“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”… Johann Wolfgang - TopicsExpress



          

“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”… Johann Wolfgang Goethe completava il detto con “e se so di che cosa ti occupi saprò che cosa puoi diventare”. Di che cosa si occupa Ilda Boccassini lo sappiamo già (la risposta, incredibilmente, non è Berlusconi,ndr), ma sappiamo quali sono state le sue frequentazioni o i suoi maestri di vita lavorativa ? Ve lo spieghiamo noi. Ilda Boccassini appartiene a una delle famiglie di magistrati più corrotte della storia d’Italia (così titola Imola Oggi) : 1) Nicola Boccassini, zio di Ilda, fu arrestato e condannato per associazione a delinquere, concussione corruzione, favoreggiamento e abuso di ufficio perchè estorse ,insieme ad altri colleghi e con ricatti vari ,186 milioni di vecchie lire a un imprenditore (link Repubblica) 2) Il marito di Ilda Boccassini, tal Alberto Nobili, ora separatosi dalla rossa, ricevette una denuncia dalla procura di Brescia da parte di Pierluigi Vigna, Magistrato stimato da tutti, per presunte collusioni con alcuni affiliati di Cosa Nostra che gestivano l’Autoparco Milanese di via Salamone a Milano (link2 Repubblica). La denuncia finì nelle mani del giudice Fabio Salomone, fratello di Filippo Salomone, imprenditore siciliano condannato a sei anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e venne quindi a decadere l’imputazione stessa (solo una coincidenza …?). Tra l’altro, l’Autoparco Milanese era un crocevia di armi e di droga che ha funzionato per circa 10 anni. Fu interrotta l’opera malavitosa che si svolgeva al suo interno dai magistrati della corte di Firenze e non da quelli milanesi, anche se a Milano tutti sapevano cosa accedeva all’interno di quel luogo. 3) Visti i rapporti accertati tra il marito e alcuni affiliati siciliani di Cosa Nostra, appare quanto meno sospetto il trasferimento della stessa Boccassini a Caltanissetta (Sicilia) nel 1992, ufficialmente per occuparsi delle indagini delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Uno degli indagati per la strage di Capaci era il giudice Francesco Di Maggio, anche lui siciliano d’origine e appartenente alla procura di Milano, già coinvolto nella vicenda Autoparco Milanese. Come si suol dire, tre indizi fanno una prova e qui, di indizi, ne abbiamo proprio tre. Se le persone più vicine e care alla Boccassini erano così chiacchierati, significa che qualcosa da loro, la vecchia Ilda, lo avrà imparato. Il giudizio finale è lasciato a ognuno di voi. Siamo però certi che una figura con così tanti scheletri nell’armadio, non possa essere una rappresentante di quella Giustizia di cui tanto si sente il bisogno.
Posted on: Thu, 12 Sep 2013 06:33:43 +0000

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