Marina imperiale giapponese Da Wikipedia, lenciclopedia - TopicsExpress



          

Marina imperiale giapponese Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Se riscontri problemi nella visualizzazione dei caratteri, clicca qui. Marina imperiale giapponese 大日本帝國海軍 (Dai-Nippon Teikoku Kaigun) Bandiera della Marina imperiale giapponese. Bandiera della Marina imperiale giapponese. Descrizione generale Attiva 1869—1947 Nazione Impero giapponese Tipo Marina militare Battaglie/guerre prima guerra sino-giapponese guerra russo-giapponese prima guerra mondiale seconda guerra mondiale Comandanti Comandanti degni di nota Isoroku Yamamoto, Togo Heihachiro, Hiroyasu Fushimi. Simboli Sigillo della Marina Imperiale Giapponese Sigillo giallo nella roma di un fiore con sedici petali. vedi bibliografia Voci di unità militari presenti su Wikipedia La Marina imperiale giapponese (kyūjitai: 大日本帝國海軍 shinjitai: 大日本帝国海軍 Dai-Nippon Teikoku Kaigun[?·info] o 日本海軍 Nippon Kaigun, letteralmente Marina dellimpero del Grande Giappone) fu lapparato militare navale dellImpero giapponese dal 1869 fino al 1947, quando venne disciolta in seguito alla rinuncia del Giappone alluso della forza come mezzo per la risoluzione di dispute internazionali[1]. Negli anni venti fu la terza più grande marina militare del mondo dopo la statunitense U.S. Navy e la britannica Royal Navy. A causa della natura insulare del Giappone fu anche la più importante e significativa arma delle sue forze militari, visto che ogni offesa al territorio nazionale doveva provenire dal mare, così come ogni materia prima per lindustria considerato che il territorio stesso ne è privo[2]. Le origini della Marina imperiale giapponese risalgono alle prime interazioni con le nazioni del continente asiatico a partire dallinizio del periodo feudale fino a raggiungere un picco di attività tra il XVI e il XVII secolo in unepoca di scambi culturali con le potenze Europee. Nel 1854, dopo due secoli di stagnazione in seguito al periodo di isolazionismo imposto dagli shogun del periodo Edo, la marina giapponese era relativamente arretrata quando il paese venne forzatamente aperto al commercio dallintervento statunitense. Questo condusse infine alla restaurazione Meiji, un periodo di modernizzazione e industrializzazione frenetico, accompagnata dalla reintegrazione del potere dellimperatore del Giappone. Dopo un storia di successi, in alcuni casi contro nemici molto più potenti, come nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e nella guerra russo-giapponese (1904-1905), la Marina imperiale giapponese fu quasi completamente annientata al termine della seconda guerra mondiale. Dal termine della guerra le sue funzioni sono assolte dalla Forza marittima di autodifesa giapponese (JMSDF). Indice [nascondi] 1 Origini 1.1 La marina come mezzo di trasporto e rifornimento 1.2 Lisolazionismo 1.3 Il tentativo di costruire una forza navale daltura 2 Creazione della Marina imperiale giapponese (1869) 2.1 Sostegno britannico 2.2 Modernizzazione ulteriore (anni 1870) 2.3 Influenza della Jeune École francese (anni 1880) 2.4 Contratti con i Britannici 3 Prima guerra sino-giapponese (1894-1895) 4 Soppressione della ribellione dei Boxer (1900) 5 Guerra russo-giapponese (1904-1905) 5.1 Verso una marina nazionale autonoma 6 Prima guerra mondiale 7 Periodo tra le due guerre 8 Seconda guerra mondiale 8.1 Navi da battaglia 8.2 Portaerei 8.3 Navi mercantili armate (Tokusetsu Junyokan) 8.4 Navi ausiliarie trasformate in trasporto sommergibili (Sensui-Bokan) 8.5 Navi ausiliarie trasformate in trasporto aerei e idrovolanti (Tokusetsu Suijoki-Bokan) 8.6 Aviazione navale 8.7 Sommergibili e sottomarini 9 Forza di Autodifesa 10 Azioni principali 11 Note 12 Bibliografia 12.1 Pubblicazioni 12.2 Siti web 13 Voci correlate 14 Altri progetti 15 Collegamenti esterni Origini[modifica | modifica sorgente] Battaglia navale di Dan-no-Ura, 1185. La marina come mezzo di trasporto e rifornimento[modifica | modifica sorgente] Il Giappone ha alle spalle una lunga storia di rapporti navali col continente asiatico, che iniziano dai primi trasporti di truppe