LA MARCIA SU ROMA, 28 OTTOBRE 1922, STORIA E POLITICA: LA - TopicsExpress



          

LA MARCIA SU ROMA, 28 OTTOBRE 1922, STORIA E POLITICA: LA NECESSITA INELUTTABILE DELLAVVENTO DEL FASCISMO AL POTERE Alla fine del primo conflitto mondiale, lItalia raccolse i cocci di una vittoria mutilata. Da una parte lìnsofferenza ed il legittimo risentimento per le promesse non mantenute al tavolo della pace montarono i sentimenti di unautentica e legittima indignazione; dallaltra, londa rossa, proveniente dallEst bolscevico, minacciava equilibri e assetti tanto faticosamente cercati ed auspicati. La proprietà privata traballò sotto i colpi dellanarchia e del caos. Il Paese chiedeva ordine, rispetto delle regole e disciplina! Gli scioperi indiscriminati che si susseguirono e loccupazione delle fabbriche che ne seguirono furono la dimostrazione del fatto che il Paese stava imboccando la strada del bolscevismo, quel fenomeno rivoluzionario che aveva ibernato già la Russia, sotto le coltri di una tempesta di neve, di fame, di sangue e di freddo che relegherà centinaia di milioni di uomini, per almeno settanta anni, ai margini della civile convivenza. Mussolini pose un argine e un freno ad una deriva anarcoide ed eversiva. Il Suo governo ottenne il voto della stragrande maggioranza di un parlamento che era fascista per una minima ed insignificante percentuale Senza il sostegno dei partiti cattolici e liberaldemocratici, da quello popolare vicino al Vaticano a quello liberale di Giolitti e Salandra, con appena 35 deputati, Mussolini non sarebbe mai andato al potere. Il 16 Novembre si presentò al Parlamento dove ottenne alla Camera una larghissima maggioranza (306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti). Schiacciante fu la fiducia ottenuta al Senato dove i voti contrarti furono solo 19. In Parlamento Mussolini incassò la piena fiducia di personalità politiche di grande rilievo come i futuri presidenti della Repubblica Enrico De Nicola e Giovanni Gronchi (che entrò nel governo come sottosegretario all’industria e al commercio). Figuravano anche nomi importanti del panorama politico italiano come quello di Alcide De Gasperi, futuro Presidente del Consiglio nell’immediato dopoguerra, e dei precedenti capi del Governo Giolitti, Salandra, Facta, Bonomi e Orlando. Filippo Turati, addirittura, si astenne! La sua nomina fu salutata con soddisfazione da personalità del mondo culturale e accademico come Luigi Pirandello, Guglielmo Marconi e Giuseppe Ungaretti. LItalia era salva! Lideale nazionale, sociale e morale del Paese aveva la meglio sulle bandiere rosse che oltre cortina avevano già seminato morte e violenze.
Posted on: Mon, 28 Oct 2013 09:31:04 +0000

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