"La città bruciava in quell’inizio torrido d’estate e - TopicsExpress



          

"La città bruciava in quell’inizio torrido d’estate e Cristiano aveva imparato a vivere tra le fiamme: cuore di vilucchio, ossigeno per i desideri, pane di scorta. Companatico, anche, e merendine sigillate in sacchetti trasparenti sul cui fondo rotolavano i grani di zucchero della glassa, tanto che potevano risuonare, quegli involucri, come timide maracas dell’acquolina in bocca, e oltre alle merendine metteva in borsa un trafuglìo di ammennicoli di nessuna utilità e ambigue origini. I nutrimenti dell’anima, invece, li ingollava a naso tappato e alla cieca; sicché non sapeva mai di cosa si stipasse, né da quali dispense provenisse l’arraffo che a luci e ombre governava il fondo del suo sguardo. Altri le conoscevano bene le proprie dispense, come il Bellezza, ad esempio, che arrivava ogni giorno in magazzino col suo corredo di stampa color rosa. “Qui c’è tutto quello che serve” diceva sbandierando La Gazzetta dello Sport e Il Sole-24 ore “il resto son bischerate”. E dopo aver caricato le attrezzature sul furgone si tuffava nella lettura mentre il taciturno Meattini faceva cantare il diesel della ditta lungo le strade dell’Italia centrale, e puzzapiedi Buggiani si scaccolava il naso fin quasi alle radici degli occhi. Destinazione? Sempre la stessa: Lavoro. Il paese più ubiquo che esista, il solo che conti, perché è il modo in cui ti sbatti dalla mattina alla sera ad assegnarti il tuo posto nel mondo, altro che seghe. Avevano montato controsoffitti di alluminio in molte fabbriche orafe e laboratori dentistici della provincia, perlinati di noce in diversi studi professionali ricchi di boiserie, incollato prati sintetici attorno a piscine di alberghi a Chianciano Terme e San Gimignano, eccezionalmente avevano rimosso e sostituito la moquette di un ufficio tutta macchiata di sangue perché il titolare della ditta si era sparato un colpo al cuore proprio lì per via, sembra, di certe irrecuperabili perdite finanziarie. Sempre disposti a mangiare dove capitava, a ripararsi alla meglio dal freddo e a cercare ombre che lenissero il caldo, sempre a parlare di figa in modi che non avrebbero di certo potuto favorirne l’avvento per quanto lontani erano dalla sensibilità femminile, giorno dopo giorno a sperare in qualcosa, almeno Cristiano, che intervenisse a salvarlo da quella sorta di malefica salvezza-rovina che intravedeva senza via d’uscita per quanto la paga mensile, alla resa dei conti, riusciva a compensare l’abbrutente perdita di vita utile che quel lavoro in fondo gl’infliggeva".
Posted on: Fri, 02 Aug 2013 14:52:24 +0000

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