tra Corea e Giappone, allinizio del Periodo Kofun, nel III secolo. Un episodio saliente dei rapporti tra Giappone e Corea fu la battaglia di Baekgang del 663, nel periodo Yamato, durante la quale il regno coreano Silla alleato della dinastia cinese Tang sconfisse pesantemente laltro regno Baekje e i suoi alleati giapponesi, ponendo fine allinfluenza nipponica sulla Corea fino al XVI secolo[3]. La marina fu vista dalla casta militare nipponica come un mezzo di trasporto o di combattimento individuale alla ricerca di gloria piuttosto che come uno strumento di potere e controllo del mare; nessuna strategia o tattica di combattimento venne sviluppata, al contrario che per la guerra terrestre, vista come lunico mezzo per affrontare una guerra offensiva o difensiva; dopo la sconfitta di Baekgang, costata alla marina nipponica 400 navi sulle 1000 impegnate, prevalentemente a causa del fuoco appiccato dagli arcieri coreani e delle tattiche di combattimento di gruppo, con manovre a tenaglia e luso di formazioni serrate contro le spesso isolate navi nipponiche; per loccasione la flotta coreana contava circa 170 navi, anche se più robuste e meglio armate[4]. Successivamente ai tentativi di Kubilai Khan di invadere il Giappone del 1281, lungo le coste dellimpero cinese divennero molto attivi i pirati giapponesi Wakō. Durante i tentativi di invasione mongola comunque lopzione di attaccare in mare gli invasori non venne presa in considerazione, lasciando alle forze di terra coadiuvate da opere fortificate il compito di respingere la minaccia. Gli attacchi in mare furono piuttosto iniziative individuali e le stesse unità navali operavano sotto il comando indipendente delle provincie e non sotto un comando unificato[4]. Samurai giapponesi mentre abbordano delle navi mongole nel 1281. Il Giappone intraprese un grande sforzo costruttivo navale nel XVI secolo, durante lEpoca Sengoku, quando i signori feudali in lotta per la supremazia organizzarono vaste marine militari costiere composte da centinaia di navi. Pare che in questo periodo, nel 1576, potrebbero essere state costruite le prime navi da guerra corazzate della storia, quando il daimyo Oda Nobunaga, fece costruire, sei Atakebune, grosse navi descritte come tessen (navi di ferro).[5] «Le navi corazzate, comunque non erano una novità per il Giappone e per Hideyoshi; la flotta di Oda Nobunaga, possedeva infatti molte navi corazzate» (riferendosi alla prima comparsa delle corazzate giapponesi (1578) rispetto alle navi tartaruga (o Geobukson) coreane (1592). Nelle fonti occidentali le navi corazzate giapponesi sono descritte in The Christian Century in Japan 1549–1650[6], che cita il resoconto del viaggio in Giappone dal padre gesuita italiano Gnecchi Soldi Organtino nel 1578. Le prime navi corazzate di Nobunaga sono descritte anche in A History of Japan, 1334–1615[7]. Le navi tartaruga coreane furono inventate dallammiraglioYi Sun-sin (1545–1598), e furono documentate per la prima volta nel 1592. Incidentalmente le placche in ferro delle navi coreane ricoprivano solo il tetto (per impedire intrusioni) e non anche i fianchi delle navi. Durante tutta questa fase, i compiti della marina furono comunque il trasporto, il pattugliamento costiero e la raccolta di informazioni, questultimo compito poco enfatizzato ma ben presente e perfettamente assolvibile con il naviglio leggero a disposizione[8]; il compito di combattere in modo organizzato altre forze navali o di proteggere le rotte di comunicazione non fu mai in questa fase una priorità o oggetto di interesse. Le prime navi corazzate occidentali risalgono al 1859 con la francese La Gloire (Steam, Steel and Shellfire: The Steam Warship, 1815-1905). Queste navi chiamate Tekkōsen ((鉄甲船? letteralmente «navi corazzate in ferro») erano chiatte armate con cannoni e fucili di grande calibro per sconfiggere i più grandi, ma non corazzati, vascelli usati dal nemico. Con esse, nel 1578, Nobunaga, sconfisse la marina del Clan Mori alla bocca del fiume Kizu ad Osaka, durante unoperazione di blocco navale. Queste navi erano considerate come fortezze galleggianti, piuttosto