Francesco Durante QUEI MANICHINI - TopicsExpress



          

Francesco Durante QUEI MANICHINI VESTITI!!! ____________________________ ------------------------------- ADESSO GIORNALE ONLINE------------------- ----------------------------------------------------------------------- ----------------------ADESSO- ALLE FONTI DELLA PIETA POPOLARE- Scritto da FRANCESCO DURANTE- ----------------------------------------- ................................................................................... ______________________________________________ VERO FRUTTO DEI SECOLI BUIO DELLA PIETA POPOLARE IN GRAN PARTE DEI CENTRI PUGLIESI -------------------------------------------------------- Un esempio di “manichino vestito” è quello di San Nicola di Bari. La data, 1794, è posta sulla pettorina nascosta dall’abito, realizzato dal napoletano Giovanni Corsi. Statue a manichino ( altezza di m. 1.55-1.65 circa) sono utilizzate ancora oggi per la “teatralizzazione” e “spettacolarizzazione” dei riti sacri, soprattutto del Venerdì Santo. Nelle processioni appaiono le “madonne vestite” personaggi reali tra orazioni, canti e portamento delle novelle prefiche . Il “manichino vestito” è una statua leggera, ch’è più facile portare a spalla. Le “madonne“vestite a manichino” sono di epoca moderna (sec. XVII, XVIII e XIX) , che non vanno confuse con quelle medievali tutte lignee, scolpite interamente in un unico blocco di legno. Le stesse, che, in epoca barocca, verranno ammantate di stoffe preziose. Le stesse statue medievali,che resistono nel tempo, ammodernate a partire dal XVII sec.. Gli abiti sono sontuosi, che lasciano scoperto il volto e le mani. Un esempio?, la“Madonna dell’Incoronata a Foggia (sec.XII) dalle vesti ricamati a filo di oro e argento ” celanti le forme” arcaiche ; altro, Santa Maria di Valleverde a Bovino (sec. XIII) dal volto dipinto, occhi e bocca dall’espressione moderna . I Confratelli anch’essi ammantati a manichini Committenti in epoca barocca di “manichini vestiti” erano le Confraternite : le statue venivano portate in processione almeno una volta l’anno. Un classico è l’immagine dell’Addolorata, protagonista con i Misteri per le vie del paese in una novella rappresentazione tra paganesimo ed atteggiamento controriformistico ante litteram. Cui si aggiunge la Desolata, portata in processione il “Sabato Santo” a cura della confraternita del luogo, S.S. Sacramento, com’anche la“madonna del Rosario”( qui si intende il manichino, cioè il simulacro, non già la Vergine Santa…) che sfila per le vie centro e la si fa sostare, solitamente, davanti al Palazzo di città, riccamente adornata di ori, collanine, pindidiffi, braccialletti che dondolano nelle mani ed al collo di cartapesta del “manichino” apparecchiato a festa. E’ ovvio, che, il momento più importante per le confraternite è quello dell’esposizione di se stesse nella vetrina pubblica; il momento della celebrazione plausibile del culto e della devozione alla “madonna” o ai santi venerati ed altri simulacri simili. E’ ovvio ch’è si tratta di strascichi medioevali, residui istintivi spagnoleschi , di sola facciata: il momento dell’ostentazione di una potenza senza costrutto, manifesta solo con la pompa; dietro il nulla, il vuoto dei restanti giorni feriali. Basta analizzare il termine, appunto di: SIMULACRO o di Manichino, vestito, bardato per la solennità! Oggi di moda, stranamente! Non siamo forse nell’era dell’immagine?, nel regno dei set di plastica, delle tv, delle masse abbrutite che cercano dai santi e dalle madonne una vincita al lotto( ai “gratta e vinci”), il miracolo, la grazia, la guarigione, un certo benessere fisico, soprattutto economico! Si tratta di simulacri concepiti nel tempo in cui le chiese sapevano di morte, tra ceri fiochi e fiori secchi, penombre pestifere, che esalavano dai pavimenti, sotto cui erano sepolti i cadaveri. Che faceva il paio con il terrore disseminato da certi missionari gesuiti del ‘600 e crociferi ( certi quaresimalisti da baraccone, con il teschio in mano, le corde al collo, i “pisuli” e la “disciplina”, il crocifisso, le ceneri sulle “cape” rasate; che riuscivano di creare stati di emotività tra la povera gente sempre più affamata, sottoposta ad estenuanti digiuni. Della statua della “madonna”, realizzati in legno o cartapesta sono la testa e le braccia e le mani, mentre il corpo, lo abbiamo detto, un“manichino” da “coprire”. Dove occorreva avere corpi