Artigiani che sopravvivono. Una riflessione sull’evasione - TopicsExpress



          

Artigiani che sopravvivono. Una riflessione sull’evasione fiscale Cari imprenditori e colleghi artigiani, Finalmente anche al Governo qualcuno ha aperto gli occhi, e guardato la realtà. Si evade per sopravvivere, questa la sintesi delle ultime affermazioni del viceministro per l’Economia e le Finanze, Stefano Fassina. E’ quindi incomprensibile l’indignazione che si è determinata nella cosiddetta società civile. Giustamente, Stefano Fassina separa la realtà teorica dalla realtà concreta. Siamo tutti d’accordo che l’evasione va sradicata, e siamo d’accordo nel sostenere che quelli che evadono trattengono per sé somme che lo Stato potrebbe reinvestire nelle riforme strutturali sia nel campo dell’occupazione che in quello dei servizi. Tuttavia non si può rimanere insensibili davanti alla oppressione fiscale ed alle difficoltà burocratiche e tributarie che incombono sugli artigiani. Sono anni che la CNA evidenzia una pressione fiscale effettiva oltre il 65% (IVA 21 + INPS 21,75 + IRAP 3,9 + ADD. REG 1,2 + ADD. COM 0,6 + IRPEF media 18 % ) per le imprese B2C ( impresa con privato ) che costringe le ditte artigiane a lavorare per lo stato fino al 25 agosto di ogni anno, ed ha anche confrontato gli adempimenti a carico delle aziende italiane e quelli che invece devono eseguire le aziende estere. Ciò che in Inghilterra, in Germania, in Francia si può completare in una manciata di giorni, nel nostro Paese ha bisogno di mesi. Se in quegli altri Stati bastano pochi adempimenti per avviare un’attività o un contratto di lavoro, da noi superano la cinquantina. Per non parlare poi dei tempi di giustizia, che in Italia sono tradizionalmente biblici. Intanto le imprese muoiono e l’avvio della ripresa si fa sempre più lontano! Il governo dovrebbe optare urgentemente per un abbassamento della pressione fiscale a carico delle PMI. E solo dopo, con le tasse ridotte, si potrà lottare contro i veri disonesti, e chi utilizza i paradisi fiscali all’estero, non contro chi cerca di sopravvivere alla recessione. Finalmente anche alcuni giudici stanno capendo quanto grave sia la realtà finanziaria delle imprese; infatti molti tribunali stanno assolvendo gli imprenditori che non riescono a versare l’Iva o le Imposte per mancanza di liquidità, escludendo dai processi il reato di evasione fiscale contestato dalla Agenzia delle Entrate. Una riduzione delle tasse, delle imposte e dei tributi deve andare di pari passo con una sapiente e mirata spending review. Lo Stato deve tagliare in modo determinato dove si spreca di più. Semplificare e tagliare, queste dovrebbero essere le parole d’ordine di un Paese che vuole crescere. Non si devono cercare ipotetici evasori con il Redditometro, strumento inutile se concepito e costruito sui dati forniti dall’ISTAT, dati che sono inadeguati, in parte errati e sicuramente gravemente sproporzionati a misurare le spese sostenute per catalogare con un software a tutti sconosciuto, gli eventuali redditi conseguiti ! Il Governo deve anche tenere presente che dal 2007 alla fine del 2012 sono fallite più di 15 mila imprese solo per i mancati pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni. Essere imprenditori non è un gioco, ma è una lotta quotidiana per la sopravvivenza e per la dignità di essere liberi in un paese libero. Roberto Ghegin, responsabile fiscale CNA provinciale Treviso. 29.7.13
Posted on: Mon, 29 Jul 2013 15:31:40 +0000

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