che come delle vere navi da guerra e furono usate solo in azioni costiere. Durante linvasione giapponese della Corea articolata in diverse successive campagne (1592-1598), Toyotomi Hideyoshi organizzò una flotta di circa 700 navi e 9.200 marinai[9] per il trasporto e il supporto di una forza terrestre di circa 160.000 uomini. Anche in questo caso però la marina venne vista solo come un supporto alla guerra terrestre e non come uno strumento di controllo del mare, tuttavia lo sbarco iniziale riuscì per la mancanza di opposizione a terra; questo però servì solo a utilizzare le navi ancora di più come un supporto alle operazioni terrestri, fino a che le navi da trasporto furono attaccate dalla potente marina della dinastia Joseon; i combattimenti navali venivano gestiti con tattiche mutuate dalle operazioni terrestri, con fuoco concentrato delle armi negli scontri individuali ma senza cooperazione tra le navi[10]. Lammiraglio coreano Yi Sun-sin sconfisse più volte la marina giapponese, utilizzando le navi tartaruga, fino alla sua morte avvenuta nella vittoriosa battaglia di No Ryang[11]. Lunica parentesi di successo fu nella seconda campagna che vide la marina nipponica distruggere circa 160 navi coreane negli scontri di Geojedo e Chilcheollyang, in un momento nel quale Yi era caduto in disgrazia[12]. Dopo aver riorganizzato la marina, il Giappone vinse una battaglia contro lammiraglio Won Kyun della marina della dinastia Joseon e diversi scontri minori contro gli ammiragli Yi Eok Ki e Choi Ho della marina della dinastia Ming cinese. La rotta marina tra il Giappone e la costa meridionale della Corea venne protetta dallattività della marina per tutta la campagna, permettendo la circolazione di uomini e rifornimenti. Una Nave shuinsen del 1634, che combina tecnologie navali orientali ed occidentali. Il Giappone costruì le sue prime grandi navi oceaniche allinizio del XVII secolo in seguito alle relazioni con lOccidente. Nel 1613 il daimyo di Sendai, daccordo con il Bakufu Tokugawa costruì la Date Maru, una nave simile ad un galeone da 500 tonn, che trasportò prima lambasciata giapponese di Hasekura Tsunenaga alle Americhe e successivamente in Europa. A partire dal 1604 il Bakufu commissionò circa 350 navi shuinsen, solitamente armate e dotate anche di tecnologie occidentali, principalmente per il commercio con il sud est asiatico. La marina dello shogunato aveva già inflitto una sconfitta alle forze di Toyotomi nella battaglia di Osaka del 1614. Sebbene lo Shogunato nel periodo Edo avesse imposto ai daimyō di non costruire navi oltre una certa dimensione, riservando questa prerogativa alla sola marina imperiale, questa non ebbe mai dimensioni imponenti, ed anche la Atakemaru, orgoglio della flotta e costruita nel 1630, venne superata ed infine rottamata nel 1682; da allora quindi rimasero a disposizione solo le navi di minore tonnellaggio, sekibune (unità di dimensione pari a 500 koku, con un koku pari a circa 180 litri) e kobaya (piccole imbarcazioni)[13]. Lisolazionismo[modifica | modifica sorgente] A partire dal 1640 il governo giapponese decise di seguire la politica di isolazionismo (Sakoku) vietando ogni contatto con gli occidentali[14], sradicando il Cristianesimo e punendo con la morte la costruzione di navi oceaniche. Nel 1639 lo Shogunato proibì le visite alle navi portoghesi, ed i daimyō della costa vennero incaricati della sorveglianza costiera, particolarmente nellisola di Kyushu, e due diversi tipi di stazioni costiere, urabansho e tōmibansho, vennero ideati e realizzati rispettivamente nel luglio 1639 e giugno 1640; nel maggio 1640 una missione portoghese inviata per chiedere la riapertura dei contatti e dei commerci venne trattata con estrema durezza: circa 60 rappresentanti vennero messi a morte e solo i non cristiani vennero risparmiati; temendo una conseguente rappresaglia portoghese le difese di Nagasaki, porto deputato agli scambi, vennero rafforzate e la loro efficacia venne provata nel 1647 quando due galeoni portoghesi vennero respinti durante una visita al porto; sebbene fosse poi stato notificato che la loro visita era tesa