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Josif Stalin Stalin lg zlx1.jpg Segretario generale del Partito Comunista dellUnione Sovietica Durata mandato 3 aprile 1924 – 16 ottobre 1952 Predecessore Carica istituita Successore Nikita Chruščёv (carica ricostituita) Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo dellURSS dal 19/3/1946 Presidente del Consiglio dei ministri Durata mandato 6 maggio 1941 – 5 marzo 1953 Predecessore Vjačeslav Molotov Successore Georgij Malenkov Dati generali Partito politico Partito Comunista dellUnione Sovietica Firma Firma di Josif Stalin Iosif Vissarionovič Džugašvili (russo Иосиф Виссарионович Джугашвили ascolta[?·info]; georg. იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი, Ioseb Besarionis Dze Jughašvili; Gori, 18 dicembre 1878, 5 dicembre del calendario giuliano[1] – Mosca, 5 marzo 1953) fu un militare dittatore sovietico bolscevico conosciuto come Iosif Stalin (dal russo: сталь/stal’, acciaio), Segretario Generale del Partito Comunista dellURSS e leader di tale Paese dal 1924 al 1953. Nativo della Georgia, di umili origini, visse unavventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista di professione, prima di assumere un ruolo importante di dirigente allinterno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, Stalin, strettamente fedele alle direttive di Lenin, divenne uno dei principali capi della Rivoluzione dottobre e del nuovo stato socialista: lUnione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la Guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij. Nonostante le critiche mossegli nellultima parte della sua vita da Lenin e il duro contrasto con Trockij Stalin, alla morte del capo bolscevico, assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, il potere supremo in Unione Sovietica. Dopo aver sconfitto politicamente prima la sinistra di Trockij e quindi la destra di Zinovev, Kamenev e Bucharin, Stalin adottò una prudente politica di costruzione del socialismo in un solo paese, mentre nel campo economico mise in atto le politiche estremistiche di interruzione della NEP, di collettivizzazione forzata delle campagne e di industrializzazione mediante i Piani Quinquennali, lo stakanovismo e la crescita dellindustria pesante[2]. A metà degli anni trenta, in una fase di superamento delle difficoltà economiche e di crescita industriale, Stalin iniziò il tragico periodo delle purghe e del Grande terrore in cui progressivamente eliminò fisicamente, con un metodico e spietato programma di repressione, tutti i suoi reali o presunti avversari nel partito, nelleconomia, nella scienza, nelle forze armate, nelle minoranze etniche. Per rafforzare il suo potere e lo stato sovietico contro possibili minacce esterne o interne di disgregazione, Stalin organizzò un vasto sistema di campi di detenzione e lavoro (GULag) in cui furono imprigionati in condizioni miserevoli milioni di persone[3]. Nel campo della politica estera Stalin, timoroso delle minacce tedesche e giapponesi alla sopravvivenza dellUnione Sovietica, in un primo momento adottò una politica di collaborazione con loccidente secondo la dottrina della sicurezza collettiva; dopo lAccordo di Monaco il dittatore, sospettoso delle potenze occidentali e intimorito dalla potenza tedesca, preferì ricercare un accordo temporaneo con Adolf Hitler che favorì lespansionismo sovietico verso occidente e i Paesi Baltici. Colto di sorpresa dallattacco iniziale tedesco con il quale la Germania nazista violava il patto di non aggressione sottoscritto dalle due potenze solo due anni prima[4], nonostante alcuni errori di strategia militare nella fase iniziale della guerra, Stalin seppe riorganizzare il Paese e lArmata Rossa fino a ottenere, pur a costo di gravi perdite militari e civili, la vittoria totale nella Grande Guerra Patriottica. Il dittatore rivestì un ruolo di grande importanza nella lotta contro il nazismo e nella sconfitta di Hitler; le sue truppe, dopo aver liberato lEuropa Orientale dalloccupazione tedesca, conquistarono Berlino e Vienna, costringendo il Führer al suicidio[5].. Dopo la vittoria Stalin, divenuto detentore di un enorme potere in Unione Sovietica e nellEuropa centro-orientale e assurto al ruolo di capo indiscusso e prestigioso del comunismo mondiale, accrebbe il suo dispotismo violento