Quella maledetta SIP! Guarda un po’! La Rappresentanza - TopicsExpress



          

Quella maledetta SIP! Guarda un po’! La Rappresentanza militare dei Carabinieri, che prima di me non esisteva, e dopo che sono andato via, ha cercato di dimenticarmi, perché taluni delegati avevano paura di dispiacere il Presidente del COCER di turno, che a sua volta non voleva dispiacere il Comandante Generale di turno, nel momento in cui dico apertamente che questo Comandante Generale, per le sue gravi responsabilità in ordine alla gestione dell’Arma, se ne deve andare via, spara una delibera per chiedere che cosa sta accadendo. Voi mi chiedete: “E’ stato forse il COCER, pentito o illuminato sulla via di Damasco, a muoversi?”. Niente affatto. E’ stato un COIR, uno dei più combattivi, che si definisce “non silenzioso”, quello della “Palidoro”, con il suo Presidente Generale Giovanni Antolini, che con delibera, dopo aver allegato una lettera da me scritta, come Presidente del SUPU (Sindacato Unitario Personale in Uniforme), inoltrata al Capo dello Stato, in cui è riportato che “ … durante il Comando del Generale Gallitelli nell’Arma si è avuta una impennata di suicidi, di delitti commessi da Carabinieri, di gravi abusi e irregolarità. Nonostante ciò, il Governo Monti lo ha prorogato”, e aver proclamato che alla Rappresentanza troppo spesso viene chiesto di “ … rappresentare nei dovuti modi”, di fare da coperchio ad una pentola a pressione in ebollizione, invita il Presidente del COCER a impegnarsi al fine di eliminare la cosiddetta SIP, che tanto disdoro porta a tutta l’Arma e che venga chiesto al Comandante Generale di rispondere punto per punto e pubblicamente alle gravi affermazioni del Generale Pappalardo. Ma dico io: se nemmeno i parlamentari rinunciano alle proprie indennità perché dovrebbe rinunciarvi il Presidente del COCER, che potendo divenire Vice Comandante Generale (gli auguro che divenga anche Comandante Generale), potrebbe godere della SIP? Maledetta SIP. Maledetti i soldi. Diceva bene Gesù Cristo: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco vada nel regno dei cieli”. Pure il Papa se n’è accorto e ha detto a molti suoi preti che San Pietro non aveva un conto in banca. Una volta i Carabinieri, il cui regolamento si dice - è forse una leggenda? - che sia stato redatto da un gesuita, disdegnavano il denaro come i samurai, che lo facevano toccare dai loro servi. Oggi si preferisce essere servi e toccare il denaro. E possibilmente tanto! Il potere politico lo sa e alletta i vertici di tutte le amministrazioni dello Stato, a cominciare dai magistrati, con doppi incarichi, con incarichi di sottogoverno e con laute indennità. Ecco perché costoro stanno zitti, nonostante il Paese affondi! Maledetta SIP. Ho voluto ficcare il naso su questa indennità per togliere qualche curiosità ai giornalisti e a tanti carabinieri, che me lo hanno chiesto. Spero che qualcuno al Comando Generale non svenga alla lettura di questa mia illustrazione. La Speciale Indennità Pensionabile, introdotta dall’art. 5 della legge 01/04/1981, n.121, a favore del Capo della Polizia – Direttore Generale della P.S., è stata estesa dall’art.11-bis del D.L. 21/09/1987, n.387, convertito, con modificazioni, nella legge 20/11/1987, n.472, a: • Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri; • Comandante Generale della Guardia di Finanza; • Direttore Generale per gli Istituti di Prevenzione e Pena (ora Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria); • Direttore Generale per l’economia montana e per le foreste (ora Capo del Corpo Forestale dello Stato). W l’Italia! Quella che non arriva alla fine del mese. La misura di tale indennità è stabilita dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro del Tesoro (ora Ministro dell’Economia e delle