INTERVISTA A Lazar Moiseevič Kaganovič (1893-1991) un - TopicsExpress



          

INTERVISTA A Lazar Moiseevič Kaganovič (1893-1991) un comandante delle armate bolsceviche nella guerra civile contro i bianchi, membro del Politbjuro, vicepresidente del consiglio dei ministri ...DA UN ARTICOLO DI REPUBBLICA DEL 1990 Lei ha conosciuto Stalin molto da vicino. Com era? Iosif Vissarionovic era un uomo molto prudente. Molto. Un uomo che vedeva molto lontano. Oggi dovremmo chiederci: davvero avremmo potuto combattere il fascismo, se fossimo rimasti un paese non industrializzato, non collettivizzato? Avrebbe potuto, il nostro arcaico villaggio agricolo, nutrire l esercito e le città? Chi avrebbe il coraggio di rispondere sì a questa domanda? Dovremmo chiederci: perché morì lo zarismo? Perché non aveva niente con cui nutrire l esercito. Non aveva abiti per vestirlo. Era un esercito nudo, scalzo, e affamato, quello dello zar, e non aveva niente da sparare. Noi, invece, nella lotta al nazismo, dopo le ritirate abbiamo cominciato ad aumentare, aumentare, aumentare la nostra potenza militare, e abbiamo mandato al fronte decine di migliaia di pezzi d artiglieria. Quando assalimmo Berlino, fu un attacco mai visto per intensità e potenza. Da dove abbiamo preso tutti quei carri armati e aerei? Senza la politica di Stalin non saremmo arrivati mai a niente, saremmo morti tutti quanti. Cosa sarebbe stato dell Urss, se non avessimo compiuto in dieci anni i progressi per i quali occorrono normalmente cinquanta o sessant anni? Il fascismo non aspetta, non avrebbe aspettato. Il nostro paese sarebbe stato distrutto. E tutti questi merdosi patrioti di oggi non lo vogliono capire, come non lo capiscono più molti comunisti. Bisognava prendere la strada di Bucharin, dicono, la strada di Kondriatev... Ebbene, cosa sarebbe successo se avessimo seguito la loro strada? Saremmo stati schiacciati io ne sono profondamente convinto. Saremmo stati schiacciati per cinquecento anni, sarebbe stato molto peggio del giogo tartaro. Ecco che fine avrebbe fatto la Russia. Abbiamo guadagnato due anni con il patto Ribbentrop-Molotov, due anni, dal 39 al 41, cruciali per lo sviluppo dell industria, per il rafforzamento dei trasporti. Ma adesso è più facile incolpare Stalin e la sua era di tutto. Non ha mai avuto ripensamenti sugli arresti di quell era, sulle violenze e le vittime della campagna di collettivizzazione delle campagne? Il primo punto da ricordare è che la collettivizzazione fu il proseguimento di una linea leninista. Ci furono degli eccessi? Sì. Ma dove e quando non ci sono? Ci sono sempre. Quando combatti una guerra, è difficile stabilire in anticipo quante cartucce sparerai. Il nemico occupa una nostra città, dobbiamo riprenderla. Ma dentro la città c è la nostra gente, degli innocenti che potrebbero essere uccisi nell attacco. L esercito griderà ugualmente: all assalto, perché così deve essere, in tutti i tipi di guerra. Sì, il risultato è che soffrono anche gli innocenti. Ci furono vittime innocenti nella collettivizzazione delle terre. Ma c erano anche i contadini ricchi, influenti, legati alla chiesa, che perturbavano, ostacolavano. Cosa si doveva fare? E nell industria c erano i sabotaggi
Posted on: Fri, 29 Nov 2013 14:23:06 +0000

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