riprendendo politiche di terrore e di repressione. Stalin morì per una emorragia cerebrale nel 1953, quando lUnione Sovietica era diventata una grande potenza economica[6][7][8], una delle due superpotenze mondiali dotata di armi nucleari, e guida del mondo comunista mondiale. Dal 1956, a partire dal XX Congresso del PCUS, Stalin, che era stato oggetto di un vero e proprio culto della personalità nella ultima parte della sua vita[senza fonte] da parte dei dirigenti e dei simpatizzanti del comunismo mondiale, è stato sottoposto a pesanti critiche da parte di politici e storici per la sua attività politica e per i suoi spietati metodi di governo. Indice [nascondi] 1 Rivoluzionario di professione 2 Protagonista nella Rivoluzione bolscevica e nella Guerra civile 3 Il segretario generale 4 Lo stalinismo 5 La Grande Guerra Patriottica 6 Il dopoguerra e la morte 6.1 Commemorazioni 6.1.1 La commemorazione su LUnità 6.1.2 Cinquantenario 6.2 Il tributo di sangue 7 Nella cultura popolare 8 Famiglia 8.1 Mogli 8.2 Figli 9 Curiosità 10 Edizioni in italiano degli scritti di Stalin 11 Onorificenze 11.1 Onorificenze sovietiche 11.2 Onorificenze straniere 12 Note 13 Bibliografia 13.1 Narrativa, teatro e poesia 14 Voci correlate 15 Altri progetti 16 Collegamenti esterni Rivoluzionario di professione[modifica | modifica sorgente] Nacque nel 1878 da Vissarion Džugašvili (1853-1890) e da Ekaterina Geladze (1858-1937), in una povera famiglia georgiana. Picchiato spesso dal padre, Stalin ebbe per tutta la sua esistenza rapporti difficili con la propria famiglia; alcuni studiosi hanno ritenuto che tali conflitti familiari abbiano provocato in lui diverse turbe psicologiche[9]; tuttavia, queste affermazioni furono smentite dal diretto interessato che, di fronte a una precisa domanda del biografo Emil Ludwig, rispose: Assolutamente no. I miei genitori non mi maltrattavano affatto[10]. In seguito, in un suo manuale di marxismo scolastico, Stalin parlò del padre come un classico esempio di proletario con una coscienza ancora piccolo-borghese[11]. Stalin a 16 anni, nel 1894. Linfanzia di Soso (diminutivo georgiano di Josif) non fu priva di momenti critici per la sua salute fisica, dapprima per una forma acuta di varicella e poi quando, a dieci anni, fu investito e travolto da un cavallo nel corso di una festa di paese: rimase gravemente ferito al braccio sinistro, perdendone parte della capacità di articolazione. Giovanissimo poté frequentare, grazie a una borsa di studio, il seminario teologico ortodosso di Tbilisi. Il contatto, però, con le idee e con lambiente dei deportati politici lo avvicinò alle dottrine socialiste. Entrato, così, nel movimento marxista clandestino di Tbilisi nel 1898, allora rappresentato dal Partito socialdemocratico (POSDR), lavorò per qualche tempo al locale osservatorio astronomico. Ma soprattutto cominciò, da allora, unintensa attività politica di propaganda e di preparazione insurrezionale, che lo portò ben presto a conoscere il rigore della polizia del regime. Stalin a 23 anni, nel 1902. Arrestato nel 1900 e continuamente sorvegliato, Stalin nel 1902 lasciò la sua città per stabilirsi a Batumi, dove però venne subito imprigionato e condannato a un anno di carcere, seguito da un triennio di deportazione in Siberia. Fuggito nel 1904, tornò a Tbilisi e nei mesi successivi partecipò con energia e notevole capacità organizzativa al movimento insurrezionale, che vide la formazione dei primi soviet di operai e di contadini. Nel novembre del 1905, dopo aver pubblicato il suo primo saggio, A proposito dei dissensi nel partito, divenne direttore del periodico Notiziario dei lavoratori caucasici e in Finlandia, alla conferenza bolscevica di Tampere, incontrò per la prima volta Lenin, accettandone le tesi sul ruolo di un partito marxista compatto e rigidamente organizzato come strumento indispensabile per la rivoluzione proletaria. Spostatosi a Baku, dove fu in prima linea nel corso degli scioperi del 1908, Stalin venne di nuovo arrestato e deportato in Siberia; riuscì a fuggire ma fu ripreso e internato nel 1913 a Kurejka sul basso Jenisej, dove rimase per quattro anni, fino al marzo del 1917. Nei brevi periodi di attività clandestina, riuscì progressivamente ad imporre la sua personalità pragmatica e le sue capacità organizzative (nonostante