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Theodor Mommsen, nella sua Storia di Roma, osservava che gli uomini comuni vedono i frutti della loro opera; il seme sparso da uomini di genio, invece, cresce lentamente. Per tale motivo abbiamo scelto come titolo di questi studi l’espressione ciceroniana Optima Hereditas, quale sintesi della constante vitalità che deriva dalle attività intraprese da Maria Adelaide Binaghi. Se a distanza di quasi dieci anni dalla sua scomparsa è stato possibile raccogliere tanti importanti ed emozionanti contributi ciò si deve proprio alla qualità dell’esempio fornito da Maria Adelaide nel corso della sua vita. Siamo certi che da questo ricordo fioriranno ulteriori espressioni del continuum storico, culturale e antropologico per la valorizzazione del nostro territorio, dell’antichità, della cultura e della vita. I Curatori Raffaella Poggiani Keller Prefazione Conoscevo Maria Adelaide dai tempi dell’Università, quando eravamo allieve di Ferrante Rittatore Vonwiller. È seguito, dopo il concorso per il Ministero, che ci vide entrambe assunte nel ruolo di ispettori specialisti per la Preistoria e Protostoria con sede a Milano, un lungo periodo di lavoro come colleghe, oltre vent’anni, fino al tragico giorno della sua morte, nel pieno della vita, nel pieno dell’attività. Ricordarla ravviva il dolore per quella fine precoce che ci colpì tanto più dolorosamente per avere spento una persona così vitale, innamorata della vita e capace di relazioni umane improntate a profonda simpatia. In Soprintendenza furono anni, gli ultimi venti del secolo scorso, di fervido ed entusiasmante lavoro per le occasioni di ricerca offerte non solo dagli interventi di emergenza, ma dalla possibilità di indagare contesti particolarmente esemplari nei settori di competenza specialistica, dalla preistoria, alla romanità all’altomedioevo, per l’inizio dell’archeologia urbana che portò a scavi estesi nelle principali città e alla scoperta delle prime città preromane, per l’avvio di nuovi settori di ricerca come l’archeologia subacquea. Tutto il nostro lavoro, supportato da mezzi e collaborazioni adeguate, organizzato per progetti a lungo termine che garantivano continuità di intervento e qualità dei risultati, offriva spunti di conoscenza inediti anche in campi che si affacciavano allora all’attenzione degli studiosi, occasioni di arricchimento e di confronto interdisciplinare. In questo articolato, promettente e, direi, entusiasmante quadro, l’azione e l’impegno scientifico di Maria Adelaide si distinsero soprattutto -ne sentiamo ancor oggi i positivi effetti- in alcuni ambiti. Naturalmente ognuno di noi, a seconda del carattere, della competenza specialistica, della visione personale sul modo migliore per attuare la tutela sul territorio, affronta in modo del tutto individuale, unico, seppure all’interno di un quadro coerente di coordinamento, il lavoro quotidiano, spesso dispersivo per la varietà delle situazioni, per l’alternarsi dei compiti (la tutela, la ricerca sul campo, lo studio, le azioni di valorizzazione tramite esposizioni museali, mostre, allestimenti), ma certamente un lavoro che si rinnova (e ci rinnova) in continuazione in quanto fonte inesauribile di nuovi dati e nuova conoscenza. Scorrendo il Notiziario della Soprintendenza, rendiconto annuale delle attività condotte sul territorio lombardo edito dal 1981, si colgono le linee di indirizzo principali di Maria Adelaide: - le ricerche sulla Cultura di Golasecca Nei primi anni le ricerche in ambito pre-protostorico la portarono a nuove scoperte, molto importanti, sulla Cultura di Golasecca di cui scavò varie necropoli in territorio varesino, uno dei principali contesti territoriali celtici sudalpini. Ancor oggi lo studio sui complessi provenienti da quegli scavi (per larga parte ripresi dalla collega Barbara Grassi) offre novità scientifiche e permette di affinare sempre più la cronologia del Golasecca. All’impegno nella ricerca e nella tutela seguì anche l’impegno nella valorizzazione. Non possiamo dimenticare quanto Maria Adelaide lavorò al progetto di valorizzazione della prima area archeologica della cultura di Golasecca acquisita alla proprietà pubblica in Lombardia: l’allestimento dell’Area archeologica del Monsorino a Golasecca e la sua apertura al pubblico nel 2002 coronò quel progetto. - il lavoro sistematico sul territorio Determinante nel suo operato fu il legame con i suoi luoghi d’origine: Varese e il suo territorio divennero col tempo l’oggetto principale delle sue ricerche tanto che scelse, in accordo con la nuova linea di tutela promossa dal Soprintendente Angelo Maria Ardovino, di privilegiare l’azione di tutela a tutto campo, dalla preistoria all’altomedioevo. La parte migliore di sé la diede certamente nella sistematica azione sul territorio dove il suo lavoro fu precursore di quella pratica ormai diffusa dell’archeologia preventiva. Non c’era cantiere nei siti a rischio (ricordo, tra gli altri, Angera, Sesto Calende, l’area del Ticino, ma anche l’area dei laghi, le chiese e altro ancora) che non venisse controllato: un capillare quanto umile lavoro sul campo