copio e incollo un articolo di M. Zani E’ ora di tirare i remi - TopicsExpress



          

copio e incollo un articolo di M. Zani E’ ora di tirare i remi in barca. “ Perché si vede sorgere d’un tratto la sagoma della nave dei folli e il suo equipaggio insensato che invade i paesaggi più familiari? Perché dalla vecchia alleanza dell’acqua con la follia è nata un giorno, e proprio quel giorno questa barca?” Già perché? Perché è nato il PD? Bisogna fare un passo indietro. Correva l’anno 1989 quando decidemmo di intraprendere la perigliosa traversata. Altro non potevamo fare se non dibatterci nei marosi e poi miseramente annegare. Solo che il naviglio costruito allora non resse la sfida di un mare tempestoso. Alla fine ci si trovò presto in acque calme . Troppo. Era la morta gora in cui galleggiavano materie fecali d’ogni sorta, mentre i migliori tra noi ( i miglioristi) continuavano a passar le acque sul mar nero ospiti di un regime che da molto tempo aveva perso la sua “spinta propulsiva”. Vent’anni dentro quella sacca stagnante ad inseguire legittimazione a cercare salvezza dal naufragio aggrappandosi disperatamente alla murate dei legni tradizionalmente nemici. Molti furono accolti e tratti in salvo. Poi rieducati alla democrazia occidentale. Sveglia all’alba e ginnastica di riformismo, sul ponte di coperta con i maitre à penser della globalizzazione a scandire il ritmo. Quella lunga fase d’apprendimento incubò l’idea del PD. Adesso , dopo Monti che ci ha portato al 130% di debito sul PIL siamo al decreto del Fare. S’è mai visto? Se hai bisogno di sancire in un decreto il tuo voler fare vuol dire che sai già che non farai un bel nulla. Del resto la camicia di forza europea è stata cucita da Maastricht in poi con filo sempre più robusto. Il denaro comanda su tutto e ovunque in Europa. La politica s’è ridotta al rango di mera propaganda. Magari vari una legge contro omofobia e transfobia. Lodevole. Ma certo non incide sugli assetti di potere sovranazionali che gravano sul destino dell’Italia. A suo modo il politicamente corretto dei democratici e della ex sinistra serve ottimamente come foglia di fico per coprire una vergognosa subalternità culturale che ha eretto il nuovo mercato della finanza a dominus della vita umana. Non era mai avvenuto , nella storia, che si stabilisse un tale totalitario potere: di vita e di morte. Intanto però la politica può tornare utile dopo che i poteri dell’economia finanziaria hanno proclamato pubblicamente la necessità ,urgente ed assoluta, di riformare le vecchie costituzioni nazionali a partire da quella italiana concepita nel quadro della Resistenza antifascista. La P2 era qualcosa di più di quel sodalizio di funzionari statali, politici e manager in cerca di promozioni, protezioni e prebende. Ergo si procede speditamente alla riforma delle riforme con procedura che è ancora poco definire impropria. Una sorta di golpe bianco delle larghe intese. Le larghe intese. Napolitano dice che alternative non ce ne sono. Ah beh, con l’attuale legge elettorale certo è difficilmente attuabile un’alternativa di governo. Peccato che nessuno se ne occupi. Peccato che sia stata messa in coda alle riforme costituzionali in modo da mettere la sicuro il governo Letta and Letta: il giovane e il vecchio. Governo di contoterzisti in perfetta continuità con quel Super Mario le cui doti di grande statista furono decantate anche da insospettabili vecchi guru della sinistra-sinistra affascinati da tanta sobrietà. Intanto sulla nave dei folli impazza (giustamente) il dibattito democratico. Letta o Renzi? Frega niente a me. Dove sarebbe esattamente la differenza? L’uno è fin da piccolo un insider ben collocato nei vertici europei che contano a partire dalla Trilateral e vari altri esclusivi club , l’altro è un outsider amico di Marchionne e dei maggiorenti della finanza privata con relativi santoni accademici al seguito. Nel merito (come un tempo dicevasi) non si scorgono differenze. Letta parla poco , anzi cinguetta, per non dire nulla. Renzi ha straparlato l’altra sera fino a notte fonda da Mentana e non s’è capito un’acca di quel che andava proclamando con sospetta sicumera. Per contro i maggiorenti intensificano le loro manovre per capire come e dove collocarsi in vista di un congresso le cui coordinate programmatiche sfuggono del tutto sol perché non ci sono. Frega niente a nessuno. Il Partito è definitivamente ..partito. Inutile commentarne ulteriormente la triste deriva. Resta solo un sentimento di pietas per quanti iscritti ed elettori ancora sperano in un Partito, vuoi aperto, chiuso o socchiuso. Niente protagonismo, né partecipazione. Massa da manovrare all’uopo piuttosto. Ancora con le primarie magari. Spiace ma è rimasto solo un gruppo di potere. Senza sogni di sorta e quel che è più importante (per me) senza progetti per il futuro. Eterno presente alla deriva.
Posted on: Sun, 28 Jul 2013 17:48:20 +0000

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