Sydney Pollack Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Sydney - TopicsExpress



          

Sydney Pollack Da Wikipedia, lenciclopedia libera. Sydney Pollack alla Metropolitan Opera House nel 2006 Statuetta dellOscar Oscar al miglior film 1986 Statuetta dellOscar Oscar al miglior regista 1986 Sydney Irwin Pollack (Lafayette, 1º luglio 1934 – Pacific Palisades, 26 maggio 2008) è stato un regista, attore e produttore cinematografico statunitense, appartenente alla schiera dei registi della New Hollywood, ma più conosciuto come solido autore commerciale, grazie ai successi popolari di Tootsie e La mia Africa, e come regista di attori, capace di ottenere le migliori performance da molti divi. Fu attivo, da un lato, nella promozione di nuovi talenti cinematografici, dallaltro, nella preservazione dei capolavori del passato: è stato membro fondatore sia del Sundance Institute di Robert Redford, sia della Film Foundation di Martin Scorsese. Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Gli inizi in televisione 1.2 I primi film per il cinema 1.3 Gli anni Settanta 1.4 Gli anni Ottanta 1.5 Gli anni Novanta 1.6 Gli anni Duemila 1.7 Vita privata 2 Riconoscimenti 3 Filmografia 3.1 Regista 3.1.1 Televisione 3.1.2 Cinema 3.2 Produttore 3.3 Attore 4 Doppiatori italiani 5 Note 6 Bibliografia 7 Altri progetti 8 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica sorgente] Nacque a Lafayette, Indiana, da una famiglia di immigrati ebrei provenienti dallUcraina, figlio di Rebecca (nata Miller) e David Pollack, un pugile semiprofessionista e farmacista. La famiglia si trasferì a South Bend (Indiana) ed i suoi genitori divorziarono quando era giovane. Sua madre, unalcolizzata con problemi emotivi, morì alletà di 37 anni, mentre Sydney era ancora uno studente. Gli inizi in televisione[modifica | modifica sorgente] Trasferitosi presto dallIndiana a New York, studia recitazione al Neighborhood Playhouse con Sanford Meisner, di cui diventa assistente insegnando per sette anni arte drammatica. Per il Playhouse ricopre anche ruoli come attore in alcuni allestimenti teatrali off-Broadway, distinguendosi abbastanza per essere chiamato a recitare in alcune serie televisive. John Frankenheimer, uno dei nomi più importanti della prima generazione di registi televisivi passati al cinema, lo dirige in alcuni drammi hemingwayani e nel 1960 lo chiama ad Hollywood per affidargli la regia di alcuni film televisivi. Dirige episodi di diverse serie, ottenendo anche un premio Emmy, e si permette uno sperimentalismo inaudito per la televisione dellepoca con Something About Lee Wily, su una cantante blues anni trenta. In questo periodo conosce alcune persone chiave della sua futura carriera: in televisione lavora con David Rayfiel, che sarà il suo sceneggiatore abituale; sul set di Il giardino della violenza (1961) di Frankenheimer, dove lavora come ripetitore di dialoghi, incontra Burt Lancaster, che due anni dopo lo chiamerà per supervisionare il doppiaggio americano di Il Gattopardo di Visconti (benché Pollack non creda alla validità del doppiaggio in quanto tale) e sarà la star dei suoi primi film; sul set di Caccia di guerra di Denis Sanders esordisce come attore cinematografico insieme a Robert Redford, che diventerà linterprete simbolo di tutta la sua carriera registica. I primi film per il cinema[modifica | modifica sorgente] Quando la Paramount gli offre loccasione di dirigere un film per il grande schermo, Pollack coglie al volo loccasione di concretizzare la sua maggiore aspirazione, lasciare la televisione per il cinema, pur sapendo di non poter avere il pieno controllo sul progetto. Il suo film desordio, La vita corre sul filo (1964), è un dramma familiare di chiaro stampo televisivo, che si rivela un discreto successo di pubblico, ma è anche lunico proprio film che il regista afferma di non amare.[1] Il successivo Questa ragazza è di tutti (1966) è quello che si può considerare il suo primo vero film, un melodramma di origine teatrale alla Elia Kazan, con la star Natalie Wood, che costa tre volte più del precedente ed ha molto meno successo.