che diede i suoi frutti, ma soprattutto educò ad una cultura della prevenzione che rimane una delle migliori eredità di Maria Adelaide nella tutela del territorio. - l’archeologia subacquea Nella stagione felice in cui il nostro Ministero decise di istituire alcuni Servizi tecnici che svolgessero azione di supporto specialistico alle soprintendenze, fu creato STA S, il Servizio Tecnico per l’Archeologia subacquea, che portò a costituire una sede staccata per l’Italia settentrionale nel Castello di Sirmione con il coordinamento di Luigi Fozzati, allora funzionario della Soprintendenza del Piemonte. Maria Adelaide fu incaricata di coordinare tutte le attività di archeologia subacquea in Lombardia in raccordo con STA S. E qui la sua azione fu particolarmente importante: come non ricordare le ricerche avviate nei laghi varesini che si tradussero in rilievi topografici degli abitati conservati lungo le rive, in sistematiche analisi dendrocronologiche sugli impalcati lignei, nei recuperi e nei restauri delle piroghe affiorate dalle acque di laghi e fiumi nel Centro per il trattamento del legno bagnato realizzato dal Soprintendente A.M. Ardovino presso la sede della soprintendenza a Milano? Il rilievo della palafitta del Sabbione di Cadrezzate nel lago di Monate che Maria Adelaide coordinò, tra 1990 e 1996, attraverso il certosino lavoro di archeologi specializzati ci restituì l’assetto urbanistico dello straordinario insediamento del XVI secolo a.C. con quella sua tripla linea di palizzate perimetrali, le case a pianta rettangolare, datate all’anno: una scoperta e un metodo di lavoro che rimangono ancor oggi, a distanza di anni ed a fronte di sempre nuove ricerche, esemplari. Proprio queste ricerche costituirono la premessa per l’importante riconoscimento come Patrimonio mondiale dell’Umanità che l’UNESCO ha attribuito nel 2011 al Sito seriale transnazionale degli “Insediamenti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” che vede la presenza in Lombardia di ben 10 palafitte riconosciute Patrimonio UNESCO. Maria Adelaide Binaghi ci ha lasciato un’importante eredità di dati che è nostro compito elaborare in forma compiuta. L’edizione delle sue ricerche dovrà essere il prossimo impegno dopo questo volume che è un affettuoso tributo alla sua memoria: penso sarà il miglior omaggio al suo ricordo e il grazie di tutti noi ai tanti anni del suo lavoro. Una collega, Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia Raffaella Poggiani Keller INDICE Poggiani Keller Raffaella Prefazione 3 Prefazione 7 Biografia 11 Archeologia e Territorio 15 Alpago Novello Ferrerio Luisa Arsago Seprio: alla ricerca dell’abitato preromano 17 Armocida Giuseppe Il Protogolasecca di Ispra 23 Baila Angela Caratteri costruttivi dell’edilizia storica 27 Bernardinello Laura Il battistero di Arsago Seprio. Modelli di studio e nuove prospettive di ricerca 33 Brandolini Cristiano – Deiana Alessandro - Palazzi Massimo La necropoli di via Carreggia a Cardano al Campo 45 Butti Ronchetti Fulvia Su alcune fibule a tenaglia con decorazione ad “s” 77 Carabelli Anselmo Il castrum romano di Besnate 87 Cattaneo Patrizia - Volonté Anna Maria Il museo di Legnano e la necropoli romana di Parabiago 99 Cocomazzi Fabio Luciano Lo scavo di Voldomino, un ricordo della dottoressa Maria Adelaide Binaghi Leva 109 Grassi Barbara La fase Protogolasecca alla Malpensa 115 Licata Marta Le ricerche antropologiche e paleopatologiche dell’Università dell’Insubria sui resti ossei provenienti da scavi archeologici della Provincia di Varese 131 Mella Pariani Roberto Le origini archeologiche della torre di San Cassiano a Velate 137 Palazzi Massimo Ercole Ferrario “archeologo” e l’avello fantasma di Samarate 157 Pruneri Stefano Legnano (Mi). Banca dati per una carta del rischio archeologico 177 Rinaldi Luca Per la salvezza del Sacro Monte di Varese (1904-1912) 183 Sironi Pier Giuseppe I fossati medioevali di difesa esterna di Castel Seprio 195 Sironi Pier Giuseppe Punti fermi e chiaroscuri di storia gallaratese 211 Esperienze di archeologia subacquea 225 Baretti Paolo Cronaca di un’importante scoperta archeologica 229 Calò Agostino Un ricordo degli albori dell’archeologia subacquea 233 Fozzati Luigi Palafitte e archeologia subacquea in Italia 239 Martinelli Nicoletta Le capanne palafitticole del villaggio sommerso del Sabbione (Lago di Monate-Varese) attraverso le indagini dendrocronologiche 243 Rosa Alain Maria Adelaide Binaghi Leva “L’Archeologa, la collega, l’amica” 253 Ricordi ed emozioni 259 Bianchi Frattini Fabrizia Il ricordo di un’amica 263 Bossi Erica, Montonati Luisa, Crespi Sara e Ornella, Bernacchi Michela e Fiorillo Annamaria Due parole per Daide 265 Brusa Pasquè Elena e Manuela Sembra ieri… 267 Ceresa Mori Anna - Ruffa Michela - Pagani Carla Maria Adelaide Binaghi 271 Fiorillo Anna Maria Daide 277 Gruppo Archeologico DLF Gallarate Contributo al ricordo di Maria Adelaide Binaghi 281 Magistretti Elisabetta Daide 283 Piatti Guglielmo Ricordo di Maria Adelaide Binaghi 285 Torresan Paolo Note per una storia
Posted on: Fri, 18 Oct 2013 17:01:14 +0000

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