Finanze). Inoltre, con l’art. 65 – comma 4 – del decreto legislativo 30/12/1997, n.490, agli Ufficiali Generali e Ammiragli nominati Capi di Stato Maggiore della Difesa, dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica ovvero Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti del Ministero della Difesa, è stata attribuita una speciale indennità commisurata a quella definita per le massime cariche della P.A., in attuazione di quanto disposto dalla legge 15/03/1997, n.59. Tale provvidenza, a mente dell’art. 27 – comma 2 – del D.Lgs. 28/06/2000, n.216, viene determinata con D.P.C.M., su proposta del Ministro della Difesa, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze. W l’Italia! Quella che non arriva alla fine del mese. La speciale indennità pensionabile, così come previsto legislativamente, viene corrisposta in costanza di servizio esclusivamente in favore del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, a cui consegue ovviamente il trattamento di quiescenza e previdenziale. L’art. 1 della legge n. 916 del 1971 ha modificato l’articolo unico della legge 03/12/1962, n. 1699, disponendo che ai Generali di Divisione dei Carabinieri che avessero ricoperto la carica di Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri doveva essere conferita, all’atto della cessazione dal servizio permanente, con D.P.R., su proposta del Ministro della Difesa, la promozione al grado di Generale di Corpo d’Armata, con conseguente trattamento economico e di quiescenza. L’art. 2 della legge n.429 del 04/08/1984 prevedeva l’estensione di tale beneficio a tutti i Generali di Divisione dell’Arma dei Carabinieri, previo giudizio di idoneità della Commissione Superiore di avanzamento. Il Ministero della Difesa, ente deputato alla formalizzazione dei provvedimenti definitivi di quiescenza degli Ufficiali Generali, aveva tentato di estendere tale indennità in favore dei Generali di Divisione dell’Arma dei Carabinieri promossi alla “vigilia” al grado di Generali di Corpo d’Armata, ossia il giorno antecedente il collocamento in congedo nella categoria dell’ausiliaria. W l’Italia! Quella che non arriva alla fine del mese. La Sezione del Controllo Stato della Corte dei conti, con deliberazione n.91/95, aveva ricusato il visto e la conseguente registrazione dei provvedimenti all’esame, obiettando che il riconoscimento dell’indennità di ausiliaria della cosiddetta S.I.P. (speciale indennità pensionabile) doveva essere condizionato allo svolgimento effettivo dei compiti rientranti nell’attività funzionale dello stesso Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e, al più dal Vice Comandante Generale, che avesse però esercitato in servizio le funzioni e le attribuzioni del Comandante. La Sezione del Controllo sosteneva che la S.I.P. avesse carattere di jus singolare, quale cioè retribuzione ad certam personam, in ragione della infungibile posizione di responsabilità dell’organo amministrativo di vertice, che ne è il naturale ed esclusivo destinatario. In altre parole, la S.I.P. non ha carattere di genericità ed omogeneità, pur avendo attribuzione specifica, condizione necessaria per valutare un beneficio nel calcolo sottostante alla determinazione dell’indennità di ausiliaria. Analoghe argomentazioni sono state poi riprese dalla Sentenza n.95/2002/A del 07/03/2002 della Corte dei conti – Sezione seconda giurisdizionale centrale, che ha respinto il ricorso proposto da alcuni Generali di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, denegando l’inserimento della S.I.P. nel calcolo dell’indennità di ausiliaria. In seguito, il Ministero della Difesa, con nota D.G.P.M./VI/1000/501 in data 29/07/2002, aveva disposto che: • l’indennità in questione doveva essere conservata, in sede di emissione del decreto concessivo della