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Da Corriere della Sera del 06/10/13 digitaledition.corriere.it Taglio alle tasse sul lavoro Letta: strada in discesa. ROMA — Dopo la tragedia di Lampedusa, tranne che per la partecipazione ad un convegno sull’Europa, ha trascorso due giorni volutamente in silenzio. Ritiene che in questi casi parlino gli atti, come la proclamazione del lutto nazionale, la vicinanza alle vittime e la capacità di predisporre gli aiuti. Su tutto il resto, come il dibattito che come sempre ne è scaturito, sarebbe invece meglio che il Paese, a cominciare dai partiti, avesse un approccio «più laico, meno ideologico», ad un tema che è di per sè molto complesso e non può essere ridotto a motivo di divisione politica.Enrico Letta forse dirà oggi qualcosa, nel corso di un’intervista televisiva. Di certo il governo si sta muovendo, sia sul piano interno che internazionale, per cercare di studiare interventi efficaci e in grado di cambiare lo stato delle cose. Che la Francia si muova è buona cosa, ma sul tema dell’immigrazione e sulla delicatezza della situazione nel Mediterraneo, il premier ha già aperto più di un dossier con i colleghi dell’Unione Europea e spera di farne materia centrale del semestre italiano di presidenza delle istituzioni di Bruxelles, l’anno prossimo.La settimana che si schiude domani avrà questo tema al centro dell’attenzione di Palazzo Chigi, ma ovviamente anche la preparazione della prossima legge di Stabilità. Su questo punto Letta vede la strada in discesa: non sarà facile trovare una sintesi, i margini sono stretti, ma da domani si comincia una discussione con le parti sociali, prima i sindacati e poi le imprese, che alla luce della nuova maggioranza politica dovrebbe essere meno impervia di quanto immaginato poche settimane fa.Se non ha detto una parola, nè la dirà, probabilmente, sul Pdl e le sue vicende interne la spiegazione è facilmente intuibile: cerca di restare lontano dal dibattito che riguarda il suo di partito, figuriamoci da quello che riguarda il partito del Cavaliere. Una distanza che fa il paio con una convinzione: la nuova maggioranza politica si è manifestata indipendente dai numeri e dalla forme, e avrà i suoi primi test parlamentari nelle prossime settimane, sul decreto che riguarda l’istruzione ad esempio, o sul disegno di legge che riguarda l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.Insomma ora per Letta il collega Alfano non è più soltanto il vicepremier, ma un garante di stabilità, che può rappresentare in Consiglio dei ministri le decisioni del suo partito: se poi questo dovesse dividersi, o restare unito, per Letta resta il ruolo di spettatore; con un piccolo, ma non indifferente, corollario: per un programma che include le riforme istituzionali forse conviene avere un alleato che non si spacca, in grado di essere interlocutore unico. «Del resto sappiamo che anche nel Pd c’è gente che non vota la fiducia», fanno notare a Palazzo Chigi.Il dato importante, agli occhi di Letta, è quello che in queste ore sta sottolineando il ministro Gaetano Quagliariello: nel fronte del Pdl si è imposta una linea che è maggioritaria, moderata e più istituzionale di quella che l’ha preceduta. Si è affermata una nuova classe dirigente, e questo non può che lasciare soddisfatto il presidente del Consiglio, visto che in gran parte si tratta della rappresentanza governativa del Pdl.Come è accaduto in passato, non sarà difficile, con Alfano o con Lupi, o con gli altri membri del Pdl che fanno parte dell’esecutivo, trovare un equilibrio virtuoso sull’intervento annunciato sul cuneo fiscale, che sarà la parte più importante del provvedimento economico che prima del 15 ottobre andrà comunicato a Bruxelles. A differenza del passato però l’elaborazione delle misure non sarà condizionata dagli ultimatum, o dalle minacce, di un’ala pidiellina che ha perso lo scontro interno.Ieri Letta, in un’intervista al Tg1, ha definito l’opera di papa Francesco «una sferzata» rivolta non solo ai fedeli o ai membri della Chiesa, bensì a tutti: «Il Santo Padre ci ha invitato a non essere arroganti, presuntuosi, a essere radicali in tante scelte. Penso che dobbiamo prenderla tutti non come una carezza ma anche come una sferzata, di fronte a tante mancanze. Penso alle istituzioni, alla politica, alla necessità di fare molto di più per le tante esigenze che anche il Santo Padre ha giustamente voluto rimarcare». Da segnalare che sono state accettate le dimissioni del sottosegretario Michela Biancofiore.Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA _____________________________________________________________ Articolo condiviso con Corriere della Sera Digital Edition. Il tuo quotidiano su Tablet, PC e Smartphone Provalo 7 giorni gratis corriere.it/promoestate
Posted on: Sun, 06 Oct 2013 05:34:54 +0000

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