Paul Henri Thiry dHolbach Da Wikipedia, lenciclopedia - TopicsExpress



          

Paul Henri Thiry dHolbach Da Wikipedia, lenciclopedia libera. bussola Disambiguazione – Jean-Baptiste Mirabaud rimanda qui. Se stai cercando il traduttore francese, vedi Jean-Baptiste de Mirabaud. Paul Henri Thiry dHolbach Paul Henri Thiry dHolbach Alexander Roslin: Il Barone dHolbach, 1785. Barone In carica 1753 – 1789 Predecessore Franz Adam dHolbach Successore François-Pierre-Nicolas dHolbach Nome completo Paul Henri Thiry, barone dHolbach Trattamento Sua signoria Nascita Edesheim, 8 dicembre 1723 Morte Parigi, 21 febbraio 1789 Sepoltura Chiesa di Saint-Roch, Parigi Dinastia Holbach Padre Johann Jakob Dietrich Madre Catherine Jacobina Dietrich (nata Holbach) Coniugi Basile-Geneviève dAine Charlotte-Suzanne dAine Figli François-Pierre-Nicolas (dalla prima moglie), Charles-Marius, Amélie-Suzanne, Louise-Pauline Religione ateismo Il barone Paul Henri Thiry dHolbach, nome francesizzato di Paul Heinrich Dietrich, barone di (von) Holbach (Edesheim, 8 dicembre 1723 – Parigi, 21 febbraio 1789), è stato un filosofo ed enciclopedista tedesco naturalizzato francese, autore, sotto lo pseudonimo di Jean-Baptiste Mirabaud (ripreso dal nome di uno scrittore e traduttore precedente), del Sistema della natura e di altre opere filosofiche. Materialista ed ateo, collaboratore dellEncyclopédie, è stato una figura di spicco dellIlluminismo radicale europeo[1]. Nelle sue opere filosofiche, in particolare nel Système de la Nature e nel Bon sens, che ne è unelaborazione semplificata, dHolbach sviluppa una metafisica materialistica e deterministica, base teorica della sua costante e, a partire dalla seconda metà degli anni sessanta, virulenta polemica anticristiana e non solo anticlericale. Nelle sue ultime opere, La politique naturelle e il Système social, dHolbach propone unetica sociale che nel suo radicale immanentismo, ovvero escludendo ogni remunerazione ultraterrena, si fonda su basi prettamente utilitaristiche.[2] DHolbach nellambito dellilluminismo radicale francese svolse un ruolo importante anche come divulgatore sia di opere di carattere scientifico, concernenti in particolare i suoi campi di specializzazione, la geologia e la chimica, sia di carattere anticlericale e antireligioso. Riunì intorno a sé, accogliendola sia nella sua dimora parigina in rue Saint-Roch, sia nella sua dimora di campagna al Grandval, unampia cerchia di intellettuali tra cui figuravano non solo i principali collaboratori dellEncyclopédie e begli spiriti parigini, ma anche alcune tra le personalità più spiccate della cultura europea settecentesca, incluso David Hume.[3] Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 La formazione olandese 1.2 Matrimonio e morte precoce della moglie 1.3 Amicizie e collaborazione allEncyclopédie 1.4 La campagna antireligiosa 1.5 La Boulangérie in azione. DHolbach e i fratelli Naigeon 1.6 I rischi legati alla letteratura clandestina e leccezionale modello di filiera tipografica holbacchiana 1.7 Il salotto di casa dHolbach 1.8 Il viaggio in Inghilterra 1.9 Gli ultimi anni e le esequie religiose 2 Il pensiero 2.1 Il Sistema della natura e Il buon senso 2.2 La proposta etico-politica 2.3 Conclusioni generali 3 Note 4 Indicazioni bibliografiche 4.1 Opere su dHolbach 4.2 Opere di dHolbach disponibili in italiano 4.3 Antologia del suo pensiero 5 Voci correlate 6 Altri progetti 7 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica sorgente] La formazione olandese[modifica | modifica sorgente] Nato ad Edesheim nel Palatinato, piccolo stato tedesco ubicato sulla riva sinistra del Reno, da una famiglia di modesti borghesi, Paul Heinrich Dietrich vi ricevette il battesimo l8 dicembre 1723, probabilmente a pochi giorni dalla nascita, la cui data esatta resta comunque inacclarata.[4] Più che i genitori, dei quali non si hanno che scarse notizie, per leducazione e lavvenire del futuro philosophe fu decisivo lo zio materno, Franciscus Franz Adam von Holbach. Costui, emigrato in Francia, si era notevolmente arricchito con fortunate speculazioni finanziarie, riuscendo ad entrare nei ranghi della nobiltà nel 1720 (sotto la Reggenza di Filippo II di Borbone-Orléans, dopo la morte di Luigi XIV) e a divenire, otto anni più tardi, barone dellImpero.[5] Non avendo figli, alla sua morte, avvenuta nel 1753, Franz Adam Holbach lasciò gran parte della sua fortuna e anche il titolo nobiliare al nipote, a cui da tempo aveva preparato un avvenire in terra di Francia. Lo aveva infatti condotto una prima volta a Parigi già a dodici anni, successivamente ne aveva favorito la formazione iscrivendolo alla Facoltà di Diritto dellUniversità di Leida.[6] Lambiente olandese, protestante ma, allepoca, dopo gli accesi contrasti tra arminiani e gomaristi del secolo precedente, più tollerante di quello francese e tedesco, influenzò il futuro illuminista e materialista, favorendone un approccio non provincializzante e anticonformistico.[7] A Leida Paul Heinrich, madrelingua tedesco, insieme alle pandette e al diritto romano apprese linglese e perfezionò la conoscenza del francese, lingua questultima che finì col divenire in seguito la sua abituale. La conoscenza dellinglese, oltreché facilitargli importanti contatti personali, gli servì per ampliare il raggio delle sue letture e per le traduzioni di Thomas Hobbes e dei deisti inglesi. Alcune amicizie con inglesi (tra cui bisogna annoverare il poeta Mark Akenside e il futuro uomo politico John Wilkes) risalgono agli anni universitari trascorsi a Leida.