pensione definitiva (per passaggio dalla posizione di ausiliaria alla riserva), soltanto per gli ex Comandanti Generali dell’Arma dei Carabinieri, i quali già ne beneficiavano all’atto della cessazione dal servizio e collocati direttamente in ausiliaria, nonché per coloro che erano destinatari di favorevoli sentenze passate in giudicato; • di provvedere, in sede di emissione del provvedimento di pensione definitiva, al recupero dell’indennità in argomento nei confronti di coloro cui detta indennità era stata erogata in via amministrativa durante il periodo di ausiliaria, pur non avendone titolo; • di appellare le sentenze che dovessero essere emesse in difformità da quanto stabilito dalla citata Sentenza n.95/2002/A. Mi chiedo sono state recuperate quelle somme di denaro e date a qualche militare bisognoso? In precedenza, l’Ufficio di Controllo Pensioni Militari e FF.PP. della Corte dei conti, con osservazione n.271 del 23/04/1997, aveva registrato un provvedimento pilota di un Generale di Corpo d’Armata dei CC (DE SENA Mario), asserendo che la valorizzazione dell’indennità di ausiliaria, con l’inclusione della S.I.P., poteva essere concessa soltanto in favore dei Generali di Corpo d’Armata dei CC che avessero rivestito, in servizio, la qualifica di Vice Comandante Generale dell’Arma, che, all’ultimo giorno, di conseguenza raggiungeva la piena identità con il Comandante Generale, e ciò sotto il triplice profilo della parità del grado, del ruolo, nonché, quale elemento aggiuntivo sostanziale, della parità di funzione, quale supplente istituzionale ex lege. Voi mi dite: “Lei ha ottenuto queste notizie, dopo averle chieste all’Ufficio competente del Comando Generale, nella sua veste di Presidente del SUPU”. Niente affatto. Mi hanno tirato il telefono in faccia. Non sapendo che non possono rifiutarsi di dare notizie amministrative ad un sindacato. Abbiamo già interpellato i nostri legali”. Ma, allora, queste notizie chi gliele ha date? La Rappresentanza Militare? Niente affatto. I delegati vengono tenuti all’oscuro di tutto. Ma, allora, chi? Negli anni Sessanta, Celentano, in una delle sue canzoni, ripeteva ossessivamente: “Allora, chiiiiiiiii? Chiiiiii? Chiiiiiii?”. Fino a penetrarti il cervello. Più che svelarvi il nome di chi mi ha dato queste notizie, penso che sia più utile che si facciano alcune considerazioni per rilevare eventuali comportamenti delittuosi da riferire all’opinione pubblica e ai legali del SUPU, che stanno preparando la denuncia alle magistrature competenti. Va detto che per l’Arma la S.I.P. è attribuita in costanza di servizio esclusivamente al Comandante Generale. Nella determinazione dell’indennità di ausiliaria si devono considerare il trattamento di quiescenza percepito dal soggetto interessato e quello economico spettante nel tempo al suo pari grado in servizio nello stesso ruolo e con anzianità corrispondente. La normativa sull’indennità di ausiliaria (art. 67 della legge 10/04/1954, n.113, come sostituito dall’art. 44 della legge 19/05/1986, n.224, quest’ultima disposizione interpretata autenticamente dall’art. 6 – comma 2 – della legge 23/12/1990, n.404) prevede l’onnicomprensività del trattamento spettante nel tempo al pari grado in servizio con tutte le maggiorazioni e le indennità, salvo quelle di carattere personale. Nella disciplina legislativa in materia di pubblico impiego vige la regola secondo cui il trattamento economico accessorio del personale dirigenziale non è corrisposto in relazione allo status, ma è collegato al livello di responsabilità attribuito con l’incarico di funzione e ai risultati conseguiti nell’attività amministrativa e di gestione (art. 24 del D.Lgs. 03/02/1993, n.29, come sostituito dall’art.16 del D.Lgs. 31/03/1998, n.80). Sulla base di questa regola, va considerato che: 