a Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire, capitale Kinshasa - TopicsExpress



          

a Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire, capitale Kinshasa (da non confondersi con la Repubblica del Congo, capitale Brazzaville, ex Con-go francese), è uno Stato che non ammette la presenza di “migranti irregolari”, cioè di clandestini, sul suo territorio. Chi prova ad entrare senza una luna serie di documenti imprescindibili, tra cui visto di ingresso, certificazione di vaccinazione contro la febbre gialla e, nel caso di viaggio di lavoro, di lettera di invito della ditta in Congo, viene inesorabilmente rispedito al mittente.«I migranti irregolari – spiega dettagliatamente il sito internet congolese – sono passibili delle seguenti misure di polizia: l’espulsione (non ammissione); lo spostamento in una zona d’attesa; la detenzione delle persone ricercate al Centro di Transito; la confisca dei documenti falsi; il divieto di uscita per certe persone ricercate. Disposizioni che, per essere chiari, viene spiegato che derivano dal una legge in vigore dal settembre 1983. Entrando poi nello specifico del primo caso, quello del respingimento, esso può avvenire in uno dei seguenti casi: mancanza del visto di ingresso; non validità dei documenti di viaggio; falsificazione dei documenti di viaggio; visto non richiesto o non valido; visto o documento di soggiorno falsi; la mancanza o l’insufficienza dei mezzi di sostentamento; la mancanza di biglietto di ritorno; il nome del migrante sulla lista dei sorvegliati; indizi di minaccia all’ordine pubblico, alla sicurezza interna o alla salute pubblica. In questi casi, respingimenti diretti. Altro che “accoglienza italian style”. Ma non si tratta solo di leggi sulla carta. Le cronache degli organi di in-formazione locali parlano infatti di respingimenti di parecchi migranti irregolari in particolare verso il Congo-Brazzaville o l’Angola. E questo in ossequio al principio di reciprocità, dal momento che i due Paesi fanno altrettanto con i migranti irregolari congolesi. Infine, che dire della campagna del governo del Congo contro la migrazione clandestina, per informare i congolesi degli enormi rischi che corrono affidandosi a questa pratica? L’Italia, forse, avrebbe bisogno di prendere esempio non dal ministro Kyenge, ma piuttosto dai suoi connazionali.
Posted on: Tue, 30 Jul 2013 17:18:03 +0000

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