Venti di passione, una scogliera densa di emozioni… e la - TopicsExpress



          

Venti di passione, una scogliera densa di emozioni… e la passione per l’arrampicata esposta Era lultima domenica di ottobre del 2010, una tipica giornata autunnale, cielo grigio quasi bianco, leggero vento di maestrale, temperatura fresca e una leggera pioggia intermittente. Una delle tante giornate dedicate allesplorazione, lunghe passeggiate/trekking lontane da sentieri a cui nessuno degli amici vuole mai partecipare. Certo è anche chiaro il motivo, si sa quando si parte, non dove si va, ne quando si arriva, cosa si trova e soprattutto se si trova qualcosa, NO !!! Inoltre, ma cosa si dovrebbe trovare? A volte una falesia, a volte un bel masso, ma nella maggior parte dei casi questa ricerca non porta a nulla, l’unica certezze è data dai stupendi affreschi paesaggistici da ammirare e immortalare, che la natura ci regala. Quel giorno dopo appena mezzora tra scogli e qualche passaggio un po’ scabroso, la scoperta di un palazzo di scogli e massi. Un “eden” agli occhi degli amanti del bouldering. Qualche mese più tardi (Marzo, 2011) ho salito quello che a oggi risulta essere il passaggio più esposto e ancora irripetuto di questo bel settore. Non molto alto solo 7/8 metri, ma vista la sua posizione sul bordo della scogliera con uno strapiombo di circa 40 metri, lo rende un masso dalla forte connotazione adrenalinica. In occasione della First Ascent (prima salita) tutto avviene molto in fretta e l’adrenalina domina su tutti gli altri sentimenti. Erano presenti diversi climbers quel giorno ma nessuno ha voluto provare quel passaggio così esposto. Così come spesso, anzi quasi sempre accade, si vivono quelle emozioni interiorizzandole e relegandole a un personale momento emozionale. Sabato (02 novembre 2013) dopo 32 mesi ho voluto realizzare la prima ripetizione di questo Psico-Bloc (così vengono tecnicamente definiti questi passaggi). Le condizioni ottimali, o forse no ma comunque abbastanza buone, la roccia era asciutta e ancora il sole non riscaldava eccessivamente. Inizio con qualche giro di riscaldamento sui passaggi vicini per mettere in moto la muscolatura. L’ambiente è spettacolare e austero allo stesso tempo, posso provare la sequenza in sezioni separate, senza un paratore non è consigliabile prendere rischi. La sequenza dei movimenti è ben fissa in mente. La parte più difficile è trovare la concentrazione e la giusta impostazione psico-motoria, perché in questo genere di salita c’è solo una possibile opzione, cioè: buona la prima!. Posizionata la macchina fotografica e programmata per un click ogni 10 secondi, avvio il time lapse. Alla base del blocco calzo le scarpette e spolvero le mani di magnesite, il rumore del mare sale i quaranta metri di scogliera e copre tutti gli altri rumori. Appoggiate le dita sulle prese di partenza, tutto cambia e i rumori diventano un unico grande silenzio, il battito del cuore e il respiro seguono il ritmo dei movimenti, sul passaggio chiave nessuna incertezza è permessa, gli appigli sono piccoli e distanziati e l’assenza del paratore renderebbe alla caduta un esito incerto, troppo incerto! In pochi secondi un movimento dopo l’altro mi ritrovo in cima a questo grande masso, in piedi a guardare il mare e assaporare le emozioni della vita e nella mente c’è spazio solo per le persone a me più care, la mia compagna Barbara e la mia famiglia. Il risultato di questa giornata è questo video in slow motion, un rudimentale esperimento ma che nonostante tutto in poco più di un minuto rende l’idea…
Posted on: Sun, 03 Nov 2013 14:19:41 +0000

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