solo al ristabilimento delle relazioni commerciali, circa 1000 navi giapponesi saturarono la baia di Nagasaki circondando i galeoni ed obbligandoli a ritirarsi, dimostrando una effettiva capacità di controllo del mare attraverso una marina di tipo costiero[14]. Questa capacità però decadde rapidamente e nel 1808 (durante le guerre napoleoniche) una nave inglese, la HMS Phaeton, entrò sotto falsa bandiera olandese nella baia di Nagasaki, catturando tutti gli olandesi che si erano avvicinati per festeggiare i compatrioti e poi imponendo un rifornimento coattivo alla nave senza che le difese locali potessero impedirlo[14]. Lo studio delle tecniche occidentali di ingegneria navale riprese negli anni quaranta del XIX secolo e si intensificò insieme allaumento di spedizioni occidentali lungo la costa del Giappone, dovuto al commercio con la Cina ed allo sviluppo della caccia alle balene. Nel 1852 il Bakufu, temendo ulteriori incursioni straniere ed avendo avuto notizia della prossima visita di una forza navale statunitense, iniziò a costruire la prima nave da guerra giapponese in stile occidentale dallepoca dellisolazionismo, la Shōhei Maru[15]. Nel 1853 e nel 1854 con una prova di forza delle nuove navi da guerra a vapore statunitensi il commodoro Matthew Perry ottenne lapertura del paese al commercio internazionale con la convenzione di Kanagawa. Nella prima visita, Perry si presentò con quattro fregate delle quali due a vapore, che impressionarono molto per il loro colore nero e per limpossibilità di controbatterle, ancorandosi nella baia di Edo (lattuale baia di Tokyo) ed imponendo ai rappresentanti nipponici che tentarono di dirottarlo verso Nagasaki di accettare una lettera di richieste da parte dellallora presidente Millard Fillmore con la promessa che sarebbe tornato lanno seguente per la risposta. In effetti esistevano anche molte spinte interne verso la fine dellisolazionismo, e comunque non era obiettivo dello Shogunato linterdizione dei commerci ma solo la limitazione delle influenze esterne sulla società giapponese[16]. Pertanto il 31 marzo 1854 venne firmata la convenzione di Kanagawa cui a breve seguì il Trattato di amicizia e commercio nippo-americano del 1858 che permise linsediamento di concessioni straniere, concesse lextra-territorialità agli stranieri e impose tasse di importazioni minime sui beni importati dallestero. Il tentativo di costruire una forza navale daltura[modifica | modifica sorgente] La Kanrin Maru, la prima nave giapponese da guerra a vapore con propulsione a elica 1855 Non appena il Giappone fu costretto aprirsi alle influenze estere il governo Tokugawa iniziò una politica attiva di assimilazione delle tecniche navali occidentali. A quel punto venne iniziata una politica di creazione di infrastrutture che permettessero la costruzione di una forza navale, come dei centri di addestramento degli equipaggi a Nagasaki nel 1855 (chiuso nel 1859), Tsukiji (Edo) nel 1857, e Kobe nel 1863 (chiuso nel 1865). Nel 1855, con lassistenza olandese[17], la Marina Giapponese acquisì la sua prima nave da guerra a vapore, la Kankō Maru, che venne usata come nave scuola presso il nuovo centro di addestramento navale di Nagasaki. Nel 1857 acquisì la sua prima nave da guerra a vapore con propulsione ad elica, la Kanrin Maru. Nel 1865 lingegnere navale francese Léonce Verny venne assunto per costruire i primi cantieri navali moderni giapponesi a Yokosuka e Nagasaki (nel 1861), ed acciaerie a Yokosuka e Yokohama nel 1865. A Nagasaki veniva impostata nel 1860 la nave da guerra a vapore con scafo in legno Chiyogadata[18]. Laddestramento degli equipaggi rimaneva comunque affidato ad istruttori stranieri ed anche la produzione di navi di grosso tonnellaggio veniva affidata a cantieri occidentali[15]. Negli anni 1867-68, una missione navale britannica, guidata dal capitano Richard E. Tracey, collaborò alla formazione della marina Imperiale e allavviamento della Scuola Navale di Tsukiji.