IL CUORE NON BRUCIO We shall not cease from exploration, And - TopicsExpress



          

IL CUORE NON BRUCIO We shall not cease from exploration, And the end of all our exploring Will be to arrive where we started And know the place for the first time T.S, Eliot Il cuore non bruciò (sottotitolo Sulle orme di Shelley- Mauro Baroni editore, Viareggio-Lucca, 1995, pagg.131) è stata una delle ultime opere di Florio Santini, maestro della tecnica musiva, vecchio giramondo morto a ottantacinque anni nella sua Lucca, tra le braccia di una delle sue figlie. Florio aveva soggiornato fino a pochi mesi prima , per oltre vent’anni , nel Salento , ad Otranto e Casamassella , in un castello , con la seconda moglie , la principessa vietnamita colta, raffinata e deliziosa , simpatica e umanissima, Siou Wan, a cui Santini dedicò questo libro e molti altri, e una muta di cani e gatti (credo che ne avessero una ventina) . Con la sua vasta cultura da internazionale , da vero poliglotta (conosceva quattro lingue) e soprattutto quel suo cuore da ragazzaccio della lucchesia , ancora pieno di curiosità e passione , con la inestinguibile voglia di conoscere , di esplorare , di sapere dov’è il luogo della fine dell’avventura , dell’esplorazione , dell’altrove, Florio è stato popolarissimo in tutta la Terra d’Otranto .Non cè ambiente culturale della Provincia di Lecce , circoli o scuole di ogni ordine e grado, che non labbia visto almeno una volta protagonista. E non di rado c’ero anch’io con lui che lo intervistai in diverse occasioni per i programmi culturali di Teleonda Gallipoli, emittente con cui a quel tempo collaboravo. Affabulatore straordinario, maestro dei simposi letterari, intellettuale anticonformista ,scanzonato adolescente, vagero o pensatore anarchico, geologo o archeologo del costume , panteista, e quindi, a modo suo, profondamente religioso, con questo libro il vecchio ragazzo si cimentò addirittura in un romanzo, che non è solitamente il suo genere e non è nella sua struttura, nelle sue corde. Ed eccovene il plot. Di rientro in Patria dopo anni di operatore culturale per conto degli Affari Esteri, Santini vagheggia di una casa sul mare nel Golfo dei Poeti (La Spezia); andando sulle orme di Shelley trova una lettera apocrifa scritta il 27 agosto 1822, un mese e mezzo dopo il naufragio dellimbarcazione Ariel con a bordo il poeta inglese e il suo amico Williams: Abbiamo bruciato i corpi di Shelley e di Williams sulla spiaggia, per poterli rimuovere e render loro regolare sepoltura. Non potete avere alcuna idea dello straordinario effetto duna simile pira funeraria, su una spiaggia desolata, con le montagne per sfondo e il mare innanzi, e il singolare aspetto che il sale e lincenso davano alla fiamma. Tutto di Shelley si consumò, tranne il suo cuore, che non volle prender la fiamma, ed è ora conservato nello spirito di vino (pag.120)
Posted on: Tue, 12 Nov 2013 23:04:02 +0000

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