Mentre il comitato di bioetica della diocesi di Fano sostenne - TopicsExpress



          

Mentre il comitato di bioetica della diocesi di Fano sostenne pubblicamente la causa di Federico e le cellule staminali, il Comitato regionale di Bioetica della Sicilia ha diffuso un testo vergognoso che non si discosta di una virgola da quanto sostenuto da coloro che stanno boicottando lunica terapia gratuita, non pericolosa, rivelatasi più di una speranza. Il Comitato ignora: il parere dei 200.000 medici italiani associati alla Consulcesi; i pareri autorevolissimi di Ricordi, Villanova, J. Bach la cui opinione non è mai cambiato come ci assicura in un post il prof. Villanova nonostante le false notizie che circolano con video alterati; i certificati rilasciati da strutture pubbliche ai parenti degli ammalati; i video delle IENE, in particolare quello del I ottobre dove scienziati e ricercatori mostrano la loro ignoranza e presupponenza. INSOMMA VOLETE SMETTERLA CON QUESTA CONGIURA CHE STA DIVENTANDO FARSA E TRAGEDIA? Ecco il testo: “Tutti noi siamo sensibili alla sofferenza e al dolore rinnovati ogni giorno di chi è vittima di una malattia non curabile o imperfettamente curabile ad andamento sfavorevole, o dei familiari di bambini in queste condizioni. Comprendiamo anche come pazienti e familiari di pazienti con malattie non curabili o imperfettamente curabili possano essere indotti a credere nella cosiddetta cura Vannoni della Stamina Foundation, che con la falsa promessa di risultati utili e per scopi non chiari sottopone i pazienti a sofferenze e rischi ulteriori (per esempio, più sequenze di punture lombari). Proprio per questo, per difendere la salute e la dignità dei pazienti e non incentivare false speranze nei loro familiari, il Comitato Regionale di Bioetica ha dato all’unanimità parere negativo alla proposta (peraltro non supportate da presupposti giuridico-normativi) di applicare in Sicilia la cosiddetta cura Vannoni, spiegandone le ragioni. A tale decisione ha partecipato anche la signora Barbon Galluppi, rappresentante per l’Italia dell’EURORDIS, che riunisce milioni di pazienti con malattie rare non curabili presenti in Europa – una persona, quindi, assolutamente “dalla parte dei pazienti”. 1. La preparazione delle cellule usate per la cosiddetta “cura Vannoni” è tale che esse non possono funzionare per la cura delle malattie nelle quali secondo Vannoni sarebbero efficaci. Questo è il giudizio univoco di tutti gli esperti internazionali che si occupano di cellule staminali. Ed è il parere che dopo un attento studio ha raggiunto all’unanimità il Comitato Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità che ha stroncato dalle basi tale metodica. 2. Il Prof Vannoni e i suoi collaboratori sostengono che nei pazienti che hanno ricevuto le infusioni delle cellule preparate secondo la loro metodica le malattie sono migliorate o si sono arrestate. Ma quando queste affermazioni sono state verificate dai medici che avevano in cura i pazienti si sono rivelate non vere, e le cartelle dell’ospedale di Brescia non consentono giudizi sulla sicurezza e sull’efficacia della procedura. Modesti miglioramenti qualche volta raccontati possono rientrare in variazioni di decorso delle malattie, e restano aneddoti senza carattere di prove. 3. Il Prof Vannoni e i suoi collaboratori non hanno mai pubblicato su una rivista di medicina un rigo sul metodo di preparazione delle cellule che usano nella loro “cura”, e nemmeno sui risultati della “cura” nei pazienti trattati. Questa è forse la prova più convincente della inverosimiglianza delle affermazioni circa l’efficacia della loro “cura”. Perché se la ”cura” fosse davvero efficace sarebbe incomprensibile come mai i suoi inventori non sentano il dovere etico di renderla nota e fruibile per i malati di tutto il mondo. In conclusione, tutte le osservazioni disponibili dimostrano che le speranze riposte nella cosiddetta cura Vannoni sono in realtà illusioni – e non si deve mai confondere la speranza con l’illusione. Un giorno la ricerca sulle cellule staminali, quella vera, condotta da scienziati veri, potrà offrire speranze concrete a tanti ammalati. Già oggi si possono curare con le cellule staminali le malattie del sangue e certe malattie rare del sistema immune. Si possono riparare pelle e cornea. Per la sclerosi multipla sono state già pubblicate numerose sperimentazioni cliniche di nuovi farmaci, con risultati in parte positivi. Per altre malattie è molto attiva la ricerca, anche se non ci sono ancora trattamenti abbastanza sicuri ed efficaci da poter diventare delle cure. Ma è importante che progetti di studio ce ne siano tanti. Per la sclerosi laterale amiotrofica è stato avviato in Spagna uno studio che impiega cellule del midollo osseo e altri gruppi hanno fatto esperimenti preliminari o si preparano a farli anche in Italia. Bambini con distrofia muscolare sono già stati trattati con cellule staminali. Il panorama scientifico mondiale può dunque alimentare la speranza – speranza, non illusione – che malati oggi senza cura possano fruire in futuro di cure sicure ed efficaci. Ma le cure devono essere basate su ricerche serie, pubblicate nella letteratura internazionale e riproducibili da altri studi. E serve per le cure l’approvazione delle istituzioni (per noi l’Istituto Superiore di Sanità, l’AIFA e i Comitati Etici locali), che valutano tutto quello che si vuole fare in ogni dettaglio, dal disegno dello studio alla preparazione delle cellule (se non sono pure o non sono state manipolate a regola d’arte le cellule trasmettono infezioni e tumori – un rischio possibile della cura della Stamina Foundation ). A chiusura di questa lettera intendiamo ribadire che dire no a procedure e metodi senza base logica e scientifica non significa chiudere la porta a una speranza, ma a una illusione. E’ invece un atto di rispetto e di tutela per le persone che non hanno valide alternative di cura perché il ricorso a rimedi magici e miracolosi li esporrebbe a sicure inutili sofferenze che si aggiungerebbero alla sofferenza della malattia”.
Posted on: Fri, 18 Oct 2013 22:58:22 +0000

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