[19] Per diversi anni vennero inviati studenti presso scuole navali occidentali, iniziando una tradizione di dirigenti con uneducazione straniera, come gli ammiragli Tōgō e più tardi Yamamoto. Prima della fine dello shogunato Tokugawa, nel 1867, la marina Tokugawa possedeva già otto navi da guerra a vapore in stile occidentale al comando dellammiraglia Kaiyō Maru, che furono usate contro forze pro-imperatore durante la guerra Boshin, al comando dellammiraglio Enomoto. Il conflitto culminò con la battaglia navale di Hakodate nel 1869, la prima battaglia navale moderna su larga scala giapponese e terminò con la sconfitta delle ultime forze fedeli ai Tokugawa e la restaurazione del governo imperiale. Nel 1867 lo Shogunato acquistò la prima nave corazzata capace di affrontare loceano, la Kōtetsu, costruita come CSS Stonewall ma mai entrata in azione a causa della fine della guerra di secessione americana[20] e acquisita dalla US Navy. La nave arrivò in porto giapponese sotto bandiera nipponica nellaprile 1868 ma essendo in corso la guerra Boshin tra lo shogunato e le forze imperiali, allequipaggio statunitense venne dato ordine dal residente Van Valkenburgh di issare di nuovo la bandiera USA fino al termine delle ostilità[21]. Nel 1869 venne ceduta alle forze che sostenevano la restaurazione dellimperatore Meiji e giocò un ruolo importante nella battaglia di Hakodate. Creazione della Marina imperiale giapponese (1869)[modifica | modifica sorgente] Kōtetsu (la ex CSS Stonewall), la prima moderna nave corazzata giapponese, 1869 A partire dal 1868, il reintegrato imperatore Meiji emanò riforme per industrializzare e militarizzare il Giappone, allo scopo di impedire che potesse essere sopraffatto dagli Stati Uniti e dalle potenze europee. Il 17 gennaio 1868 venne creato il Ministero degli Affari Militari (conosciuto anche come Ministero Esercito-Marina) con Iwakura Tomomi, Shimazu Tadayoshi e il principe Komatsu Yoshiakira come primi segretari. Il 26 marzo 1868 venne tenuta la prima rivista navale in Giappone (nella baia di Osaka), a cui parteciparono sei navi dalle marine private dei domini di Chōshū, Saga, Satsuma, Kurume, Kumamoto e Hiroshima, per un tonnellaggio complessivo di 2.252 ton, inferiore a quello dellunico vascello straniero partecipante (una nave della Marina francese). Nel giugno 1869, alla fine della guerra Boshin, le marine private dei domini vennero abolite e le loro 11 navi aggiunte ai sette vascelli sopravvissuti della defunta marina del bakufu Tokugawa per formare il nucleo della nuova marina imperiale giapponese.[22] e nel luglio 1869, venne creata formalmente la Marina imperiale giapponese[23]. Inizialmente marina ed esercito furono controllate da un unico ministero, il Ministero degli affari militari (hyōbushō), che nel 1872 venne rimpiazzato da un Ministero dellesercito (陸軍省) e uno della marina (海軍省 Kaigunshō?)[24] Nellottobre 1873 fino al 1878 Katsu Kaishu fu ministro della marina.[25] Inizialmente il nuovo governo considerò fondamentale la potenza marittima e il 4 maggio 1870 il Ministero degli affari militari sottopose al Consiglio di stato (dajōkan) una serie di pareri, strutturati in tre parti, nelle quali si poteva riscontrare la base per la creazione di una forza navale di altura avente come compito primario la difesa marittima del paese da attacchi esterni[24], e che avrebbe richiesto la creazione di una marina di 200 navi organizzate in dieci flotte.[26]. Allepoca però la marina giapponese poteva contare solo su 7 navi da guerra e 8 da trasporto[24] ed il piano venne abbandonato.[26] La nuova marina era sostanzialmente una collezione eterogenea di vascelli non in grado di operare insieme come una flotta, con equipaggi inesperti e, a causa del lungo periodo di isolamento internazionale del Giappone, privi di una forte tradizione marinara e della preparazione tecnica per gestire le navi moderne[27]. Per creare un moderno corpo di ufficiali venne creata nel 1869 unaccademia navale sul modello di quelle occidentali, nel quartiere di Tsukiji a Tokyo, che fin dal 1871 accettò studenti da tutto il Giappone, promossi sulla base del merito[28]. A differenza dellesercito la marina non utilizzò latto di coscrizione del 1873 e cercò invece di reclutare volontari. Il risultato di