[8] Dopo gli studi presso lUniversità di Leida, trascorse il resto della sua vita in Francia. Divenne amico di Denis Diderot e fu uno dei maggiori collaboratori dellEncyclopédie, alla quale contribuì, per lo più in modo anonimo, con centinaia di voci in diversi campi e discipline (la prevalente segretezza della sua partecipazione allEncyclopédie è però soprattutto dovuta al suo contributo su molte voci riguardanti la politica e la religione). Il suo salotto sarebbe presto stato i più vivaci dellepoca e gli incontri che vi si svolgevano attiravano molti tra gli uomini di cultura più in vista del tempo, oltre che lunico salotto parigino diretto da un uomo.[9] Matrimonio e morte precoce della moglie[modifica | modifica sorgente] Stabilitosi a Parigi nel 1749, dopo la fine della guerra di successione austriaca, vi ottenne la naturalizzazione francese il 10 settembre di quellanno. Pochi mesi dopo, il 2 febbraio 1750, sposò la figlia di una cugina, anchessa beneficata dallo zio Franz Adam Holbach e appartenente a una famiglia di ricca borghesia francese anchessa nobilitata di recente. Il matrimonio con Basile-Geneviève dAine, questo il nome della sposa, contribuì a radicare ulteriormente in Francia dHolbach. Nel 1753, come detto, aveva ufficialmente assunto il titolo di barone dHolbach.[10] Per concorde testimonianza degli amici si trattò di un matrimonio damore, fatalmente funestato dalla morte precoce (avvenuta a soli 25 anni, il 27 agosto 1754) di Basile-Geneviève, che lanno precedente aveva partorito al neo-barone un figlio, François-Pierre-Nicolas.[11] Alessandro Verri, in una lettera da Parigi al fratello, raccolse voci che collegavano lateismo filosofico di dHolbach a questesperienza luttuosa. «Mi vien detto che lorigine del sistema filosofico del Barone e del suo calore in sostenerlo venga originalmente dallaver veduto morire la prima sua moglie […] fra gli orrori di uneternità di tormenti… Dallora in poi è divenuto ateista furiosissimo…».[12] Anche se un sistema filosofico non traduce mai soltanto il vissuto soggettivo del suo autore, indubbiamente lesperienza della precoce e tribolata scomparsa della consorte può aver contribuito ad accrescere e ad alimentare i dubbi di dHolbach circa la bontà divina e il significato del suo provvidenziale intervento nelle vicende umane, anche se pare che dHolbach avesse manifestato scetticismo, se non ateismo, già precedentemente.[13] Holbach convolerà a seconde nozze già nellottobre del 1756, unendosi con la sorella minore di Basile-Geneviève, Charlotte-Suzanne dAine[14], forse non solo per sfuggire alla solitudine e reagire al dolore, ma anche nellintento, rivelatosi presto vano, di trovare una nuova compagna il più possibile simile alla moglie defunta. Dalla seconda moglie Holbach ebbe un figlio (nato nel 1757) e due figlie (nate entrambe nel 1759, luna allinizio e laltra alla fine dellanno). Pur senza mai giungere a una definitiva rottura, dalle notizie desumibili dai «pettegolezzi» di Diderot nella sua corrispondenza con Sophie Volland, il secondo matrimonio del barone conobbe momenti di gelosia, di freddezza e noncuranza.[15] Lunico grande amore era stato quello tributato alla prima moglie. Del resto, dalle testimonianze rimasteci, il carattere di dHolbach non era un carattere facile. Anche nei confronti di un grande amico come Diderot fu spesso «intrattabile», facendo non di rado scontare a chi godeva della sua proverbiale ospitalità i suoi improvvisi malumori[16], le sue ubbie di malato immaginario, ma anche, come nota Sebastiano Timpanaro, lamarezza che nasceva «dallo sdegno che provava nello studiare la storia umana troppo piena di dolori e misfatti, “di atrocità delluomo e della natura”».[17] Amicizie e collaborazione allEncyclopédie[modifica | modifica sorgente] A Parigi dHolbach aveva conosciuto Friedrich Melchior Grimm, un attivo intellettuale che, tramite la sua Corréspondance Littéraire, forniva ai potenti «illuminati» dEuropa periodiche informazioni sulla vita parigina e sulle sue correnti artistiche e culturali.[18] Era un efficace diffusore delle idee degli enciclopedisti ma, soprattutto, aveva incontrato colui che sarebbe divenuto il suo amico più inseparabile, Denis Diderot, che lo coinvolse subito pienamente nellimpresa dellEncyclopédie, della quale, nel 1751, era appena uscito il primo volume.[19] Dal 1751 e fino al compimento della grande opera, dHolbach scrisse per lEncyclopédie centinaia di articoli (circa 438[20]) contrassegnati nel secondo volume dalla sigla «– . –» e, più tardi, siglati da un solo trattino, ma anche molti altri articoli né firmati, né siglati, tuttora non tutti identificati con certezza[21]. Denis Diderot Nel primo periodo dellEncyclopédie, ossia fino alla forzata sospensione del 1759, dHolbach si impegnò nella redazione di voci dedicate alla chimica, alla mineralogia e alla geologia, utilizzando i suoi talenti di studioso e la sua padronanza delle lingue in unopera di divulgazione dei risultati acquisiti, in particolare dai mineralogisti e chimici tedeschi (specialmente Georg Ernst Stahl).[22] Se la chimica del flogisto di Stahl era destinata a ricevere un colpo mortale dalle scoperte di Lavoisier, dai suoi studi di chimica e mineralogia dHolbach desunse comunque impulsi importanti per la strutturazione del suo materialismo, nel quale movimento ed energia risultano coessenziali alla materia al punto che non è né necessario, né possibile concepirli come «impressi» a una materia passiva e inerte da un agente spirituale o divino, come continuavano a ritenere, sia pure in modi assai diversi, cartesiani e newtoniani à la page. La materia in dHolbach, come già in John Toland e Diderot, è di per sé «materia actuosa», ovvero materia viva e fonte essa stessa dellenergia che muove il cosmo e gli elementi che lo compongono.