1. la S.I.P. è esclusivamente collegata all’incarico ricoperto e quindi al servizio effettivamente espletato; 2. al Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri la S.I.P. è riconosciuta e computata all’atto del congedo fra le voci da considerare per il calcolo dell’indennità di ausiliaria; 3. l’indennità di ausiliaria ha una ratio diversa, svolgendo essa la funzione di compenso per la disponibilità del militare cessato dal servizio ad essere eventualmente richiamato in qualunque momento (norma anacronistica sotto tutti i profili); 4. la prima bozza dello “schema di regolamento di armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico del personale comparto difesa”, cosiddetta riforma Fornero, all’articolo “8” prevedeva l’abrogazione dell’istituto dell’ausiliaria. La bozza successiva, evidentemente anche grazie all’ “intercessione” dell’allora Ministro della Difesa Di Paola (vedasi intervista rilasciata durante la trasmissione “in ½ ora”), vede la cancellazione dell’art. ”8” e pertanto il mantenimento dell’indennità predetta. L’intervento tempestivo sulla bozza non è stato casuale se si pensa che l’abrogazione dell’ausiliaria avrebbe certamente escluso il Vice Comandante dell’Arma dalla percezione della SIP . Come è potuto accadere tutto ciò, all’insaputa degli organi di controllo? Certo l’allora Ministro Fornero era molto amata dai Carabinieri, a tal punto che le concedevano la loro ospitalità presso la foresteria di Casale Renzi del Comando Generale. Per il restante personale, considerato anche il blocco contrattuale, l’abrogazione di detta indennità di fatto avrebbe prodotto ripercussioni economiche irrisorie. 5. in regime di blocco del trattamento economico, se l’attuale Comandante dell’Arma dei CC Gen. C.A. Leonardo Gallitelli non avesse ottenuto la proroga dell’incarico, il suo successore non avrebbe percepito in servizio, in pensione, nella buonuscita e nell’ausiliaria, la “miracolosa” SIP, che tiene buoni e al loro posto i pretendenti al trono, che, ambiziosi più che capaci, alla fine si accontentano di cedere il passo. 6. Vittime di analogo “disagio economico” sarebbero stati anche i Vice Comandanti che avrebbero assunto tale incarico nel periodo del blocco salariale. Ecco spiegato perché nessuno dei pretendenti al trono, dopo aver saputo che il Generale Gallitelli rimaneva in carica, ha elevato urla di dolore dovendo attendere altri due anni per comandare l’Arma. Gallitelli, alla fine, facendosi prorogare ha salvato un beneficio da estendere a tutti i pretendenti. A questo punto bisogna fargli gli applausi. Ha salvato la dignità e l’onore di molti Vice Comandanti che, poverini, non possono andare in pensione con soli 8.000 euro, vivendo così di stenti. Con 14.000 euro la vita si presenta meglio. Vallo a dire ai Carabinieri che con 1.200 euro debbono vivere a Milano, pagare l’affitto di 800 euro e mantenere una famiglia. Monti lo sapeva? Il Ministro della Difesa di Paola lo sapeva? La Fornero, che si è messa a piangere davanti a tutta l’Italia perché si stavano svuotando le tasche degli Italiani, quelli più poveri, lo sapeva? E il Presidente Napolitano sta ancora fermo, oppure dall’alto del Colle, come una volta ha fatto il Presidente Cossiga che ha cacciato via un Capo di Stato Maggiore dell’Arma, non prende carta e penna e invita il governo a restituite dignità e credibilità all’Arma? Al tempo di Cossiga, ero io il Presidente del COCER e invitai il Comandante Generale dell’Arma dell’epoca ad allontanare l’ufficiale indesiderato. Ci riuscii! Accadrà oggi ciò che è accaduto ieri? Non mi illudo! E l’intero regime politico, che difende l’indifendibile, che va cacciato via! Palermo 13 giugno 2012 Antonio Pappalardo
Posted on: Thu, 13 Jun 2013 20:39:11 +0000

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