Emilia Villesi. “Una donna qualunque” -come scrive Alessio - TopicsExpress



          

Emilia Villesi. “Una donna qualunque” -come scrive Alessio Lega su A-Rivista Anarchica- “che per stanchezza di vivere, si suicida gettandosi nel Po: non è il suicidio romantico di un poeta che corre contro la sua tempesta, piuttosto una resa all’orrore del vivere magro e inutile del quotidiano, sapendo che i propri giorni non possono cambiare, è l’eutanasia della vita intesa come un male inguaribile.” (antiwar songs.org/canzone.php?id=43603&lang=it) È l’anno del sole più inquieto quando il cane scappa dalla casa e un vitello ubriaco sul prato sta uccidendo a cornate i piccioni. Tutti i fiori hanno il cuore gelato. Un fiume striscia lento sul petto con il pelo di un lupo di monte e racconta le sue prime storie. Dentro al cielo di vino bollito questo fiume di ghiaccio e di penne strappa lampi di fuoco dai campi e ha un ombrello aperto sull’acqua. Donna e albero sono invecchiati. Liberata è la sedia e la porta, questa è l’ora: nessuno rimane. La pianura è quell’erba che giuoca. La donna inforca la bicicletta è fra i canneti e l’argine alto, è sul fiume e si toglie le scarpe: schiuma l’acqua, la vita ha fretta. Donna e albero sono invecchiati. La miseria è la fame più nera. Lì sul fiume si toglie le scarpe. Stringe in mano sei fiori strappati. Passa un’onda, la donna si butta. Corre l’onda, la donna è annegata. Spezza l’onda la lunga giornata. Strappa l’onda quell’ombra che c’era. Era l’ombra di Emilia Villesi sconfinata per orrore nel Po, bicicletta e scarpe per terra, stretti in pugno i fiori dei mesi. I capelli neri di fumo, voci delle vedove sull’acqua, schiaffi delle mani con le spine, un ombrello aperto sopra l’acqua. La miseria è la fame più nera; Villesi Emilia con miseri panni. Si è gettata nell’acqua del Po, Dentro ci vive per mille anni.
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 09:13:40 +0000

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