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Crimini americani e inglesi passati ancora sotto silenzio. Siamo in tanti ad attendere la richiesta di perdono 18 aprile 2010 By Domenico Cambareri 18 Aprile 2010 Fonte: Institute for Historical Review Crimini e genocidi sottaciuti in cui USA e Regno Unito sono responsabili morali per il silenzio imposto a cui hanno concorso con l’Unione Sovietica, attore politico e morale ed esecutore materiale, o vi hanno direttamente partecipato consegnando scientemente e in maniera programmata le vittime al boia del regime staliniano Tra le pagine buie del XX secolo I crimini dei leader degli “Stati liberi” Il Dr. Mari Di Febo ci segnala questo passaggio ripreso da un sito in lingua inglese: A Forgotten Genocide: Germans in Postwar Central Europe Tom Sunic – Institute for Historical Review – Audio reasonradionetwork/_archive/unenclosed/VoR-IHR-20100306-1-Tomislav_Sunic.mp3 Dr. Sunic provides an overview of the brutal “ethnic cleansing” of Germans in the aftermath of World War Two, in which some twelve million people, mostly women, children and elderly, were forcibly expelled from centuries-old homelands in eastern and central Europe. Of these, some two million were killed or otherwise perished. In this address at an IHR meeting, March 6, 2010, the European-American scholar contrasts the way in which this massive genocide is all but ignored in the US media, whereas Jewish “victimology” has become a central feature of our society’s “civic religion.” Domenico Cambareri precisa quanto segue: Bene ha fatto a segnalare Mario Di Febo queste veritiere e lineari affermazioni dello studioso Tom Sunic. A ciò, vogliamoa aggiungere, sempre elativamente al quadro occidentale, quanto i criminali capi americani e inglesi consumarono in favore del complice e boia Stalin. Essi consegnarono centinaia di migliaia di slavi che avevono combattuto contro Stalin a fianco dei tedeschi al despota comunista (Nicholas Bethell, The last secret: forcible repatriation to Russia 1944-7 ) Li consegnarono ai sovietici i quali li sterminarono tutti, centinaia di migliaia di prigionieri, intere comunità umane, con donne e bambini, che si erano arresi a loro – i “liberatori” - per avere salva la vita. Nei campi di contentramento in Gran Bretagna, i soldati americani bloccavano persino i tentativi di suicidio perché i loro leader politici consegnassero il più possibile intatti nel numero i capi umani da macellare. Gli stessi soldati americani produssero un’agghiacciante serie di testimonianze fotografiche. A questi russi, si aggiunsero masse ancora maggiori rastrellate nelle più diverse contrade d’Europa (ad iniziare dalla Germania che subì un’incredibile opera di affamamento, spoliazione e sfruttamento fisico sessuale morale ed economico e di denazificazione che… poco o nulla aveva da invidiare alle violenze naziste) compresi i russi che volevano tornare volontariamente all’Est (Mc Donogh, After the Reich: The Brutal History of the Allied Occupation; Dwight D. Murphey, L’indomani della guerra buona; Nikolay Tolstoy, The secret of Betrayal). Si tratta, in base a stime aggiornate, di oltre cinque milioni di persone “girate” ai sovietici a da essi eliminate. Su tutto questo, finora, non vi sono mai state richieste di perdono da parte dei presidenti statunitensi né da parte dei primi ministri inglesi. Pagina ignominosa che porta sul banco degli imputati per crimini di guerra e contro l’umanità non soltanto il regime staliniano ma pure le due nazioni i cui capi politici sono stati i più esperti mentitori. Coltre nera e di assordante silenzio. Andrea Augello ha scritto di recente un libro sui crimini commessi dagli alleati durante lo sbarco in Sicilia, e qualche anno addietro il Corriere della Sera ha rivelato come Patton dalle pistole alla cowboy avesse ordinato ai suoi soldati, prima di sbarcare in Sicilia, di non fare prigionieri, ma di uccidere tutti i soldati che si arrendevano. Un’altra pagina nera, di crimine senza appello, per un altro presunto liberatore su cui gli storici statunitesi pare che osservino scrupoloso silenzio. Di tutto questo, come delle ignominie consumate contro i nostri emigranti in Canada (ai quali recentemente il governo canadese ha chiesto scusa… anche se mi pare che non abbia ridato alcun indennizzo materiale e morale) e di quelle consumate contro i nostri soldati non collaborazionisti in dei campi di concentramento alleati, noi continuiamo ad attendere la richiesta di perdono Non parliamo poi dei crimini orrendi di Hiroshima e Nagasaki, ancora oggi giustificati con i più infondati, idioti e abietti pretesti. Le bugie criminali non hanno neppure le gambe corte. Sono soltanto falsità. Anche in questo caso, finora, mai un presidente degli USA ha ammesso il crimine perpetrato contro l’umanità, mai ha chiesto perdono. Anche in qusto caso, ancora nessun tribunale internazionale è stato costituito e insediato. Rimane ancora oggi ingiudicata la nientificazione della popolazione civile di due città: crimine estremo a cui è pervenuto l’uomo dell’età contemporanea. Qui, precisamente, l’uomo del bel sorriso e della bella libertà: l’uomo americano. Nulla importa, sul piani storico e su quello morale, che oggi gli USA siano anche per noi ottimi partner e ottimi amici, poco buoni alleati ma pur sempre alleati che rispettiamo. Nulla importa che oggi il Regno Unito sia per noi una nazione con cui vogliamo avere legami comunitari e d’unione ancora più stretti. Il forsennato fanatismo di Churchill prima o poi verrà messo in luce dagli stessi inglesi, i quali ammetteranno che costui fu il vero responsabile della guerra ad oltranza e dei disastri planetari, e che assieme a Roosvelt è corresponsabile non meno di Hitler, dell’imperialismo staliniano e dell’estremismo intransigente del governo nazionalista polacco (relativamente all’inizio del conflitto). Le colpe dei capi probabilmete le sconoscono la quasi totalità degli americani, quale la criminale follia di Roosvelt di fare entrare gli USA in guerra dietro la vernice degli slogan inneggianti alla “libertà” quando il suo progetto era di tutt’altra natura, esclusivamente egemonico, e per questo sacrificò gli uomini e le navi di Pearl Harbour all’attacco giapponese. Non dimentichiamo che i giapponesi attaccarono per fermare lo strangolameto energetico ed economico voluto da Roosvelt con il blocco dei rifornimenti petroliferi a Tokio.
Posted on: Tue, 13 Aug 2013 20:11:33 +0000

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