più sagomati, si creavano manichini più elaborati, composti da due parti: il busto (completo di braccia mani e testa) in legno o cartapesta, collegato alla seconda parte costituita da una macchina lignea a forma di “gabbia” o “girello”. Le due parti vengono ancora oggi ricoperti da un unico abito prezioso, modellato sul busto, ampio nella parte inferiore, tanto da ricoprire la gabbia che fa da volume all’abito stesso. Nei camarines” dei retabli spagnoli. Le “madonne a manichino” presentano lineamenti popolari: bellezza tutta terrena, non certamente “divinizzata”. L’accentuato realismo è dato dall’uso degli abiti sgargianti realizzati con ricami e tessuti preziosi, a carattere profano, e dal viso espressivo, per via del colorito dell’incarnato, e dagli occhi in pasta vitrea, dall’utilizzo di fluenti parrucche determinate da capelli veri . In occasione della processione, la madonna veniva e viene sottoposta al rito della vestizione . L’evento è un rituale privato, a volte, quasi segreto, privilegio di famiglie un tempo facoltose, oggi di poche consorelle (e in alcuni casi di una sola); le pie donne si riuniscono intorno alla statua spogliandola, togliendole l’abito giornaliero, facendole indossare (a partire dalla biancheria intima) gli abiti solenni e sontuosi della cerimonia. Infine l’adornano con gli ori donati dai fedeli, con un’attenzione commossa come se fosse una figlia o una sposa. Di solito la “madonna” viene “vestita” in chiesa o in sacrestia e a volte in stanze deputate all’occasione .Analoghi ai riti che avvengono negli appositi “camarines” dei retabli spagnoli. Purtroppo non sempre il simulacro conserva il primitivo abito originale. Numerosi sono gli esempi della statuaria mariana a “manichino vestito” non ancora censiti in Puglia. Nei nostri paesi abbandonati da dio e dagli uomini non si ha notizie di nulla, tutto si consuma all’interno di ciascuno sodalizio mariano o non mariano: nelle penombre dei segreti( di pulcinella). Nel paese dei presepi tutto l’anno( Castellaneta) la cosa è ancora più oscura, predomina l’apparenza festiva, il resto è silenzio; prevale, appunto lo sfoggio per le vie centrali,per il corso maggiore della cittadina ormai ridotta a dormitorio;non certamente la volontà di andare in profondità; più avanti mostro la bibliografia, è possibile vedere cose avviene altrove in termini di studi e restauri e voglia di conoscenza e fruizione collettiva e conservazione del proprio patrimonio di religiosità sociale. Anche per quanto riguarda lo studio delle origini di eventi socio- religiosi, e di altre manifestazioni nate certamente nell’ambito di una sofferta, piagata pietà popolare. Esiste, tuttavia per un retaggio storico, per una condizione di crisi perenne esistenziale del popolo, una forma di pianto continuo, di pathos congenito ambientale e, quindi culturale, di un “diffuso quando radicato ancestrale culto de l’Addolorata e, quindi, della conseguente rappresentazione in statuaria dell’Addolorata. Come afferma la prof.ssa Bertoldi Lenoci si tratta di “ una profonda e forte componente tragica della concezione della vita e del mondo“ delle genti pugliesi. A Castellaneta ogni anno si verifica la sorprendente manifestazione di partecipanti prefiche, in gramaglie che cantano un inno particolare accompagnato dalla banda musicale, alle processioni nel corso dei riti della Settimana Santa. Ci vorrebbero dei sociologi, o, meglio dei valenti antropologi per studiarne il fenomeno, a distanza di secoli dal medioevo e dagli inizi dell’era moderna!; parliamo di sin troppe “donne del popolo” nel tempo della globalizzazione, che aumentano in maniera esponenziale man mano aumentano gli anni duri della crisi esistenziale materiale, e morale, o dei cosiddetti “valori”, come oggi li chiamano con un termine( valori!!!) che non significa nulla… .Di manichini vestiti , indicativa di tutta la Puglia ( secoli XVII- XVIII – XIX), specie nelle chiese domenicane ove sono presenti i sodalizi del SS.Rosario , troviamo, tra le le “madonne”, la “Desolata”, cioè“Colei che cerca il figlio”, e “l’Addolorata” ,“Colei che piange il figlio morto”. Sono vestite in nero. L’Addolorata presenta, in pieno petto conficcato, lo spadino, a volte ne ha sette, la Madonna dei Sette Dolori(…). _______________________________ Mi piace · · Non seguire più il post · 2 ore fa
Posted on: Mon, 11 Nov 2013 19:19:45 +0000

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