[23] La campagna antireligiosa[modifica | modifica sorgente] Quando nel 1759, a seguito dello scandalo destato dalla pubblicazione dellopera apertamente materialistica e antireligiosa di Claude-Adrien Helvétius De lesprit, intervenne un generale inasprimento della censura e il potere politico revocò lautorizzazione a pubblicare lEncyclopédie, Diderot, abbandonato da DAlembert, poté trovare in dHolbach, oltreché in Louis de Jacourt un collaboratore non solo deciso a sostenerlo nella sua caparbia volontà di portare a compimento limpresa enciclopedica, ma anche intenzionato a radicalizzarne lorientamento materialistico e antireligioso.[24] Per reagire agli attacchi da cui erano investiti i philosophes sui fronti più diversi (dai pulpiti al palcoscenico, ai parlamenti, alle gazzette in mano a giansenisti e gesuiti), dHolbach utilizzò una duplice strategia in grado di eludere laccentuata repressione della libertà di stampa che la monarchia assolutista e le fazioni clericali erano momentaneamente riuscite ad imporre.[25] Da un lato fece del suo «salotto» un punto di incontro, di discussione e confronto tra diplomatici e intellettuali di stanza o di passaggio a Parigi, dando inizio ai suoi famosi ricevimenti, il giovedì e la domenica allora di pranzo nella sua casa di rue Saint-Roch – oggi ubicata al numero 8 di rue de Moulins – o, nei periodi di villeggiatura, nel suo castello del Grandval, presso Sucy, a poche miglia da Parigi.[26] Daltro lato scelse la strada delle pubblicazioni clandestine che permettevano di esprimere senza censure né autocensure il proprio pensiero in tutta chiarezza. Promosse dunque la pubblicazione di testi anonimi o pseudonimi, attribuendo per lo più il libro stampato clandestinamente, e con falsa indicazione di tempo e luogo di edizione, ad autori già defunti da tempo.[27] Château du Grand-Val Se il procedimento non costituiva ovviamente una novità ed esisteva in tutta Europa, in particolare in Olanda, Inghilterra e Francia, una vera e propria tradizione di «letteratura clandestina»[28], nuova fu la coerenza e la determinazione con cui il barone perseguì il suo intento di distruzione del pregiudizio e delloscurantismo, il suo proposito di riforma antireligiosa e, sul terreno politico, la sua proposta antiassolutistica. Questa strategia implicava evidentemente un sacrificio della propria fama in vita: di molte opere di dHolbach si è saputo solo dopo la sua morte e di altre si continua a discutere se siano integralmente sue o da lui solo promosse e ispirate e redatte invece dai suoi collaboratori, gli adepti di quella che venne chiamata la coterie dHolbach, la «consorteria» segreta del barone che vide in Jacques-André Naigeon il suo elemento più attivo, anticlericale convinto.[29] Charlotte-Suzanne dAine, la seconda moglie Se il problema della costituzione di un corpus integrale delle opere di dHolbach resta tuttora irrisolto, il problema attribuzionistico non merita di essere sopravvalutato. Anche se alcune sue pagine fossero state effettivamente ritoccate da Diderot o fossero state redatte da Naigeon, la sostanza della posizione ideologica di dHolbach non cambia.[30] La rinuncia allegotismo dautore è del resto in dHolbach scelta deliberata. Lo attesta senza ombra di dubbi la sua lettera del 27 aprile 1765, scritta nellimminenza della ripresa della pubblicazione dellEncyclopédie: «Le sigle in fondo agli articoli scompariranno e ciò sarà vantaggioso almeno per quelli che, come me, non possono avere che unesistenza collettiva nella Repubblica delle Lettere». Lanonimato fu dunque il prezzo che dHolbach si risolse a pagare per non vedersi costretto a contrabbandare lateismo sotto finte professioni di fede teista. Devessere però sottolineato che da un certo momento in poi, quando si è concentrato sugli aspetti morali della sua filosofia, dHolbach ha attenuato la sua professione di ateismo, arrivando addirittura a proporre ai cristiani di far propri alcuni principi etici da lui proposti.[31] La Boulangérie in azione. DHolbach e i fratelli Naigeon[modifica | modifica sorgente] Per la stampa e la diffusione clandestina dei «pasticcini» sfornati dalla sua «boulangérie» – così scherzosamente chiamava la «panetteria» holbachiana Diderot, in quanto sia lui, sia il barone avevano curato ledizione di opere postume di Nicolas-Antoine Boulanger – dHolbach poteva giovarsi dellaiuto del fratello minore di Naigeon, «controllore dei viveri» a Sedan. Suo tramite i manoscritti inviati a tipografi olandesi, una volta stampati, venivano fatti rientrare in Francia ricorrendo agli espedienti più vari. Se allinterno dellamministrazione nellultimo periodo del regno di Luigi XV non mancavano connivenze e possibili complicità, tali comunque da permettere che ledizione completa dellEncyclopédie, nonostante ogni ostacolo, giungesse alla fine in porto, non bisogna dimenticare che il partito clericale manteneva intatta la sua forza, sia dai pulpiti, sia nei parlamenti, nei tribunali e sulle gazzette.[32] Chi veniva scoperto in possesso di libri holbachiani subiva severe condanne. Il ritrovamento di due copie del Cristianesimo svelato – il libro con cui dHolbach aveva inaugurato la sua strategia clandestina – costò, nellottobre del 1768, la tortura e nove anni di carcere a un garzone di spezieria che ne aveva trattenuta una per sé e data laltra al suo padrone, cinque anni di carcere al venditore clandestino e il manicomio a vita alla moglie di costui, ritenuta complice.