LItalia accelera a Dubai Nella terra dei record si moltiplicano - TopicsExpress



          

LItalia accelera a Dubai Nella terra dei record si moltiplicano le opportunità per le aziende Verso il Medio Oriente. Dopo la Gran Bretagna, lexport punta a scavalcare la Germania negli Emirati Mondo & Mercati I SETTORI TRAINANTI Accanto a prodotti di lusso e arredamento, le occasioni nascono dallo sviluppo dei grandi progetti legati a infrastrutture e trasporti Giulia Crivelli Il Sole-24 Ore - 2013-10-22 - Pag. 49 «Siamo gente del deserto, siamo nati e abbiamo vissuto tra le dune, molti dei nostri genitori non sanno leggere né scrivere e ignorano lesistenza di internet. Al mattino, se gli impegni di lavoro ce lo permettono, torniamo tra le dune ad allenare i nostri falchi. Ma abbiamo studiato allestero, oggi siamo cittadini del mondo e vogliamo che Dubai sia la New York del futuro». È una dichiarazione di intenti, quella di Mohammed Alabbar, uno degli uomini più potenti e ricchi degli Emirati arabi uniti e presidente di Emaar Properties, un gruppo da 2,8 miliardi. Ma è anche una spiegazione della mentalità diffusa tra gli abitanti degli Emirati. Alabbar ha costruito il più grande shopping center del mondo (il Dubai Mall), ledificio più alto del mondo (il Burj Khalifa, 828 metri che sembrano usciti da un film di fantascienza), sta progettando lOpera House più imponente del Medio Oriente e ha appena organizzato il più importante evento di moda dellanno nella regione (si veda Il Sole-24 Ore dell11 ottobre). «Negli Emirati arabi uniti la parola che tutti vogliono sentire è record. Ambiscono a essere i numeri uno, a entrare nel guinness dei primati, con tutto quello che fanno o progettano», ha spiegato ieri a Milano Adriano Martella, direttore creativo di Filmaster Events, la società italiana presente negli Emirati dal 2007 e conosciuta nel mondo per aver firmato alcune delle recenti inaugurazioni olimpiche. Loccasione è stata il convegno Italia verso il Middle East, organizzato in collaborazione con Il Sole-24 Ore da Twister communications group, una delle principali società italiane del settore, che da qualche anno ha aperto una sede a Dubai, il più dinamico dei sette Emirati. «Pensiamo che sia importante per le aziende italiane, in particolare per le Pmi, comprendere fino in fondo le opportunità che offrono gli Emirati in termini di crescita del business», ha confermato Fabio Raineri, presidente di Twister. I numeri parlano da soli: Mauro Marzocchi, segretario della Camera di commercio delle imprese italiane negli Emirati arabi uniti (una federazione composta da Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn, ndr), ha detto che «nel 2012 il Paese è stato lottavo mercato di sbocco delle nostre esportazioni a livello mondiale» e che «nel primo trimestre del 2013, le aziende italiane hanno incrementato il livello di esportazione del 10% rispetto al 2012. Tra i settori trainanti – ha precisato Marzocchi – ci sono larredamento (+48%), la cosmetica (+44%) e i prodotti di lusso (+56%). Nel 2012 lItalia ha scavalcato il Regno Unito tra i Paesi dellUnione europea esportatori negli Emirati e ora dà lassalto alla Germania». Lincremento maggiore è stato però nel reparto tecnologico (computeristica ed elettronica), +144%, e nel settore dei trasporti, +243%, come è giusto aspettarsi visto lenorme numero di progetti immobiliari e di infrastrutture che, dopo la bolla immobiliare del 2009-2010, hanno ricominciato a crescere sia ad Abu Dhabi, dove ha sede la capitale politica, sia a Dubai. Significativa la testimonianza di Riccardo Samiolo, special project director di Came, azienda piemontese specializzata in cancelli automatizzati, nel Paese dal 2005: «Negli Emirati non cè solo richiesta di prodotti di lusso per complessi residenziali principeschi. Cè domanda di sicurezza e della tecnologia per ottenerla». Accanto alle aziende di meccanica, eccellenza italiana riconosciuta nel mondo, cè molto spazio per chiunque rappresenti, a vario titolo, il nostro stile di vita. «Guzzini è nel team di progettazione dei quattro super-musei cloni di quelli occidentali in fase di creazione negli Emirati – ha sottolineato Paolo Guzzini, vicepresidente dellomonimo gruppo di illuminazione di design –. La nuova tecnologia Led ha suscitato enorme interesse e apre scenari di grande sviluppo per tutte le aziende italiane del settore». Opportunità che si possono cogliere a patto di «conoscere tutti gli aspetti normativi, amministrativi e fiscali degli Emirati», ha precisato Roberto Granello della società di consulenza Kelmer Middle East. Un potenziale confermato dallimpegno di Sace, come ricordato dal presidente Giovanni Castellaneta: «Nellarea sono allo studio 2 miliardi di euro di nuovi progetti, prevalentemente nei settori dellacciaio, dellimpiantistica e delle costruzioni e prevediamo che nel periodo 2014-2017 lexport italiano salga di un altro 9%». Gli appuntamenti più vicini riguardano però il cibo: il 29 ottobre Eataly aprirà a Dubai, mentre dal 6 al 10 novembre si svolgerà lItalian cuisine world summit, che porterà 25 chef italiani a Dubai, da Sadler ad Alaimo. Se gli emiratini vogliono sempre il meglio, con la cultura del cibo italiano vanno sul sicuro.
Posted on: Wed, 23 Oct 2013 18:01:52 +0000

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