Lettura a Brescia E Bazoli ricorda Moro sulla giustizia Quando - TopicsExpress



          

Lettura a Brescia E Bazoli ricorda Moro sulla giustizia Quando il Vangelo è impegno sociale DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA - Il banchiere che legge la Bibbia ricorda uno scritto di Aldo Moro: «Forse il destino dell uomo non è di realizzare pienamente la giustizia, ma di averne perpetuamente fame e sete. Ma è sempre un grande destino». Giovanni Bazoli ha concluso così le riflessioni sulla giustizia inserite nel ciclo «Dialoghi con Dio, le Beatitudini». Il presidente di Intesa è nella sua città, Brescia, chiamato a commentare all auditorium San Barnaba il testo biblico: è quasi una consuetudine, e in parte una sfida, alla quale «Nanni» non si sottrae. Anzi. Come in altre occasioni il banchiere richiama il Vangelo (in questo caso è Matteo: «Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati») per rinnovare l aspirazione rivoluzionaria del cristianesimo: «Il messaggio delle Beatitudini può diventare la tavola dei valori di riferimento di un intera società, il fondamento di un etica e un diritto comuni a chi crede in Dio e ai non credenti. Un ordine più giusto: e per ciò stesso rivoluzionario rispetto a quello consolidato dei rapporti esistenti, tutti improntati alla logica degli interessi più forti». La giustizia divina, nella quale l umana trova «il modello da seguire e imitare», è «prendersi cura dei più deboli, degli indifesi», «legata inscindibilmente all idea di eguaglianza» e «totalmente perequativa». Insomma: «Imitare la giustizia divina significa aderire a un manifesto rivoluzionario rispetto ai codici del mondo». Non è quindi «conforme alla giustizia divina che gli ordinamenti giuridici servano a difendere l ordine esistente, a preservare e consolidare le situazioni di possesso. Non è giustizia la politica basata sulla forza». Il banchiere però sa bene che la «rivoluzione della società civile e politica nel senso cristiano della giustizia non c è stata». E «appare agghiacciante il quadro delle ingiustizie che continuano a consumarsi sulla terra». Ciò è ancora più grave visto che «fino all epoca moderna gli ordinamenti degli Stati occidentali e le strutture sociali sono state fortemente influenzati dalla Chiesa». Che «non ha saputo valorizzare e riconoscere tempestivamente l azione dei riformatori. Troppo spesso la difesa dell ordine esistente e la convenienza di mantenere rapporti con il potere hanno frenato l apertura al nuovo». La riconciliazione con il mondo moderno è «recente». Qual è l impegno di credenti e non? «L innesto della giustizia evangelica nelle strutture sociali e istituzioni». Anzitutto, dice Bazoli, «non è corretto impostare il tema solo in termini di virtù e generosità». E un problema di giustizia: «Se il povero dona è bontà, ma se il ricco dona al povero è giustizia». La cultura economica dominante, che «sprona all affermazione degli interessi personali e alla massimizzazione degli utili aziendali, comporta che agli emarginati e ai poveri possano essere accordati solo interventi motivati dalla compassione». Questa è «l ispirazione culturale e religiosa che ha portato l amministrazione americana a proporre in politica ed economia programmi e piani che lasciano solo lo spazio di un attenzione compassionevole alle categorie svantaggiate». Ma è giusta e non compassionevole l economia che tutela e riconosce i diritti mirando a «rispettare la dignità di ogni uomo e di ogni popolo». «L Europa è fondamentale da questo punto di vista, se consideriamo i diversi orientamenti che hanno verso il problema della giustizia il mondo anglosassone e quello islamico». Bazoli chiude l intervento con una nota personale. Ricorda il fratello, Luigi: «Poco dopo la morte, un suo amico mi faceva notare come l espressione più frequente a cui ricorreva nel giudicare ogni fatto fosse questa: è giusto, oppure non è giusto». Ecco il destino di fame e sete di giustizia. Ed ecco Moro: «Un grande destino».
Posted on: Tue, 19 Nov 2013 23:13:05 +0000

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