenze culturali e ideologiche li farebbero apparire come acerrimi avversari. Tutto cio’ non deve trarre in inganno il lettore , nel credere che il fine ultimo perseguito dai sionisti non sia identico . Coloro che fanno parte di questo grande movimento hanno adottato differenti strategie operative e coperture ideologiche solamente per dissimulare la loro reale intenzione di pervenire ad un Governo Unico Mondiale a sovranità ebraica.
Posted on: Sat, 21 Sep 2013 22:56:58 +0000

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