Titolo: Lui, Lei Parte III (su IV) Lei- La bomba che ha messo - TopicsExpress



          

Titolo: Lui, Lei Parte III (su IV) Lei- La bomba che ha messo Adelmo, l’avresti dovuta mettere tu. Lui- Ma che dici? Lei- Ti avrei amato ancora di più se l’avessi fatto. Lui- Basta! Non voglio ascoltarti! Lei- Tuo figlio ha fatto saltare un ripetitore televisivo, capisci, tra tante cose ha scelto di far saltare un ripetitore televisivo. Ti sei mai chiesto perché? Lui- Avrebbe potuto uccidere persone, ha fatto brillare la bomba in pieno giorno. Lei- Non è morto nessuno! Lui- Me ne vado, dici idiozie. Lei- Quando torni non mi troverai. Lui- Lo faresti lo stesso? Lei- Sì. Lui- Anche senza di me? Lei- Sì. Lui- Guardare il mare ci ha sempre rasserenato. Lei- Quando nuotavi con Adelmo io ero sempre in ansia. Lui- Perché? Lei- Vi vedevo nuotare e diventare sempre più piccoli, vi allontanavate, allontanavate, allontanavate… Lui- Non avrei mai messo in pericolo la vita tuo figlio. Lei- Oh, ma io non mi preoccupavo per Adelmo. Adelmo se l’è sempre saputa cavare, io mi preoccupavo per te. Lui- Per me? Ma se nuoto da quando ho due anni? Lei- Non vorrai mica dirmi che sei uno sportivo? In tanti anni non me ne sono mai accorta. A volte ti viene il fiatone persino a salire due scale. Lui- Forse ho qualche chilo di troppo. Lei- Forse sei grasso. Lui- Davvero mi trovi grasso? Lei- Diciamo che quando ti ho conosciuto avevi almeno 20 chili in meno. Lui- Esagerata! Lei- Ok, facciamo 19. Lui- Scema! Lei- Ehi, non si offende una donna debilitata nel fisico e nel morale. Lui- Mi hai sempre fatto ridere, riesci sempre a farmi ridere. Lei- Dovevo fare il clown, ho fatto la moglie di un magistrato. Il circo ha perso una grande protagonista. Lui- Già. Lei- Ti sei intristito di nuovo, cosa pensi? Lui- A quello che hai detto prima. Lei- Su Adelmo? Lui- Sì, cosa volevi dire? Lei- Non capisci? Lui- No. Lei- Adelmo è un puro, come te. Lui- Un puro non mette le bombe. Lei- Fammi finire! Lui- Scusami. Lei- Guarda il mondo con gli occhi dell’ingenuo e sa vedere e prevedere cose che altri non vedono. Lui- Tipo? Lei- Ti ricordi quando lo volevi far iscrivere a giurisprudenza? Lui- Sì, è stata una delle poche volte che abbiamo litigato. Lei- Lo sai perché non si è iscritto? Lui- Mi disse che non si sentiva portato, che la trovava troppo difficile per lui. Un diplomato con il massimo dei voti, avrei voluto prenderlo a schiaffi. Lei- E’ stata una delle pochissime volte che si è confidato con me e non con te. Lui- Si è confidato con te? Lei- Ti sembra strano, vero? Lui- E che ti disse? Lei- Aveva previsto tutto. Mi disse che se si fosse iscritto a Giurisprudenza ti avrebbe messo in imbarazzo, perché tu avresti fatto di tutto per fargli fare la carriera di magistrato, così come tuo padre aveva fatto con te. Questo ai suoi occhi ti avrebbe reso ricattabile e non ti saresti comportato dalla persona onesta che per lui eri sempre stato. Lui- Ma che sciocchezza! Lei- Non fare finta di nulla e non dire che non è vero. Ricordo ancora le notti che passasti da sveglio per fargli il piano di studi. Ti informasti di tutti i professori, di quelli che conoscevi, di quelli che non conoscevi, di come ci saresti potuto arrivare. Gli stavi programmando la carriera. Lui- Che c’entra? Fanno tutti così, che c’è di male? Lei- Se s’insegna l’onestà bisogna essere onesti, fino in fondo. Lui- Non farmi la morale, non ne ho bisogno. Lei- Fra noi due sei tu il moralista, non certo io e lo sai bene. Lui- E poi questo con le bombe che c’entra? Lei- Le bombe vennero dopo, 10 anni dopo. Lui- E allora? Lei- Hai mai desiderato volare? Io sì, da quando ho questo coso che mi cresce dentro ci penso ogni giorno. Librarmi in volo! Vedere il mondo dall’alto, sentirmi libera, farmi trascinare dal vento, sentire il vento che mi entra dentro. Perché non voliamo? Perché non siamo capaci di volare, così da soli, come quell’eroe dei fumetti, come si chiama? Quello che hanno fatto pure un film… Lui- Superman? Lei- Sì, superman. Perché non siamo come superman? Quando ne avremmo voglia potremmo volare e girare il mondo. Non sarebbe bello? Magari senza quello stupido costume… Lui- Nemmeno i leoni volano! Lei- Se è per questo nemmeno le formiche, ma non penso che né i leoni e né le formiche ne abbiano il desiderio. Siamo noi, noi umani che desideriamo cose che non possono realizzarsi. Lui- Vorresti guarire? Lei- Vorrei tornare indietro. Vorrei avere la forza di lottare per cambiare questo schifo. Vorrei che i miei NO venissero ascoltati, sentiti. Vorrei aiutare mio figlio a mettere le bombe! Lui- Non dirlo nemmeno per scherzo. Lei- Io