Un luogo, dunque, questo sul Gran Sasso, facilmente difendibile e - TopicsExpress



          

Un luogo, dunque, questo sul Gran Sasso, facilmente difendibile e difficile da raggiungere. Ha tutti i requisiti necessari per custodire un personaggio dell’importanza di Mussolini. Questa è l’ipotesi, ma va verificata: un tentativo fallito, un errore di valutazione può svelare le intenzioni dei tedeschi e mettere sul chi vive le autorità italiane che non tarderebbero a prendere provvedimenti ben più drastici per custodire il loro prezioso ostaggio. I turisti estivi residenti nell’albergo sono stati fatti sgombrare in fretta e furia, ingenerando una serie di motivati sospetti. Dopo un breve soggiorno in una villa di Assergi, proprietà dei conti romani Mascitelli, dal primo pomeriggio del 2 settembre Mussolini è, dunque, prigioniero nell’albergo-rifugio di Campo Imperatore, a 2.112 metri di quota, sotto lo sperone roccioso del Gran Sasso d’Italia. «La più alta prigione d’Italia», come l’ha definita lo stesso ex duce. Prima di salire sulla funivia il sorvegliato speciale chiede ai guardiani: ‘Siamo sicuri che questo trabiccolo resisterà?’. Subito dopo, avvedendosi della gaffe che avrebbe potuto essere s ambiata per un lato poco eroico della sua personalità, precisa: ‘Non per me, tanto la mia vita è finita, ma per chi mi deve accompagnare’ ». Ad Assergi il Gueli dice al prigioniero (31 agosto): «I tedeschi stanno scendendo a valanga nel Paese. Le locomotive che arrivano dal Brennero portano sul muso il vostro ritratto. I vagoni sono piene di scritte inneggianti al vostro nome. Si prepara sicuramente un colpo di scena». Uno degli agenti di guardia ha fatto a sapere a Mussolini che Ettore Muti era stato ucciso e che nel Paese regnava una grande confusione: anche per lui, prima o poi, sarebbe successo qualcosa di grosso. Bisognava stare sul chi vive: prevedere il peggio o forse, perchè no, aspettarsi un fatto propizio dopo tanto sofferto patire. Ha scritto Romano Mussolini. «Quel 28 agosto l’albergo era così pieno di turisti che, lì per lì, non si trovò posto per il prigioniero, il quale dovette essere sistemato nella dépendence a valle, sul piazzale di partenza della funivia. Parlo di mistero perchè sembra incredibile che l’albergo non fosse stato sgomberato prima dell’arrivo del Duce. Per un fatto del genere c’è solo una spiegazione: mio padre ‘doveva’ trovarsi a Campo Imperatore, e non altrove, soltanto il 12 settembre, per dar modo ai tedeschi di liberarlo con il piano già meticolosamente definito con il diretto intervento di Hitler. Badoglio era connivente? Non lo escludo. L’alternativa è che le sue decisioni fossero influenzate da qualcuno molto importante, messogli alle costole dal controspionaggio tedesco. Di certo rimane che i venti Carabinieri al comando del tenente Faiola che avevano in custodia mio padre, non avevano la minima idea di quello che sarebbe accaduto».
Posted on: Tue, 03 Sep 2013 11:00:47 +0000

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