un approccio talvolta eccessivamente ruvido che i compagni di partito gli rimproveravano) e ad emergere come dirigente di livello nazionale, tanto da essere chiamato da Lenin nel 1912 a far parte del Comitato centrale del partito. Protagonista nella Rivoluzione bolscevica e nella Guerra civile[modifica | modifica sorgente] Nello stesso anno contribuì a far rinascere a San Pietroburgo la Pravda, mentre definiva, nel saggio Il marxismo e il problema nazionale, le sue posizioni teoriche (non sempre, però, in linea con quelle di Lenin, di cui non comprendeva la battaglia contro i deviazionisti, né la decisione di prender parte alle elezioni per la Duma). Tornato a San Pietroburgo (nel frattempo ribattezzata Pietrogrado) subito dopo labbattimento dellassolutismo zarista, Stalin, insieme a Lev Kamenev e a Murianov, assunse la direzione della Pravda, appoggiando il governo provvisorio per la sua azione rivoluzionaria contro i residui reazionari. Ma questa linea fu sconfessata dalle Tesi di aprile di Lenin e dal rapido radicalizzarsi degli eventi. Nelle decisive settimane di conquista del potere da parte dei bolscevichi Stalin, membro del comitato militare, non apparve in primo piano e solo il 9 novembre 1917 entrò a far parte del nuovo governo provvisorio (il Consiglio dei Commissari del Popolo) con lincarico di occuparsi degli affari delle minoranze etniche. A lui si deve lelaborazione della Dichiarazione dei Popoli della Russia, che costituisce un documento fondamentale del principio di autonomia delle varie nazionalità nellambito dello Stato sovietico. Membro del Comitato esecutivo centrale Stalin fu nominato, nellaprile del 1918, plenipotenziario per i negoziati con lUcraina. Nella lotta contro i generali bianchi, fu incaricato di occuparsi del vettovagliamento delle forze bolsceviche sul fronte di Tsaritsyn (poi Stalingrado, oggi Volgograd). In questa circostanza dimostrò grande energia e cominciò a organizzare un suo gruppo di fedeli seguaci; spesso in contrasto con le direttive di Trockij, Stalin venne infine richiamato a Mosca da Lenin che tuttavia apprezzò la sua capacità di direzione e la sua spietata decisione[12]. Lenin si preoccupò della crescente rivalità tra Stalin e Trockij e richiese ad entrambi di comporre le loro divergenze e collaborare per la vittoria della Rivoluzione bolscevica; in effetti Stalin in questa fase elogiò ripetutamente in alcuni discorsi loperato e lefficienza di Trockij e sembrò mosso dal desiderio di riavvicinarsi al capo dellArmata Rossa[13]. Considerato da Lenin e anche da Trockij il dirigente bolscevico più duro e efficiente[14], Stalin venne inviato successivamente negli Urali dove contribuì alla nomina del generale Sergeij Kamenev al comando supremo[15], quindi nel maggio 1919 si recò a Pietrogrado, dove denunciò e represse una presunta cospirazione antibolscevica e organizzò la riconquista di alcune piazzeforti. Infine partì il 3 ottobre 1919 per il fronte sud, come commissario politico del Fronte meridionale, dove riallacciò i rapporti con i suoi fedeli amici della Prima armata a cavallo: Kliment Vorošilov, Grigorij Ordžonikidze, Semën Budënnyj[16]. Durante la guerra sovietico-polacca Stalin, commissario politico del Fronte Sud-occidentale del generale Egorov, inizialmente condivise con Trockij le forti riserve sui progetti di offensiva verso il cuore dellEuropa promossi da Lenin; dubbioso sulla possibilità di una insurrezione socialista in Polonia o in Germania, egli evidenziò invece come fosse prudente occuparsi soprattutto della situazione in Crimea e nel Kuban dove le forze bianche avevano ripreso la loro attività e minacciavano la sicurezza delle retrovie del suo fronte. Alla fine però si imposero i progetti strategici di Lenin e del generale Michail Tuchačevskij e Stalin finì per votare disciplinatamente nel Politburo a favore delloffensiva su Varsavia[17]. Durante la battaglia, che terminò con la sconfitta dellArmata Rossa, sorse un nuovo violento contrasto con Trockij, quando Stalin si rifiutò, in ragione degli inevitabili pericoli che loperazione avrebbe comportato ma anche per rivalità personale, di distaccare una parte delle sue forze in appoggio al generale Tuchačevskij e decise di concentrarle invece nella inutile conquista di Lvov[18]. Nel X Congresso del partito del 1921 la