so bene quello che dico, tu no. Lui- Vaneggi! Lei- Sei uno stronzo, ecco cosa sei! Non guardi perché non vuoi vedere! AHIAAAA Lui- Amore… Lei- Stringimi, stringimi forte. Ho freddo… Lui- Non devi innervosirti, non devi stancarti. Ti fa male, lo sai. Lei- Serve ancora a qualcosa? Lui- Non voglio vederti così. Lei- Sto bene, sto bene. Fra poco mi passa tutto, fra poco passa… Lui- Fra poco sorge il sole. Lei- Abbiamo poco tempo. Lui- Ti è passato il dolore? Lei- Ancora no. Lui- Respira, respira forte… Lei- Questo è il nostro posto. Il primo posto dove i nostri figli verranno a cercarci. Lui- E’ la nostra Cappella Sistina. Lei- Sì, la nostra Cappella Sistina. Lui- La chiamasti così perché qui ti chiesi in sposa e dicesti che la mia dichiarazione fu una vera e propria opera d’arte. Ogni volta che ci penso sorrido. Lei- Qui ci siamo dette le cose più belle della nostra vita. Per me è un posto magico, l’unico dove saremmo potuti venire. Lui- Siamo sicuri di non aver dimenticato niente. Lei- Sì, abbiamo controllato più volte. Abbiamo persino preparato i regali di Natale per i nostri nipotini. Lui- Chissà se saranno felici… Lei- Dei nostri regali sicuro, li ho scelti io! Lui- Che vorresti dire? Lei- Semplicemente che nella tua vita non hai mai saputo fare regali. Una volta ti presentasti da mia madre con un mazzo di crisantemi e tutto il mondo sa che i crisantemi si portano ai morti… Lui- Il fioraio stava chiudendo, aveva solo quelli. E poi parliamoci chiaro, tua madre è sempre stata un po’… come dire, funerea… Lei- Questo è vero! Quando morì mio padre portò il lutto per 10 anni. Per 10 anni l’ho vista sempre vestita di nero. Lui- E io ti ho conosciuto negli ultimi 7 anni della sua vita. Lei- Non farmi ridere. AHIA! È vero, con mia mamma sei stato sfortunato. Non che quando fosse vivo mio padre era una persona allegra, ma almeno non sembrava una iettatrice. Lui- Forse Giovanna somiglia a lei. Lei- Fisicamente! Non certo come carattere. Lui- Dici? Lei- Per carità, ma sei pazzo? Giovanna è una persona allegra. Sì, delle volte è umorale, ma niente a che vedere con mia madre. Mia madre era una persona triste ed anaffettiva, in tanti anni non ricordo un bacio, una carezza. Ho fatto di tutto per non essere come lei. Lui- Ci sei riuscita benissimo. Lei- Lasciami, mi sento meglio. Fammi alzare. Lui- Non finirei più di parlare con te…, rimpiango di non averlo fatto in questi anni. Lei- Io e il mio cancro siamo sempre stati a casa ad aspettarti. Di sera ti abbiamo sempre preparato la cena. Lui- Che a volte ho mangiato da solo… Lei- I tuoi silenzi mi erano insopportabili. Lui- Scusami. Lei- Di niente, adesso siamo qui. Lui- Insieme. Lei- Insieme. Lui- Non penso che avrò il coraggio di tenere gli occhi aperti. Lei- Vorrà dire che guarderò anche per te. Vieni qua. Vieni più vicino. Riesci a toccarlo? Riesci a sentirlo sotto le tue mani il mio cancro? Lo sai come lo chiamo? Che nome gli ho messo? Lo chiamo come nostro figlio. Ho battezzato il cancro Adelmo. Lui- Sei pazza! Lei- Magari lo fossi. Mi saprei alzare in volo senza essere superman. Non capisci, il cancro è ciò che ci guarisce, non è la malattia. La malattia siamo noi, è l’assurdità della nostra vita. Il cancro viene per purificarci, per farci capire cosa è importante e cosa no. Lui- Ti è andato di volta il cervello! Lei- Spero che Adelmo e quelli come lui un giorno vinceranno. Spero che Adelmo sia il cancro che faccia morire questa società di merda. Lui- Ma cosa dici? Lei- Dico quello che non si dovrebbe dire. Quello che è talmente sciocco che non si dovrebbe nemmeno pensare. Lo sai perché Adelmo ha messo quella bomba? Te lo ha mai veramente raccontato? Lui- Non mi hai mai risposto. Lei- Una settimana prima, nel liceo dove insegnava interrogò una ragazzina. Una ragazzina sveglia, di buona famiglia. La ragazzina non era preparata, Adelmo le mise un voto basso, ma non fu questo ad inquietarlo. Quello che l’inquietò fu ciò che la ragazzina gli disse: “A che mi serve studiare? con il fisico che ho un lavoro alla televisione o al cinema sempre lo trovo!” E io dovrei vergognarmi di mio figlio? Lui è il cancro della società? Quello che deve essere eliminato? Adelmo è ciò che potrebbe guarirci. La merda siamo noi. È tutto quello che abbiamo creato con il nostro silenzio, con il nostro assenso silenzioso. Devi essere orgoglioso di tuo figlio! Lui- E’ andato contro la legge. Lei- La legge la fa il più forte e se non c’è se la crea. Lui- Le leggi vanno rispettate. Lei- Non quando chi le fa non le rispetta.
Posted on: Tue, 30 Jul 2013 23:06:16 +0000

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