[33] I rischi legati alla letteratura clandestina e leccezionale modello di filiera tipografica holbacchiana[modifica | modifica sorgente] Questa voce è da wikificare Questa voce o sezione sullargomento filosofia non è ancora formattata secondo gli standard. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. La letteratura clandestina in Francia viene definita negativamente come l’insieme delle produzioni non autorizzate in suolo francese. Il sistema della censura preliminare distingue, a partire dal 1725 , due modalità di autorizzazione alla stampa, il privilegio e la tacita concessione. Attraverso questi due statuti si delimitano i criteri del lecito e dell’illecito e si determina il settore, ufficiale o clandestino, nel quale il pensiero dovrà essere attentamente suddiviso e mantenuto per evitare spiacevoli intrusioni. Gli arbitraggi sull’ambito da destinare a tutto lo scibile cartaceo non si fondano solamente su motivazioni ideologiche, ma rispondono anche a delle precise esigenze economiche: se la delimitazione di un dominio intoccabile, indicato e delimitato da Dio, dal re e dai buoni costumi risulta infatti sufficiente ad assicurare la pertinenza dell’uso del privilegio, questa stessa azione delimitativa si dimostra però assolutamente incapace nel tentativo di organizzare una produzione sempre più varia, abbondante e che inizia a mostrare una certa insofferenza nei confronti di una visione assai rigida dell’ortodossia. La concorrenza dei tipografi stranieri o clandestini costringe infatti ben presto le autorità ad ammorbidire i criteri di censura che, se applicati rigidamente, rischiano di colpire duramente la corporazione del libro stampato. Il tacito consenso diviene così un luogo di contraddizioni che instaura una sorta di limbo giuridico non potendo essere ricondotto né all’ambito della clandestinità perseguibile e perseguita né a quello del permesso esplicito alla stampa . In questa zona neutrale, rappresentata dal tacito consenso alla stampa, riescono a trovare spazio una leggera iconoclastia e tanta eterodossia quanta le autorità sono in grado di tollerare. Fuori dagli stretti confini di questo ambito, si estende quello perseguibile e perseguito del mercato editoriale clandestino e spetta alle varie librerie ed allo Stato il compito di intervenire su di esso, i primi per salvaguardare i propri interessi ed il secondo per far rispettare l’ordine e la moralità. La Chiesa, da parte sua, non interviene direttamente: la sua missione, infatti, è quella di limitarsi a riconoscere le colpe commesse attraverso i pensieri, le parole, le opere e le azioni dal momento che tutto può contenere una qualche forma di eresia. Ogni pagina deve essere letta e persino i pentagrammi musicali non sfuggono all’occhio attento dell’inquisitore. A questo certosino esame segue la denuncia al braccio secolare; il Parlamento giudica, ordina gli arresti e si preoccupa che vengano tutti scrupolosamente eseguiti. Questa generalmente è la prassi, ma quando si tratta di scritti di autori di particolare importanza sono gli stessi Censori della Sorbonne o gli alti prelati a mobilizzarsi per esercitare una pressione e una minaccia ben reale sugli scrittori.[34] L’attività della stampa clandestina comporta rischi reali dunque e la nobiltà o l’importanza di un autore non bastano affatto a garantirne l’incolumità. Così, ad esempio, Helvétius dopo la condanna della sua opera De l’Esprit, preferì tacere affidando alla stampa postuma il De l’Homme; Diderot stesso, dopo l’interdizione che aveva colpito i primi tomi dell’Encyclopédie, proseguì segretamente l’opera affiancato e sostenuto dal barone; La Mettrie e d’Etallondes trovarono rifugio a Berlino e Rousseau fu costretto ad un miserabile vagabondaggio dalla Svizzera all’Inghilterra. Voltaire preferì trasferirsi alla frontiera per poter proseguire indisturbato la sua lotta: bisognava écraser l’Infâme, ma senza compromettersi. Al Cavaliere de la Barre spettò un più tragico destino: venne infatti giustiziato per non essersi inginocchiato per strada davanti al passaggio del santissimo sacramento. Da lontano Roma osserva quello che accade in Francia affidando a una congregazione specialissima, la congregazione dell’Indice, il compito di leggere tutto quello che viene pubblicato per decretare che cosa debba essere annoverato tra le pagine dell’Index Librorum Prohibitorum . Attraverso i cosiddetti bruciamenti delle vanità , la Chiesa di Roma cerca poi di distruggere, riducendole in cenere, laddove non può suppliziarne direttamente l’autore, le opere che giudica pericolose sia in materia di ortodossia religiosa che in ambito morale. Tra le grida allo scandalo di sapore escatologico dell’instancabile Congregazione e il brusio sommesso delle varie librerie, le autorità e la polizia agiscono in silenzio, intervenendo raramente ma a colpo sicuro: l’intimidazione, attraverso qualche condanna esemplare, deve poter bastare. La repressione non è, infatti, un pericolo immediato, colpisce in primo luogo il materiale stampato. Laddove però questa norma non venga seguita, l’autore deve allora cominciare a preoccuparsi seriamente per la propria sicurezza personale. L’arsenale repressivo, quando riesce a risalire all’autore di un testo proibito, modula la sua azione seguendo la posizione sociale dell’autore e la sua reputazione nell’ambito della cultura ufficiale. Si tiene anche conto della possibile reazione che egli potrebbe assumere messo dinnanzi alla propria opera che può sempre rinnegare evitando così qualsiasi tipo di procedimento a suo carico. Per risalire all’autore di un determinato testo, la polizia sorveglia gli ambienti sospettati di essere all’origine degli scritti sovversivi. Si tratta quindi di ambienti protestanti, giansenisti e in particolare