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RISOLUZIONE RISOLUZIONE: CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO OGGETTO: Adozione di misure idonee a promuovere la cultura della salute e della sicurezza sul posto di lavoro. IL CONSIGLIO REGIONALE PREMESSO che: la più recente indagine condotta dalla Società Vega Engineering di Mestre (Ve) testimonia drammaticamente che a fronte dei 1.588 casi di morti bianche registrate in Italia, nel triennio 2010/2012, è l’Abruzzo come regione a guidare la classifica con un indice del 48,4 contro una media nazionale del 23,1 (per incidenza delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa); i settori maggiormente colpiti sono l’agricoltura, interessata dal maggior numero di morti bianche (36,5%) e le costruzioni (24,6%), ma dati particolarmente preoccupanti emergono anche con riferimento ad altri settori e per conseguenze limitate a casi, variabili in quanto a gravità, di parziale inabilità temporanea o permanente; le cause principali degli incidenti mortali sono: le cadute dall’alto, il ribaltamento di veicoli e mezzi di trasporto (es. agricoli) e lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti. Nella quasi totalità dei casi di tratta di cause elementari, ma ripetute e cronicizzate, assunte in violazione di norme specifiche, ma anche di un gravissimo deficit di sensibilità e cultura rispetto ai temi della più generale tutela sui luoghi di lavoro; CONSIDERATO che: il cardine fondamentale di una diffusa cultura in materia va individuato, in particolar modo, nell’adozione di misure informative/formative rivolte ai più giovani, da acquisire e mantenere quale indispensabile bagaglio personale di vita lavorativa e familiare; una particolare attenzione deve essere riservata, oltre che agli studenti della scuola dell’obbligo e delle università, anche agli allievi partecipanti ai corsi di formazione professionale e che costituiranno le nuove generazioni di lavoratori. Si tratta di un passo fondamentale per promuovere una corretta cultura della salute e della sicurezza in capo alle nuove generazioni di lavoratori, quali sono gli allievi partecipanti ai corsi di formazione; RAMMENTATO che: attualmente, nella nostra regione, non tutti i corsi di formazione prevedono l’insegnamento della materia “sicurezza sul lavoro” e nemmeno risulta sufficientemente avviata l’attività di promozione culturale in tema di prevenzione e sicurezza nell’ambito scolastico e universitario; RAVVISATO che: è necessario, quindi, che in primis le Amministrazioni pubbliche al loro interno, ma anche attraverso l’adozione di misure idonee a promuovere la cultura della sensibilità in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, garantiscano e promuovano il mantenimento di adeguati livelli a tutela dei lavoratori; parimenti e per le stesse finalità, la Regione, in raccordo con i soggetti competenti o comunque coinvolti, deve farsi carico della proposizione di iniziative che favoriscano la programmazione di progetti formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro da realizzarsi nell’ambito di attività scolastiche e universitarie, mediante percorsi formativi interdisciplinari alle diverse materie di insegnamento; IMPEGNA la Giunta regionale, per la parte di propria competenza: 1. all’adozione di direttive e/o disposizioni attuative di norme nazionali finalizzate a rendere effettiva e concreta la materia “salute e sicurezza sul lavoro” anche nei programmi di studio e nei cataloghi dell’offerta di tutti i corsi di formazione professionale, 2. a creare le condizioni per la realizzazione di percorsi formativi e di aggiornamento professionale per le figure previste dal D.Lgs. n. 81/2008 (lavoratori, datori di lavoro) e per la professionalizzazione di figure a sostegno del miglioramento della gestione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro (es. Rspp, Rls); 3. a verificare, di concerto con l’INAIL, i servizi di Prevenzione delle ASL, le OO.SS. e le Organizzazioni di categoria dei settori produttivi maggiormente coinvolti, l’opportunità di proporre misure e individuare procedimenti idonei a ridurre gli obblighi burocratici a carico dei datori di lavoro ma, allo stesso tempo, garantire un più elevato grado di sicurezza sul posto di lavoro; 4. a predisporre e divulgare adeguati strumenti di supporto alle imprese (soprattutto piccole, medie e micro-imprese) in termini di best-practice, linee guida, procedure operative, materiale informativo e divulgativo, diversificati per target e settori lavorativi, liberamente consultabili attraverso l’utilizzo dei siti internet delle diverse amministrazioni; 5. a realizzare ulteriori campagne regionali di sostegno informativo, sia di carattere generale che per target e settori specifici ad elevato rischio infortunistico, quali l’edilizia e l’agricoltura; 6. a valutare la proposizione di iniziative che favoriscano la programmazione di progetti formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro da realizzarsi nell’ambito di attività scolastiche e universitarie, mediante percorsi formativi interdisciplinari che diffondano tra i giovani, studenti e lavoratori, la consapevolezza della rilevanza dei temi della prevenzione. 7. ad effettuare opera di sensibilizzazione al fine di modificare il D.P.R. 30.6.1965, n.1124, art. 85, che regola il risarcimento per gli infortuni e le morti sul lavoro, nel senso di garantire il diritto alla rendita al familiare superstite anche qualora l’infortunio mortale sia occorso a persona che non contribuisce al mantenimento di familiari a carico. LUCREZIO PAOLINI
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 09:49:36 +0000

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