ECCO CHI è IL PD Le collusioni tra il centrosinistra campano e - TopicsExpress



          

ECCO CHI è IL PD Le collusioni tra il centrosinistra campano e la camorra, che nessuno mai racconta 13 Comments Censura foto Oggi, Gennaro Sangiuliano ha scritto un pezzo davvero degno di lode, su Libero. Ha parlato di una cosa che a noi cittadini campani, è arcinota: il centrosinistra, alla pendici del Vesuvio, è colluso – molto spesso – con la Camorra. Argomento questo, quasi mai trattato dalla grande stampa. Prova provata del fatto che Berlusconi, non la controlli. Se fosse al “suo servizio”, infatti (lo capirebbe anche un fesso!), di articoli contenenti informazioni sulle diecine e diecine di amministrazioni comunali (e non solo) campane, guidate dal centrosinistra, e sciolte per fatti di camorra, ne leggeremmo parecchi. Sarebbe un fatto noto a tutti. E invece così non è. Loro, i sinistri, hanno “protezioni” in alto loco. Loro, i sinistri, hanno direttori di grandi quotidiani, schierati dalla loro parte, che li aiutano ad “occultare i fatti”. E così finisce che di queste cose, se ne parli solo su un blog sfigato come questo (c´è una bella Rubrica, sull´argomento: Mafia, Camorra e Centrosinistra). E proprio perché di queste cose se ne parla troppo poco, è bene che quel poco che si scrive sull´argomento, venga conosciuto. Per questo vi riporto l´articolo scritto da Sangiuliano: “Tre giorni fa Totò Riina, lo spietato re dei corleonesi, “capo dei capi” della mafia siciliana, è stato condannato all´ergastolo per la strage di Marano, grosso Comune attaccato a Napoli, città dormitorio fatta di degrado e cemento, da sempre luogo in cui prospera la Camorra, con l´aggravante di avere gli unici clan napoletani affiliati alla mafia siciliana. Ebbene, tempo fa l´amministrazione comunale di Marano è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche a guidarla non era il solito amministratore cattivo del centrodestra, era un sindaco di Rifondazione Comunista, in verità non inquisito personalmente, ma sorretto da una solida e discussa maggioranza di centrosinistra”. “Riina a Marano inviò un commando di mafiosi, in cui c´era anche uno dei famigerati Brusca, per far assassinare ben cinque camorristi di un clan avversario dei suoi alleati. La vicenda ha tempi diversi dallo scioglimento del consiglio comunale ma a Marano i camorristi stanno sempre con chi governa. La camorra non ha colore politico ma solo interessi criminali e c´è un´altra Gomorra, quella rossa, che nessuno ha mai raccontato perché poco conforme all´oleografia dei rapporti fra politica e criminalità . Eppure, la “Gomorra rossa” c´è suffragata da tanti episodi, perché se è vero come è vero che i clan sono alla ricerca di rapporti con la politica va detto subito che in Campania da almeno quindici anni il governo degli enti locali è nelle mani della sinistra, a cominciare proprio da quella provincia di Caserta dove regnano i clan più spietati“. “Su Marano è illuminante quello che è scritto testualmente a pagina 13 degli atti della Commissione parlamentare Antimafia della XVI legislatura: «Fino a quando gruppi di imprenditori o anche famiglie criminali, come quella di Marano in provincia di Napoli, ritengono di conquistarsi l´immunità e l´impunità perché sostengono politicamente amministrazioni – nel caso di Marano un´amministrazione di un ex di Rifondazione Comunista, ora passato al Pdci di Cossutta – come è possibile parlare di legalità in questo Paese?”. La domanda la fece il senatore Emiddio Novi, allora componente della commissione”. “Non è un mistero; anche se la notizia è passata in sordina, che Michele Orsi l´imprenditore barbaramente assassinato a Casal di Principe nei mesi scorsi, per una “questione d´affari” con i clan della camorra, era iscritto al Pd e finanziava la sezione di Orta di Atella. In questo comune, dove l´amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche, il politico più di peso è Angelo Brancaccio, eletto consigliere regionale nelle liste del Pd e ex sindaco votatissimo di Orta”. “Brancaccio, insieme ad altri cinque presunti complici, è stato arrestato per reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio. L´inchiesta curata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere verteva su un giro di tangenti. Ai tempi della militanza nei Ds Angelo Brancaccio non era uno qualsiasi ma aveva fondato una sua attiva corrente chiamata “Sinistra per Terra di Lavoro”, mentre in Regione era stato nominato addirittura segretario del Consiglio”. “I fratelli Orsi, Sergio e Michele, si erano iscritti ai Ds nel 2005 alla sezione Gramsci. Michele, l´imprenditore assassinato, agiva nel settore “ecologia”, in precedenza era finito in un´altra inchiesta della Guardia di Finanza relativa alle attività dell´impresa Eco4, nella quale era coinvolto anche il sub commissario ai rifiuti Claudio De Biasio, uomo di simpatie “verdi”, nominato su richiesta dell´allora ministro Pecoraro Scanio“. “L´antimafia si occupò specificamente anche di Castel Volturno. Ecco cosa dichiarò nella seduta del dicembre 2005 (l´atto è pubblico ed è consultabile integralmente sul web) il senatore Emiddio Novi: “Come è possibile in questo Paese – per esempio – che il sindaco neo eletto di Castel Volturno, (il riferimento è ad un amministratore di sinistra), interloquisca telefonicamente, alla vigilia del voto, con il rappresentante del clan dei Casalesi nel suo territorio? Ricordo che, quando gli sono state chieste spiegazioni in merito al suo interloquire, ha risposto che gli aveva telefonato per sfidarlo a duello”. In verità , quel sindaco non è mai stato inquisito di nulla ma Novi compilò un elenco di 25 candidati sospetti tutti del centrosinistra appartenenti alla coalizione”. “Non solo la provincia di Caserta, a Pompei, tempo fa, fu arrestato il capogruppo dei Ds in consiglio comunale, nell´ambito di un´inchiesta del mercato dei fiori. E anche se non fu accusato di fatti di camorra, è noto che sul mercato aleggia lo strapotere della camorra”. “A Caserta città , come alla Provincia, governa il centrosinistra e se è vero che i clan entrano negli appalti e inquinano le amministrazioni, i conti sono facili. Decine di inchieste della magistratura, ad esempio, hanno documentato i rapporti fra imprese della galassia delle Coop con quelle della camorra perché quando c´è da fare affari non si guarda in faccia a nessuno. E sarà anche un caso che i Casalesi hanno trovato uno dei loro terreni più fertili nell´Emilia rossa. La “Gomorra rossa” è la pagina stracciata che manca al politicamente corretto ma è nei fatti”. Fatti che, chissà perché, nessuno – Santoro, Travaglio e Lucarelli, in° primis° - racconta.
Posted on: Sun, 20 Oct 2013 05:20:01 +0000

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