del mondo filosofico. Gli uomini incaricati di scoprire i colpevoli sono ovunque, persino nelle tipografie clandestine parigine o nei famosi cafés, abituali luoghi d’incontro di una classe intellettuale apparentemente rispettosa dell’ortodossia religiosa. Le ricerche, normalmente, riescono a dare un nome al colpevole solo quando la produzione dell’opera, dalla redazione alla stampa, avviene interamente in territorio francese. I rischi di risalire ai vari anelli della filiera clandestina sono maggiori perché ognuno di questi viene sottoposto a enormi pressioni. Ogni attore della filiera clandestina può fornire delle informazioni. Se un venditore ambulante colto in flagrante rappresenta un rischio, le possibili denunce provenienti dagli artigiani spaventati o collaborazionisti della tipografia ne rappresentano un altro non minore. Per poter scrivere e pubblicare libri proibiti senza correre il rischio di venir scoperti e denunciati occorre mettere in piedi una filiera clandestina perfettamente organizzata, quale quella holbacchiana ad esempio. L’incapacità degli organi di polizia non è stata infatti la sola causa che ha permesso al barone, il più prolifico autore di opere “maledette” e il maggiore pubblicista di manoscritti clandestini, non solo di vivere tranquillamente, ma di non esser neppure minimamente sospettato di “attività illecite”. D’Holbach riuscì, infatti, grazie al fidatissimo collaboratore Naigeon, a creare un’eccellente filiera clandestina in Olanda che, per la sua organizzazione, rendeva davvero remota la possibilità di essere scoperto. Il barone si era assicurato una comunicazione perfetta dei suoi scritti fino a Marc Michel Rey, il suo editore ad Amsterdam . Il circuito dei manoscritti fino alla stampa si organizzava sotto forma di vere e proprie staffette le cui tappe risultavano indipendenti e relativamente separate. Naigeon aveva inoltre proposto al barone di servirsi di un copiatore di fiducia che potesse evitare il rischio di diffondere dei manoscritti autografi. A Sedan, città di frontiera e di presidi, il fratello minore di Naigeon iniziò quindi a ricopiare il materiale che il fratello gli consegnava e, terminata la trascrizione, si preoccupava di inviare il manoscritto ritrascritto a Madame Loncin, sua corrispondente a Liège che lo consegnava direttamente a Marc Michel Rey. L’organizzazione della filiera holbacchiana assicurò così la fedeltà della trasmissione dei manoscritti originali e trascritti, eliminando i rischi di interferenze, prevenendo i tentativi di pirateria e permettendo, infine, un’indipendenza perfetta tra le due estremità della catena, impedendo, così, ogni possibile forma di comunicazione tra i vari anelli che avrebbe messo a repentaglio la sicurezza del barone. Il salotto di casa dHolbach[modifica | modifica sorgente] Diversa era la funzione del «salon». I ricevimenti del barone non erano conciliaboli riservati ai soli materialisti e atei. Ospitavano ambasciatori e diplomatici dei più diversi stati europei, philosophes e intellettuali di diverse tendenze, dal cristianesimo rivissuto illuministicamente sulla falsariga del «cristianesimo ragionevole» di John Locke, al deismo di stampo volterriano, allaperto materialismo ateo.[35] Intellettuali di prima grandezza, ma certo non seguaci di Diderot e dHolbach, come David Hume, labate Ferdinando Galiani, Cesare Beccaria, Benjamin Franklin, labbé Raynal, Adam Smith, Laurence Sterne, David Garrick e, per poco, Jean-Jacques Rousseau, poterono discutervi i più vari argomenti scientifici, filosofici e letterari in un contesto di grande apertura ideologica.[36] Quando poi nel 1765 l Encyclopédie poté riprendere la pubblicazione e gli ultimi dieci volumi, che nel frattempo Diderot aveva continuato a predisporre per la stampa, uscirono tutti insieme, gli articoli più notevoli di dHolbach non riguardavano più la chimica e la mineralogia, bensì i costumi di popoli extraeuropei, «selvaggi» o comunque esponenti di civiltà diverse da quelle europee-mediterranee di cui il barone prendeva in considerazione soprattutto i diversi culti e le varie concezioni religiose.[37] Tra i lemmi più significativi attribuiti con certezza a dHolbach si segnalano le voci «Preti», «Rappresentanti», «Teocrazia». Dalla collaborazione alla seconda fase dell Encyclopédie emerge con chiarezza che limpegno «etnologico» del barone nello studio delle religioni «primitive» mirava allo scopo di cercare in esse quel connubio di «paura e ignoranza» che costituisce ai suoi occhi il fondamento ultimo di ogni concezione antropo-teocentrica, un connubio che, a suo avviso, permaneva non scalfito nelle stesse religioni dei popoli cosiddetti civili, Cristianesimo incluso.[38] Il viaggio in Inghilterra[modifica | modifica sorgente] Dal luglio al settembre del 1765 dHolbach compì un viaggio in Inghilterra da cui trasse spunti critici che riversò nelle sue riflessioni politiche ulteriori. Losservazione on field [sul campo] della vita politica inglese sarà ancora alla base delle «Riflessioni sul governo britannico» contenute nel Système social, una sua opera redatta otto anni più tardi. A fronte della diffusa anglomania, propagata già dal Voltaire delle Lettere inglesi, a fronte dellesaltazione della «libera Inghilterra», paradigma di una forma equilibrata di governo contrapposto alloppressione tipica dei regimi assolutistici prevalenti allepoca nellEuropa continentale, dHolbach notava che lequilibrio politico che avrebbe dovuto garantire uneffettiva libertà era in gran parte fittizio: monarchia, nobili e clero costituivano de facto ununica santa alleanza e i deputati della Camera bassa, non revocabili dai loro rappresentati, finivano di norma col farsi comprare o lasciarsi asservire dal blocco reazionario.