[2] È anche linizio del fortunato sodalizio artistico con Robert Redford. Durante lestate dello stesso anno viene chiamato per terminare le riprese di Un uomo a nudo a causa della dipartita del regista Frank Perry. Il film verrà distribuito nelle sale solo nel 1968. In seguito affronta due generi classici, il western e il film bellico, rispettivamente con Joe Bass limplacabile (1968) e Ardenne 44, un inferno (1969), dei quali Burt Lancaster è linterprete principale. In entrambi i casi, rispetta le forme e le figure canoniche del genere, ma riesce ad esprimere un approccio molto personale. Il primo è un western farsesco, che affronta in modo inedito il problema razziale, mettendo in scena sia l’indiano che il nero, ma è completamente privo delle pretese e della retorica delle molte, più celebri riletture del genere di quegli anni, quali Soldato blu, Piccolo Grande Uomo, La ballata di Cable Hogue, I compari. Il secondo è uno strano film di guerra, sul tema della cultura contrapposta alla violenza, onirico, dalla forte stilizzazione figurativa. Questa prima fase di maturazione culmina in un capolavoro, il dramma disperato Non si uccidono così anche i cavalli? (1969), che lo impone allattenzione generale come una delle personalità più interessanti del rinnovamento hollywoodiano. Il film ottiene ben nove nomination agli Oscar, compresa quella per il miglior regista, ma è lanno del trionfo per John Schlesinger e il suo Un uomo da marciapiede, titolo fondamentale della New Hollywood. Gli anni Settanta[modifica | modifica sorgente] Il nuovo decennio si apre per Pollack con il western Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972), presentato in concorso a Cannes, «uno dei contributi più significativi nella revisione del genere»[3], e si chiude con una variazione di ambientazione moderna dello stesso genere, Il cavaliere elettrico (1979), nuovamente interpretato da Redford, stavolta affiancato da Jane Fonda. Entrambi i film sono caratterizzati da una celebrazione del mito della Natura piuttosto insolita per il nuovo cinema americano, a dimostrazione di una personalità autoriale che lo distanzia dai colleghi movie brats. In mezzo, altri quattro titoli, fra cui spiccano il nostalgico affresco storico-sentimentale Come eravamo (1973) che, malgrado i pesanti rimaneggiamenti, risulta un efficace veicolo divistico per l’insolita coppia formata da Redford e Barbra Streisand, ottiene due Oscar (su sei nomination) e diventa una delle storie d’amore più celebri del cinema americano (sesta nella classifica dellAmerican Film Institute del 2002), l’avvincente thriller politico I tre giorni del condor (1975), che dimostra chiaramente ladesione di Pollack allo spirito dei tempi (è dell’anno prima l’analogo Perché un assassinio di Alan J. Pakula), e il violento noir Yakuza (1974), dalloriginale ambientazione giapponese, scritto da quel Paul Schrader che darà il suo apporto maggiore al cinema di quegli anni con la sceneggiatura di Taxi Driver di Martin Scorsese. I risultati meno convincenti di questo periodo sono il mélo Un attimo, una vita, con Al Pacino, e Il cavaliere elettrico. A partire da Yakuza si impegna direttamente nella produzione dei propri film, per difendersi dalle tensioni con gli studios, e dal decennio successivo produce regolarmente lavori diretti da altri, attraverso la Mirage Productions. Gli anni Ottanta[modifica | modifica sorgente] Dopo aver diretto Diritto di cronaca (1981), sugli eccessi della stampa, che può vantare lennesima star di prima grandezza del suo cinema, Paul Newman, lanno successivo Pollack decide di cimentarsi per la prima volta nella commedia romantica con Tootsie, film ambientato nel mondo dello spettacolo, brillantemente interpretato da Dustin Hoffman e Jessica Lange, che a sorpresa si rivela un successo clamoroso: ottiene addirittura dieci nomination agli Oscar (comprese quelle per miglior film e regista), anche se solo una (quella alla Lange come la miglior attrice non protagonista) si tramuta in statuetta (a causa dellostacolo insormontabile costituito dal kolossal impegnato Gandhi di Richard Attenborough), ma soprattutto incassa 177 milioni di dollari negli Stati Uniti, secondo solo al blockbuster E.T. lextraterrestre di Steven Spielberg nella stagione cinematografica 1982.