queste politiche furono secondo lo storico Arthur Marder «ufficiali di competenza professionale indiscutibile, coraggio fanatico e straordinario élan»[29] La necessità di concentrarsi sulle ribellioni domestiche, specialmente la ribellione di Satsuma del 1877 e la realizzazione della debolezza militare del Giappone rispetto alle potenze occidentali, forzarono il governo a concentrarsi sulla guerra terrestre[24][30]. La politica navale espressa dallo slogan Shusei Kokubō (守勢国防? difesa statica) si concentrò sulla difesa delle coste, un esercito permanente, una marina costiera e condusse a unorganizzazione militare che dava la prevalenza allesercito secondo il principio Rikushu Kaijū (陸主海従? prima lEsercito, poi la Marina)[31]. A quel punto, i possibili nemici del Giappone erano la Cina della dinastia Qing e ancora una volta la Corea[24]. I compiti della marina divennero a questo punto più ampi, quando in occasione della guerra franco-prussiana venne effettuata per la prima volta la suddivisione della flotta in squadre (shōkantai) con compiti istituzionali distinti come il pattugliameno di specifiche zone costiere e porti[32]. Nel 1893, in occasione dei tumulti che nelle isole Hawaii portarono alla caduta della monarchia ed allaumento dellinfluenza statunitense, le navi da guerra Kongō da Yokosuka e Naniwa in visita a San Francisco vennero inviate ad Honolulu per proteggere cittadini ed interessi giapponesi[32]. Sostegno britannico[modifica | modifica sorgente] Allievi artiglieri sulla Jho Sho Maru, insieme al loro istruttore inglese, il tenente Horse, allinizio del 1871 Durante gli anni settanta e ottanta del XIX secolo la Marina imperiale giapponese rimase essenzialmente una forza di difesa costiera, sebbene il governo Meiji continuasse il processo di modernizzazione. La Jho Sho Maru (ben presto ribattezzata Ryūjō Maru) progettata da Thomas Glover venne varata a Aberdeen in Scozia il 27 marzo 1869. Nel 1870 un decreto imperiale stabilì che la Royal Navy britannica sarebbe stato il modello per lo sviluppo e non la Marina Olandese.[33] Dal settembre 1870, il tenente inglese Horse, in precedenza un istruttore di tiro per la Prefettura di Saga durante il periodo Bakumatsu, fu incaricato di addestrare gli artiglieri a bordo del Ryūjō.[33] Nel 1871, il ministero decise di inviare 16 cadetti allestero per studiare le scienze nautiche (14 in Gran Bretagna, 2 negli Stati Uniti) e tra questi vi era Heihachiro Togo.[33] A sua volta, una delegazione navale britannica, composta da 34 membri e diretta dal capitano Archibald Douglas, si recò in visita in Giappone nel 1873 e vi rimase per due anni.[33] In seguito, il capitano L.P. Willan fu chiamato nel 1879 come istruttore per i cadetti navali. Modernizzazione ulteriore (anni 1870)[modifica | modifica sorgente] Nei cantieri navali britannici furono costruite specificatamente per la Marina imperiale giapponese navi come la Fuso[34], la Kongo e la Hiei. In questo stesso periodo, emersero aziende private di costruzioni navali come la Ishikawajima e la Kawasaki. La corvetta protetta Kongō. Nel 1883, furono ordinate due grandi incrociatori protetti ai cantieri navali britannici, la Naniwa e la Takachiho da 3.709 t di dislocamento. Potevano raggiungere una velocità di 18,5 nodi (34 km/h), il ponte era protetto da una corazza spessa da 51 a 76 mm ed erano armate con due cannoni Krupp da 10,2 pollici (260 mm). Lingegnere navale Sasō Sachū le progettò basandosi sulla classe Elswick di incrociatori protetti, ma con prestazioni migliorate. Si creò una corsa agli armamenti con la Cina che a sua volta si equipaggiò con due navi da battaglia tedesche da 7 453 t, (la (Ting Yuen e la Chen-Yüan) ed un notevole numero di cannoniere[35]. Il Giappone, non essendo in grado di tenere testa alla flotta cinese con due soli moderni incrociatori, ricorse allassistenza francese per costruire una flotta moderna che potesse prevalere nel conflitto che si stava annunciando. Influenza della Jeune École francese (anni 1880)[modifica | modifica sorgente] Negli anni ottanta del XIX secolo la Francia divenne la nazione più influente sulla marina