[39] Gli ultimi anni e le esequie religiose[modifica | modifica sorgente] Paul Henri Thiry dHolbach, ritratto di Louis Carmontelle (1717-1806) Gli ultimi anni di dHolbach coincisero con un progressivo deterioramento delle sue condizioni di salute e con la scomparsa di coloro che, accanto a lui, erano stati i protagonisti dellilluminismo francese. Già nel 1777 un grave attacco di gotta e di nefrite lo aveva condotto ad un passo dalla morte. Ce lo rivela Diderot che al comune amico Grimm scriveva: «A questo pericolo aggiungete la sua mezza cultura in fatto di chimica, medicina e farmacologia e unimpazienza di carattere che gli fa provare dieci farmaci in una sola mattinata». Nel 1771 era morto Helvétius, nel 1778 il patriarca Voltaire, nel 1783 DAlembert. Nel 1784 morì anche Diderot, lamico più caro e fedele. DHolbach si spense, come detto, il 21 gennaio 1789, alletà di 66 anni. La clandestinità dei suoi scritti antireligiosi fece sì che non emersero obiezioni ed ostacoli ad esequie religiose: la sua sepoltura avvenne così nella chiesa parrocchiale di Saint-Roch (dove venne sepolto anche Diderot), costituendo lultimo atto del suo diuturno anonimato, quasi una forma di nicodemismo del XVIII secolo. Negli stessi giorni in Francia si stavano svolgendo le elezioni dei «rappresentanti» agli Stati generali.[40] DHolbach non vide il 1789 che avrebbe trasformato la Francia e lEuropa. Ma, per quanto anonimamente, il suo contributo alla causa della rivoluzione e alla proclamazione dei diritti delluomo, Paul Henri Thiry, barone dHolbach, non aveva certo mancato di recarlo.[41] Il pensiero[modifica | modifica sorgente] DHolbach fu uno scrittore molto prolifico, ma mantenne spesso un velo di segretezza sulle proprie pubblicazioni a causa del loro carattere sovversivo e per mettersi al riparo di una censura dell Ancien Régime estremamente efficace. La prima opera veramente caratteristica di dHolbach, dopo la traduzione in francese di numerose opere scientifiche, può essere considerata Le Christianisme dévoilé (Il Cristianesimo svelato). Il libro fu pubblicato nel 1766, come opera postuma di Nicolas-Antoine Boulanger con la falsa datazione: Londra 1756. In questo testo dHolbach esprime i convincimenti non solo anticlericali, bensì anticristiani maturati con lapprofondimento della conoscenza delle religioni «selvagge».[42] Per dHolbach il cristianesimo non costituisce quel progresso che pretende di rappresentare rispetto ai culti primitivi, presentandosi come unico detentore dellunica rivelazione divina.[43] Insieme ai mali propri della «barbarie» – evidenti nelle cruente e incruente persecuzioni secolari che il cristianesimo ha esercitato sui suoi «dissidenti» e su chi era di diversa fede e opinione, fossero anche gli ebrei da cui i cristiani avevano tratto e il libro sacro e listituzione sacerdotale-ecclesiastica – il cristianesimo nellalleanza con il platonismo stretta dai Padri della Chiesa, per dHolbach aveva propagato una concezione del mondo spiritualistica che costituiva un ostacolo epistemologico notevole per chiunque intendesse studiare la natura iuxta propria principia (secondo i suoi principi propri) sulla base del lumen naturale o sano intelletto umano.[44] Se nel Cristianesimo svelato permane qualche traccia deistica e sussiste qualche speranza di vedere dissociati i monarchi dal clero, il successivo libro (il Sistema della Natura) parve non solo troppo ateo, ma anche eccessivamente anticristiano e antimonarchico addirittura a un lettore acuto e nemico dellInfame come il più moderato deista Voltaire, che pure apprezzava lo stile di scrittura e la personalità del barone.[45] Tra il 1766 e il 1770 Holbach fece piovere una vera e propria grandine di libri e libelli antireligiosi e anticlericali spesso tradotti dallinglese. Tra di essi bisogna segnalare almeno La contagion sacrée (Il contagio religioso), le Lettres à Eugénie (Lettere a Eugenia), l Histoire critique de Jésus-Christ (Storia critica di Gesù Cristo), la Théologie portative (Teologia portatile o dizionario abbreviato della religione cristiana), l Essai sur le préjugés (Saggio sui pregiudizi). Come rileva il già citato Sebastiano Timpanaro, dal punto di vista storico-filologico dHolbach non dimostra particolare vocazione o preparazione: i suoi testi conservano interesse soprattutto in quanto rivelano la progressiva maturazione nella sua mente di quelli che saranno i capisaldi della sua opera teoricamente più impegnativa, il Sistema della natura. Tuttavia il susseguirsi incalzante di traduzioni e pubblicazioni di carattere antireligioso, oltreché lesigenza avvertita da dHolbach di chiarire meglio a se stesso determinati problemi-chiave, manifesta un chiaro intento «pratico»: la canalizzazione della battaglia dei philosophes in un preciso movimento di contrattacco rispetto alla reazione oscurantistica coagulatasi in occasione del caso Helvétius.[46] Il Sistema della natura e Il buon senso[modifica | modifica sorgente] Nel 1770 a breve distanza luna dallaltra comparvero due edizioni del Systeme de la Nature, con falso luogo di stampa (Londra) e sotto il nome di Jean-Baptiste Mirabaud, ripreso da un traduttore e polemista antireligioso deceduto da tempo, Jean-Baptiste de Mirabaud.