[4][5] A dimostrazione che non si tratta di un fenomeno stagionale, di breve durata, nel 2000 a distanza di quasi ventanni lAmerican Film Institute nella sua classifica delle migliori cento commedie statunitensi lo pone in seconda posizione, superato solo dallindimenticabile A qualcuno piace caldo di Billy Wilder. I crediti di stima artistica e di fiducia nelle sue potenzialità commerciali, accumulati con un simile successo, gli permettono di ottenere un budget di oltre trenta milioni di dollari[6] per realizzare un kolossal vecchio stile, alla David Lean, La mia Africa (1985). Benché il film non sia particolarmente apprezzato dalla critica, viene accolto da un vasto successo di pubblico (con 87 milioni di dollari è il quinto incasso stagionale negli Stati Uniti, mentre a livello internazionale supera i 128 milioni)[6][7] e trionfa agli Oscar, conquistando sette premi su undici nomination (a scapito di Il colore viola di Steven Spielberg). Gli anni Novanta[modifica | modifica sorgente] Il ritorno alla regia, dopo cinque anni, Havana (1990), è un insuccesso di critica e pubblico. Nella stessa stagione riesce però a rifarsi nelle vesti di produttore, con il giallo processuale Presunto innocente, diretto da Alan J. Pakula, tratto da Scott Turow, che supera i duecento milioni di dollari a livello internazionale, fra i migliori dieci incassi dellanno.[8] Traendone unutile lezione, si cimenta a sua volta con ladattamento per il grande schermo da un maestro del thriller legale letterario, John Grisham, e ritrova il grande successo: Il socio (1993), realizzato con assoluta professionalità ma privo della personalità di un tempo, costruito su misura per il divo Tom Cruise, incassa 158 milioni di dollari negli Stati Uniti (quarto posto stagionale)[9] e 270 nel mondo (quinto posto stagionale).[10] Ma, di nuovo, dopo essere tornato ai vertici delle classifiche, ha una battuta darresto con Sabrina (1995), remake dellomonima commedia sentimentale di Billy Wilder, infelice tanto nelle intenzioni quanto nel risultato. Di medio successo il film successivo, Destini incrociati (1999), che tuttavia non lo libera dalla temporanea impasse creativa e commerciale. Gli anni Duemila[modifica | modifica sorgente] Si rifà pertanto partecipando come attore a diversi film (Mariti e mogli, 1992; Eyes Wide Shut, 1999; Ipotesi di reato, 2002; Un po per caso, un po per desiderio, 2005; Michael Clayton, 2007) e telefilm (Frasier, Innamorati pazzi, Will & Grace, I Soprano), e nel 2005, dopo la pausa più lunga della sua carriera, torna alla regia con il thriller politico The Interpreter e con il primo documentario della sua carriera, Frank Gehry - Creatore di sogni, sul celebre architetto e suo amico personale. Muore il 26 maggio 2008 nella sua abitazione di Pacific Palisades, vicino Los Angeles a causa di un cancro allo stomaco.[11] Vita privata[modifica | modifica sorgente] Era un sostenitore del Partito Democratico statunitense.[12] Riconoscimenti[modifica | modifica sorgente] Oscar 1969 - Non si uccidono così anche i cavalli?: miglior attore non protagonista (Gig Young) 1973 - Come eravamo: miglior colonna sonora, canzone 1983 - Tootsie: miglior attrice non protagonista (Jessica Lange) 1986 - La mia Africa: miglior film, regia, miglior sceneggiatura non originale, fotografia, scenografia, colonna sonora, sonoro Golden Globes La mia Africa: miglior film, attore non protagonista (Klaus Maria Brandauer), colonna sonora Tootsie: migliore commedia, miglior attore di commedia (Dustin Hoffman), miglior attrice non protagonista (Jessica Lange) Festival di Berlino 1982 - Diritto di cronaca: menzione speciale David di Donatello 1973 - Come eravamo: migliore attrice straniera (Barbra Streisand) 1976 - I tre giorni del Condor: premio speciale per la regia 1986 - La mia Africa: miglior film straniero, attrice straniera (Meryl Streep) Nastro dArgento 1986 - La mia Africa: miglior regista di film straniero Premi alla carriera 2002 - Pardo donore del Festival del cinema di Locarno National Film Registry 1999 - Tootsie AFI 100 Years... series 1998 - AFIs 100 Years... 100 Movies: Tootsie (n. 62) 2000 - AFIs 100 Years... 100 Laughs: Tootsie (n. 2) 2002 - AFIs 100 Years... 100 Passions: Come eravamo (n. 6), La mia Africa (n. 13) 2007 - AFIs 100 Years... 100 Movies (10th Anniversary Edition): Tootsie (n. 69) Filmografia
Posted on: Tue, 05 Nov 2013 19:54:56 +0000

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