giapponese grazie alla dottrina militare della Jeune École (Giovane scuola) che sosteneva luso di piccole, veloci navi da guerra, specialmente incrociatori e torpediniere contro unità navali più grandi[36]. Nel 1882 il governo Meiji emise il primo piano di espansione navale che prevedeva la costruzione di 48 navi da guerra, tra cui 22 torpediniere, nel corso di 8 anni, per una spesa di 26.670.000 yen. Inoltre erano previsti fondi per la costruzione di cantieri e industrie associate alla costruzioni di navi da guerra e per laddestramento di tecnici e ufficiali. La Matsushima di costruzione francese, ammiraglia della Flotta Imperiale Giapponese alla battaglia del fiume Yalu (1894) I successi navali della marina francese contro la Cina nella guerra franco-cinese del 1883-85 parvero validare il potenziale delle torpediniere, un approccio attraente per una nazione dalle risorse limitate come il Giappone. Nel 1885 il nuovo slogan della Marina divenne Kaikoku Nippon (海国日本? letteralmente Giappone Marittimo). Nel 1886 il principale ingegnere navale francese Emile Bertin venne assunto per un periodo di quattro anni per rinforzare la marina giapponese e dirigere la costruzione degli arsenali di Kure e Sasebo. Sviluppò la classe di incrociatori Matsushima composta da tre unità, armate con un singolo, ma potente cannone principale, il Canet da 12,6/38 (380 mm). Complessivamente Bertin supervisionò la costruzione di più di venti unità, che aiutarono la costituzione della prima vera forza navale moderna giapponese e permisero al Giappone di padroneggiare la costruzione di grosse unità, alcune importate dallestero, altre costruite nellarsenale di Yokosuka: I cannoni da 320 mm (13 pollici) sullincrociatore Matsushima 3 incrociatori da 4 700 t: Matsushima, Itsukushima, costruiti in Francia e lHashidate, costruito a Yokosuka. 3 navi da guerra costiere da 4 278 t. 2 piccoli incrociatori: il Chiyoda da 2 439 t costruito nel Regno Unito e lo Yaeyama da 1 800 t, costruito a Yokosuka. 1 fregata da 1 600 t, la Takao, costruita a Yokosuka. 1 incrociatore leggero da 726 t, il Chishima, costruito in Francia. 16 torpediniere da 54 t ognuna, costruite in Francia dalla Compagnie du Creusot nel 1888 e spedite smontate in Giappone dove furono riassemblate. Questo periodo permise al Giappone di acquisire le rivoluzionarie nuove tecnologie presenti nei siluri, nelle torpediniere e nelle mine, delle quali i francesi erano probabilmente allepoca i migliori esponenti al mondo[37]. Il Giappone acquisì i suoi primi siluri nel 1884 e istituì un Centro di addestramento siluri a Yokosuka nel 1886. Queste navi ordinate durante gli esercizi finanziari del 1885 e 1886, furono lultimo grande ordine verso la Francia. Linspiegato affondamento dellincrociatore protetto Unebi, in rotta dalla Francia al Giappone, avvenuto nel dicembre del 1886, creò frizioni diplomatiche e dubbi circa la bontà dei progetti francesi. Contratti con i Britannici[modifica | modifica sorgente] La torpediniera Kotaka (1887) Il Giappone si rivolse nuovamente al Regno Unito, ordinando una rivoluzionaria torpediniera, la Kotaka del 1887, considerata il primo vero esempio di cacciatorpediniere,[38] e lincrociatore Yoshino, costruito dai cantieri Armstrong Whitworth di Elswick, Newcastle upon Tyne, che allepoca del suo varo nel 1892, era il più veloce incrociatore del mondo.[39] Nel 1889, venne ordinato lincrociatore protetto Chiyoda, costruito nei cantieri scozzesi lungo il fiume Clyde, una unità che contribuì a definire nel mondo la tipologia degli incrociatori corazzati.[40] Dopo il 1882, e fino al 1918, anno della visita di una delegazione militare francese, la Marina imperiale cessò del tutto di affidarsi a istruttori stranieri. Nel 1886 produsse in autonomia una propria innovativa polvere da sparo migliorata (la cosiddetta polvere marrone o prismatica) e, nel 1892, uno dei suoi ufficiali inventò un potente esplosivo del tipo polvere infume, che prese il nome dal suo inventore (polvere Shimose).[19] Prima guerra sino-giappones
Posted on: Fri, 22 Nov 2013 17:32:21 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015