Pare che papa Francesco abbia mandato un suo scagnozzo a Lampedusa a distribuire carte SIM prepagate agli immigrati clandestini. Ora, al di là del fatto che trovo questa iniziativa eticamente deprecabile e tuttaltro che vicina ai principî del cattolicesimo (dai quali mi pare che questo pontefice sia estremamente distante), alcuni dubbi mi sorgono spontanei. 1. Di quale compagnia telefonica sono queste utenze? Chi sta facendo soldi grazie a questa ennesima trovata pubblicitaria del Vaticano (e non della Chiesa cattolica, perché mi RIFIUTO di credere che questa sia uniniziativa ecclesiastica), posto che il piccolo stato non ha compagnie di rete mobile? 2. A chi sono intestate le utenze? Il Papa e il suo prete-scagnozzo (che, a differenza del primo, non gode dellimmunità diplomatica) sa che in Italia è OBBLIGATORIO intestare tutte le utenze telefoniche, che senza anagrafica non possono proprio essere attivate, a meno da non violare la severissima normativa antiterrorismo (c.d. pacchetto Pisanu)? 3. Chi si assume la responsabilità civile derivante dalluso di queste utente, posto che il loro funzionamento è regolato da contratti per adesione che non possono essere trasferiti senza che ne siano a conoscenza tutte le parti, e il cui aderente sarà dunque, per la compagnia telefonica emittente, lintestatario? Temo che questa manora possa stranamente risultare utile ad alcune tipologie di utenti che hanno necessità, per così dire, di chiamare in anonimato. Chi non ha niente da nascondere, infatti, non ha paura di essere intercettato, dato che sa che la violazione della riservatezza è ammessa solo in determinati e precisi casi. Cosa ha tutto questo ha a che fare con la mia religione, la chiesa che la rappresenta e lo stato di cui il Papa è capo non lo so. Se poi la notizia è falsa, sono pronto a smentirla. Daltronde la mia fonte non è particolarmente attendibile: si tratta del Tg1.
Posted on: Fri, 29 Nov 2013 16:26:24 +0000
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