[47] La paternità holbacchiana dellopera sarà rivelata solo dopo la sua morte. Nel Sistema della Natura la rottura con il deismo diventa definitiva e irrecuperabile. Al contempo in dHolbach si è definitivamente fatta strada la convinzione che assolutismo politico e oppressione clericale, anche se talora in apparente conflitto tra loro, sono sostanzialmente solidali e debbono quindi essere combattuti insieme. Secondo quanto scrive dHolbach: «Senza la Corte la Chiesa quasi non può prosperare, lo Spirito Santo vola con unala sola. È a corte che in ultima istanza si decide lortodossia. Gli eretici sono sempre coloro che non pensano come alla corte. Le divinità di quaggiù regolano comunemente la sorte delle divinità di lassù. Senza Costantino Gesù Cristo sulla terra avrebbe fatto una assai magra figura».[48] Nel 1772 dHolbach pubblica una sintesi del suo sistema, Le bon sens.[49] Pur non introducendo innovazioni di rilievo rispetto al Sistema della natura, ne Il buon senso dHolbach riesce ad evidenziare i punti veramente nodali dellopera maggiore, su uno sfondo polemico anche più vigoroso e coerente. Il libro fu considerato così pericoloso da parte della Chiesa Cattolica, che ne fu anche messa allindice la traduzione italiana del 1808: Il Buon Senso, ossia Idee naturali opposte alle soprannaturali[50], nella quale dHolbach scriveva: «Lidea di un Dio terribile, raffigurato come un despota, ha dovuto rendere inevitabilmente malvagi i suoi sudditi. La paura non crea che schiavi […] che credono che tutto divenga lecito quando si tratta o di guadagnarsi la benevolenza del loro Signore, o di sottrarsi ai suoi temuti castighi. La nozione di un Dio-tiranno non può produrre che schiavi meschini, infelici, rissosi, intolleranti.»[51] Contemporaneamente al Buon senso dHolbach curò anche il rilancio del materialista inglese del seicento, Thomas Hobbes di cui tradusse limportante Human Nature. La proposta etico-politica[modifica | modifica sorgente] Un altro ritratto del Barone Dal 1773 alla data della sua morte nel 1789, comincia lultima fase della produttività holbachiana, dedicata alla pars construens del suo sistema. Il barone passa dallopera di demolizione dei pregiudizi religiosi alla proposta di un rinnovamento etico-sociale che si fonda su una concezione morale e politica decisamente laica e immanente.[52] DHolbach pubblica dunque in forma anonima nel 1773 La politique naturelle (La politica naturale) e il Système social (Sistema sociale) a cui si aggiungono nel 1776 La morale universelle (La morale universale) e l Ethocratie (LEtocrazia o «progetto di unione della morale con la politica»). Questultima opera, dedicata al nuovo re di Francia, Luigi XVI manifesta una qualche rinnovata speranza nelle potenzialità (auto)riformatrici della monarchia francese, dopo la fine del lungo regno corrotto e dissestato del suo predecessore. Del resto anche lilluminista radicale dHolbach non riesce a pensare a riforme che non provengano «dallalto», che non provengano cioè dalla volontà di un potere sovrano illuminato dallazione rischiaratrice dei philosophes. DHolbach è estraneo a ogni progetto di riforma economico-sociale egualitaria.[53] Pur riconoscendo la superiorità morale delle repubbliche, fondate à la Montesquieu sulla virtù, accetta la monarchia costituzionale con divisione dei poteri. Il potere legislativo per dHolbach spetta ai «rappresentanti» (si veda la voce enciclopedica da lui dedicata al tema), ma sebbene non si esprima con piena chiarezza circa lestensione del corpo elettorale, appare evidente che egli pensa a un suffragio assai largo in quanto considera come potenziali elettori non solo i ricchi o i privilegiati, ma anche chi lavori una terra di sua proprietà e in una certa misura anche coloro che si guadagnano da vivere con un lavoro che non sia quello del servo o del lacchè. Lassemblea parlamentare può riunirsi anche contro la volontà del re; i rappresentanti, a differenza di quanto dHolbach aveva visto in Inghilterra, sono revocabili dai loro elettori.[54] I ministri vengono eletti dallassemblea e non scelti dal monarca: la divisione dei poteri coincide de facto con la preminenza del legislativo sullesecutivo. Il diritto centrale della società che sta imborghesendosi, il diritto di proprietà è conservato, ma vengono criticate con asprezza le usurpazioni monarchiche e nobiliari. Pur nobilitato di recente, il barone considera laristocrazia come una casta usurpatrice. Se l optimum sarebbe la sua completa abolizione, per un buon funzionamento della società è comunque indispensabile quanto meno eliminare lereditarietà incondizionata dei titoli e privare delle prerogative nobiliari chi se ne sia reso indegno. DHolbach è un risoluto avversario dei privilegi feudali: corvées, pedaggi e altre servitù vanno eliminate. DHolbach propone che leducazione del principe ereditario della corona francese cessi di essere prerogativa di precettori ecclesiastici e cortigiani per essere affidata invece alla «nazione».[55] Nazionale e pubblica devessere leducazione di tutti i cittadini, in quanto tutto il popolo ha diritto ad essere istruito contro i tiranni e i preti nemici del sapere che lo hanno reso servo per secoli e secoli. DHolbach rivendica inoltre la piena libertà di pensiero e di stampa, libertà di satira e di critica: nessuna condanna può essere comminata per reati dopinione.[56] «In politica, sostiene nella sua Etocrazia, i sistemi stravaganti sono puniti a sufficienza dal disprezzo, dalla derisione e dalloblio».[57] Un altro elemento caratterizzante il pensiero holbacchiano è il suo deciso antimilitarismo: le guerre di conquista sono espressione di barbarie in unepoca che deve promuovere gli scambi commerciali, il monarca non può pretendere di dominare terre lontane (ovvero lo stato devessere nazionale), i militari di carriera sono considerati un flagello non solo nei riguardi dei popoli che si accingono a soggiogare con la violenza delle armi, ma anche nei confronti dei loro compatrioti, in quanto utilizzati in caso di sommosse, proteste e sollevamenti popolari.