condotta e le decisioni di Stalin vennero criticate in una sessione a porte chiuse, nonostante le spiegazioni che egli fornì del suo operato[19]. Le controversie sulle responsabilità nella sconfitta di Varsavia sarebbero continuate fino agli anni trenta e concorsero a rovinare i rapporti tra Stalin e il generale Tuchačevskij[17]. Lenin espresse anche esplicite riserve nei suoi confronti, manifestate nel testamento politico in cui accusava Stalin di anteporre le proprie ambizioni personali allinteresse generale del movimento. Lenin era preoccupato che il governo perdesse sempre più la sua matrice proletaria, e diventasse esclusivamente unala dei burocrati di partito, sempre più lontani dalla generazione vissuta tanto tempo in clandestinità prima delle rivolte del 1917. Oltretutto intravvedeva un futuro dominio incontrastato del Comitato Centrale, ed è per questo che propose nei suoi ultimi scritti una riorganizzazione dei sistemi di controllo, auspicandone una formazione prevalentemente operaia che potesse tenere a bada la vasta e nascente nomenclatura di funzionari di partito[20]. Stalin e Lenin, nel 1919. Il segretario generale[modifica | modifica sorgente] Nominato nel 1922 segretario generale del Comitato centrale, Stalin, unitosi a Zinovev e Kamenev (la famosa troika), seppe trasformare questa carica, di scarso rilievo allorigine, in un formidabile trampolino di lancio per affermare il suo potere personale allinterno del partito dopo la morte di Lenin (1924). Fu allora che nel contesto di una Russia devastata dalla guerra mondiale e dalla guerra civile, con milioni di cittadini senza tetto e letteralmente affamati, diplomaticamente isolata in un mondo ostile, scoppiò violento il dissidio con Lev Trockij, ostile alla Nuova Politica Economica e sostenitore dellinternazionalizzazione della rivoluzione. Stalin sosteneva al contrario che la rivoluzione permanente fosse una pura utopia e che lUnione Sovietica dovesse puntare sulla mobilitazione di tutte le proprie risorse al fine di salvaguardare la propria rivoluzione (teoria del socialismo in un Paese solo). Trockij accusava Stalin e il partito di burocratizzazione e autoritarismo e riteneva, assieme alla crescente opposizione creatasi in seno al partito (tra cui i Decei, critici del Centralismo Democratico), che ci volesse invece un rinnovamento democratico allinterno degli organi dirigenti, che sempre più venivano scelti su matrice non elettiva, dallalto verso il basso, contrariamente agli spiriti che accesero la rivoluzione. Espresse queste sue posizioni al XIII congresso del partito, ma la sua accusa venne respinta e Trotsky venne sconfitto, oltretutto accusato da Stalin e dal triumvirato (Stalin, Kamenev, Zinovev) di frazionismo, tendenza contraria alla direzione monolitica presa dal partito dal X congresso. Trockij venne isolato anche a causa delle norme di emergenza (prese precedentemente dallo stesso Lenin nel pieno della guerra civile sempre nellambito del X congresso) tese a strutturare un partito compatto, eliminando le tendenze ritenute frazionistico-scissioniste. Le tesi di Stalin trionfarono soltanto nel 1926, quando infine il Comitato centrale si schierò sulle posizioni staliniane, isolando Trockij (con il quale, nel corso del dibattito, avevano finito per associarsi anche Kamenev e Zinovev). Nel corso di questi anni sia lOpposizione Operaia di Aleksandra Kollontaj, che si batteva per il ritorno alla democrazia dei Soviet contro la burocratizzazione,[21] sia lOpposizione di Sinistra, guidata da Trockij, e la sua momentanea trasformazione in Opposizione Unificata, con Kamenev e Zinovev, che poi capitolarono, furono sconfitte con i metodi più brutali di intimidazione e di persecuzione, dalla propaganda perniciosa di falsità da parte dellapparato del partito dominato dagli staliniani, allirruzione nelle sedi di partito, che ospitavano riunioni ed assemblee, con la devastazione delle stesse ed il pestaggio degli intervenuti[22]. Lo psichiatra russo Vladimir Bechterev nel 1927 visitò Stalin e gli diagnosticò una sindrome paranoide. Poco tempo dopo morì in circostanze non chiarite. Stalin avrebbe ordinato lassassinio del medico perché non daccordo con la diagnosi[23]. Lo stalinismo
Posted on: Mon, 28 Oct 2013 22:35:47 +0000

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