Il surrealismo della situazione politica italiana va assumendo - TopicsExpress



          

Il surrealismo della situazione politica italiana va assumendo connotati che travalicano i confini nazionali. Nel vero e proprio senso letterale del termine. Nel Paese dove a parole tutto e il suo contrario appare possibile, e in molti frangenti persino doveroso, come nel caso delle riforme millenarie che ci attendono, ma dove nulla nella realtà mai accade, succede che istituzionalmente parlando, il sindaco di una città meravigliosa come Firenze decide di iniziare un tour nelle principali cancellerie europee e non. Sto ovviamente parlando di Matteo Renzi e della sua visita alla Merkel consumata giovedì scorso. Il giro degli onori pellegrinato dal sindaco dovrebbe continuare, stando a quel che si dice, tappando sulla cartina Parigi e Londra. Per avere come apice, non si sa con quale tempistica, la calata sulla Casa Bianca ospitante Obama. Un vero e proprio camminamento da Capo di Stato. O di Governo. Tuttavia per puro caso il suddetto Renzi non è al momento né l’uno né l’altro. Per carità, non che il sindaco di una importante città italiana non possa e non debba incontrare i vertici politici esteri nelle principali capitali europee e mondiali. Solo che qui la condotta stramba non sta tanto nell’atto in sé, quanto nel suo significato politico. Nel suo simbolismo mediatico di comunicazione. Nella sua percezione di accaduto nell’opinione pubblica italiana. Ma non solo. Perché a scanso di equivoci è bene far presente che Renzi si è recato in Germania non come sindaco di Firenze, carica ricoperta ormai solo formalmente, non più fattivamente, quanto piuttosto come papabile leader di partito e/o di Governo. Anche Obama, prima di essere eletto alla presidenza degli Stati Uniti nel 2008, promosse la sua figura in giro per il mondo. Ma lo fece da candidato ufficiale del partito democratico USA alle presidenziali. Una condizione politica molto differente da quella del sindaco italiano. Ma c’è dell’altro. La struttura partitica e di Governo degli Stati Uniti è semplice e allo stesso tempo efficace nonché efficiente. Non sono possibili colpi a sorpresa. Il sistema elettorale è sì complesso, così come pure di stampo ottocentesco, ma in cambio non permette nemmeno alla lontana di arrivare alle paralisi parlamentari nostrane. E non c’è bisogno che scenda nei dettagli per dare corpo all’enunciato. Quindi di fatto, nel caso di Renzi siamo di fronte a una situazione di difficile decifrazione. Il sindaco ufficialmente non è ancora candidato a nulla. Né alla segreteria del suo partito, il PD, visto che non sono ancora uscite date, regole e procedure; né tantomeno alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Visto che Napolitano non mi pare abbia sciolto le Camere; né mi pare che il Governo Letta sia caduto, e che si stia cercando in Parlamento un’altra maggioranza capitanata da un altro timoniere. Niente di tutto ciò. E allora Renzi cosa è andato a fare a Berlino? E soprattutto, cosa è andato a dire alla Merkel? Forse che lui si candiderà alla guida prima del PD e poi del Governo? E se anche fosse? Cosa mai dovrebbe importargliene alla Merkel? Lo stesso dicasi per Hollande, per Cameron e per Obama. Vorrei capire come poter decifrare il comportamento di Renzi, ma per le mie possibilità risulta impresa ostica. Potremmo dire che il sindaco ha fatto una prova? Che ha fatto finta di essere ciò che ancora non è? E che potrebbe in linea teorica non diventare mai? Come i bambini che si mascherano a carnevale, incarnando quello che vorrebbero essere o divenire da grandi un giorno? Al cospetto di genitori premurosi e reggenti il loro grazioso gioco? Forse Renzi ha enunciato alla Merkel il suo futuro programma politico/elettorale di Governo? Ancora prima di comunicarlo a chi dovrà/dovrebbe votarlo? E poi quanta confusione: nel dire o non dire chi come e perché ha lavorato a questa visita e a quelle ancora in cantiere. Con quali risvolti sulla tenuta dell’attuale esecutivo? Perché questo dire e non dire? A metà tra la segretezza e lo scoop giornalistico voluto di soppiatto? Sicuramente preparato. Con uscita in differita. Forse Renzi vuole farsi bello in casa giocando a fare l’importante oltreconfine? Una specie di giro internazionale preventivo? Come dire: tanto il futuro sono io. Vincerò io le prossime primarie di partito. Le prossime elezioni. Sarò io il prossimo Premier. Trovo questa situazione e questo comportamento semplicemente allucinante. Oltreché irresponsabile. Mentre il Paese galleggia, gli aspiranti capitani di vascello ballano sul ponte principale con le migliori personalità della scena politica mondiale. Senza aver ancora detto una sola parola (tecnica, non mediatica) su come intendono salvare la barca che affonda. Ma la cosa più strana di tutte è che quelle personalità internazionali fanno loro da balie mediatiche. Prestandosi alla recita. Alimentando in tal modo a dismisura la confusione pubblica e le velenose pastoie politiche!!!
Posted on: Mon, 15 Jul 2013 12:27:19 +0000

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