[58] Tranne il caso di guerre difensive dHolbach prevede per i militari di truppa, preferibilmente volontari e non coscritti, una sorta di «servizio civile»: ovvero un impiego in lavori di pubblica utilità. In materia di giustizia dHolbach si oppone alla venalità delle cariche ancor sempre presente nella Francia settecentesca, così come critica lesasperante lentezza dei procedimenti giudiziari. In pieno accordo con le posizioni degli illuministi lombardi Cesare Beccaria e Pietro Verri. dHolbach manifesta la sua netta avversione allimpiego della tortura, quale che sia il pretesto accampato per servirsene, come il ripudio della pena di morte, tranne che per i casi di omicidio premeditato ed efferato. Nel suo determinismo il barone non imputa evidentemente il crimine alla per lui inesistente «libera volontà» degli individui, ma considera i delinquenti alla stregua di «malati» in taluni casi «incurabili» e dunque pericolosi al pari degli animali che siamo costretti ad abbattere e ad eliminare qualora divengano fonte di contagi letali. Contro Voltaire, che ne Le Mondain aveva esaltato i vantaggi arrecati dal lusso alla società nel suo complesso, dHolbach è ostile a ogni forma di «sciupio vistoso»[59] e propugna una politica agraria fondata sulla ripartizione dei terreni tra il maggior numero possibile di piccoli proprietari. Diffidente anche nei confronti di un accentuato sviluppo del commercio, dHolbach raccomanda la creazione di «opifici pubblici», cioè fabbriche di proprietà statale (idea che sarà fatta propria dai socialisti), in grado di contrastare la disoccupazione e la povertà, dimostrandosi quindi un sostenitore delleconomia mista, e non del laissez-faire o del liberismo, sostenuto da molti illuministi.[60] Al pari di Condorcet dHolbach è uno dei rari filosofi maschi dellepoca disposto a rivendicare la parità di diritti, e quindi di educazione e di istruzione delle donne. Lui stesso monogamo, come John Milton rivendica il diritto al divorzio e, pur senza eccessive concessioni ad un ethos «animalistico», è convinto che linsegnamento della storia naturale mostrando laffinità delluomo con gli altri esseri sensibili, educherà lumanità a una maggiore mitezza nei confronti delle bestie, consapevole per esperienza che chi tormenta gli animali non ha scrupoli neppure nel tormentare gli uomini.[61] Egli osserva: « Nella specie umana ci sono individui così diversi gli uni dagli altri quanto è diverso luomo da un cavallo o da un cane. [...] Quanti animali mostrano più bontà, riflessione e ragionevolezza dellanimale che si considera ragionevole per antonomasia![62] » Conclusioni generali[modifica | modifica sorgente] La sua opera più nota resta comunque il Système de la nature, ou des Lois du Monde Physique et du Monde Moral (2 volumi, Londra 1770): in essa egli nega lesistenza dellanima e di qualsiasi proprietà o sostanza spirituale e sostiene che materia e moto formano il mondo, il quale è auto-creato, eterno e governato da un rigido determinismo, il quale giustifica ogni evento.[63] Secondo dHolbach anche luomo è un essere puramente fisico, sottoposto alla ferrea necessità che lega insieme tutti i fenomeni naturali col rapporto di causa ed effetto, e la sua materia è organizzata in modo tale da produrre il pensiero: le stesse facoltà intellettuali, pertanto, sono modi dessere e di comportarsi risultanti dallorganizzazione del corpo umano. La libertà è una pura illusione, e con essa il libero arbitrio: in realtà luomo cerca ciò che ritiene utile al proprio benessere, secondo una sorte di legge fisica naturale (la gravitazione dellindividuo su se stesso). Questo è ciò che la ragione e lesperienza ci dicono: pertanto le verità della religione (dallesistenza di Dio allimmortalità dellanima) sono sciocche superstizioni, mantenute in vita dagli interessi del clero che sfrutta lignoranza delle cause naturali.[64] DHolbach esalta lateismo, concepito come primo gradino verso la virtù (la vera virtù è incompatibile con la religione): lateo conosce le leggi della natura e conosce la propria natura, sa ciò che essa gli impone e pertanto può seguirla, assecondando il proprio impulso verso la felicità. DHolbach ritiene, pertanto, che non si debba condannare la ricerca del piacere e della felicità terrena, purché linteresse singolo non contraddica linteresse collettivo: la condotta di ognuno deve riuscire a conciliargli la benevolenza dei propri simili, necessaria alla sua stessa felicità, e pertanto devessere diretta allutilità del genere umano. Il potere pubblico può e deve indurre gli uomini a seguire tali comportamenti attraverso incentivi e pene.[65] Il materialismo di dHolbach, pertanto, a differenza da quello di Julien Offray de La Mettrie o del marchese de Sade, è mosso da un interesse etico - politico.[66] Egli, coerentemente, si impegnò in battaglie politiche, come quella per labolizione dei privilegi ereditari di classe, e vagheggiò lattuazione di una etocrazia, versione originale di uno stato utilitaristico. Condusse una vita esemplare sotto il profilo morale, che probabilmente ispirò il personaggio di M. de Wolmar, lo scettico altruista della Nouvelle Héloïse di Jean-Jacques Rousseau.[67] Per dHolbach il conflitto sociale deriva unicamente dal fatto che i vari gruppi sociali non conoscono i loro veri interessi, in quanto tali armonizzabili.[68] DHolbach influenzerà, postumo, grandi pensatori come Nietzsche[69], Marx[70], Feuerbach, Leopardi.[71] Note
Posted on: Mon, 11 Nov 2013 17:38:48 +0000

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