Qualche riflessione su V. Brancati, Romanzi: sessualità – - TopicsExpress



          

Qualche riflessione su V. Brancati, Romanzi: sessualità – patologia- donna - identità; un problema forte è quello della sessualità legato ad una forma di vera e propria patologia. Se nel romanzo Singolare avventura di viaggio, la mancanza di controllo sulla sensualità sfocia nell’incestuosa relazione con la cugina dietro la quale si nasconde l’immagine della sorella, a partire da Gli anni perduti, pubblicato nel 1941 ma scritto tra il 1934 e il ’36, il discorso sul sesso si accompagna a una forma di crisi di identità, al cicaleccio inutile e amplificato sulla donna in una società di perdigiorno che vagheggia la donna ma che poi tiene la testa bassa di fronte ad essa, e non conclude, ma sa solo malignare (la parola come sostituto impotente dell’azione mancata). A questa crisi si aggiunge anche una crisi di identità, sicché gli anni perduti coincidono con l’inazione sul piano lavorativo e sessuale e con la fabbricazione, in una società contraddistinta dalla noia, di una torre panoramica, una specie di simbolo fallico, di realizzazione inutile improduttiva, come le chiacchiere della società catanese. Giovanni Percolla, protagonista di Don Giovanni in Sicilia, scritto nel 1941 è simbolo evidente di questa scontentezza di sé, di questa crisi di identità: la donna è presenza quasi assediante per i giovani catanesi sfaccendati: si passa dall’iperprotettivismo materno (le donne dei romanzi di Brancati, sia che si tratti delle madri asfissianti de Gli anni perduti o delle tre cupe sorelle di Giovanni Percolla, inibiscono i figli e i fratelli, li considerano eterni bambini, non vogliono che si allontanino da casa che vadano a formare famiglia fuori, li tengono prigionieri dentro apparenti schemi che privilegiano una visione maschilista in cui la donna obbedisce servilmente al maschio ma che in effetti si rivela una specie di prigione oppressiva). Giovanni cerca una sua strada: si ribella alle sorelle, va a vivere da solo, detesta gli odori e il sapore di muffa o di sporco della sua casa (pure decidere di fare troppo spesso il bagno appare alle sorelle una forma di trasgressione, una specie di patologia del nuovo) rompe con i suoi vecchi amici, quindi si innamora fino allo sdelinquimento della moglie, la marchesa toscana Maria Antonietta di Marconella, va a vivere a Milano raffredda con la doccia fredda i suoi istinti, cambia vita perché riserva ogni energia al lavoro e non ha più tempo di pensare alle donne, rifiuta (ma non del tutto) le attenzioni delle donne disinibite del nord pronte a relazioni extramatriminoali (ma così Brancati ribadisce i pregiudizi più biechi sulle donne libere: ogni libertà sessuale, ogni realizzazione di sé della donna ha sempre un carattere di morbosità e peccaminosità nei suoi romanzi: sicché all’ironia sul comportamento dei siciliani si sovrappone un’ottica comunque maschilista che dipinge negativamente o nega la libertà di realizzazione della donna, secondo beceri schemi). Questo cambiamento di vita lo porta ad assumere un’altra identità che però è falsa e gli sta stretta: arriva ad odiare i siciliani e i loro comportamenti, la moglie ne gode come se fosse riuscita nella sua personale battaglia a trasformarlo, ma bastano pochi minuti nella vecchia casa dove è nato che riprende a mangiare tanto e a dormire, a ritornare all’inazione che preferisce alla moglie (nel frattempo rimasta incinta): non c’è vera comunione interiore che tenga rispetto al piacere di essere servito, di oziare, di tornare a non fare nulla. Ma si tratta anche di una società falsa, quella siciliana che vive di apparenze: Giovanni è l’eroe di casa per le sorelle perché è onesto lavoratore (si occupa assieme a un cugino e a uno zio di un negozio, ma in effetti, egli nel negozio non sa fare nulla e sono gli altri a lavorare per lui). L’apparenza impone una serie di vessazioni e di restrizioni alla libertà delle donne ma questi divieti si ritorcono anche sulla sessualità maschile che può solo immaginare la donna, il possesso della carne e che invece si trova, in un clima di virilità esibita a parole, a dovere fare i conti con l’educazione (si fa per dire) derivante dai bordelli e dalle donne a pagamento.
Posted on: Thu, 20 Jun 2013 15:02:57 +0000

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