Chiusa, un po traumaticamente, la sua avventura con Valentino - TopicsExpress



          

Chiusa, un po traumaticamente, la sua avventura con Valentino Rossi, Jeremy Burgess ha aspettato qualche giorno prima di confessarsi. Lo ha fatto in unintervista rilasciata al sito francese gp-inside. Posso solo dire che mi auguro e che sia la decisione giusta Ho un immenso rispetto per Valentino, ma sappiamo anche che ora è molto più vicino alla fine della sua carriera che non allinizio. Probabilmente non capisce bene perché i suoi avversari sono più veloce di lui, ha detto il capotecnico australiano. “Probabilmente dentro di se pensa: sono sicuro di essere ancora capace di fare certe cose, posso fare quello che facevo 10 anni fa, e ci sono anche alcune cose che posso fare pure meglio. Ma da qualche parte nel “processore Valentino” le informazione non arrivano più così in fretta. Adesso è proprio questo il punto: Valentino sta cercando di andare oltre quelli che sono gli attuali limiti delle sue capacità, ha aggiunto. Insomma, Rossi potrà andare ancora forte, potrà magari vincere anche dei GP, ma sulla lunga distanza è destinato a soccombere. Sarà sempre in grado di combinare tutti gli elementi necessari per vincere in un weekend - ha confermato - , ma non necessariamente nell’arco di un’intera stagione”. Secondo Burgess, poi, a essere impietoso è il cronometro. “Negli ultimi otto GP siamo tornati alle basi usate da Jorge, ma quando si confrontano i tempi, Lorenzo in generale è stato sempre più veloce di circa 4 decimi, e anche in qualifica lo scarto era lo stesso. Così è la vita. Se fossimo stati in grado di capire esattamente quello che ci mancava, naturalmente anche i nostri risultati sarebbero stati migliori, ma niente dura per sempre nella vita di un uomo…. Il tecnico australiano risponde così a chi pensa che sia lui a non avere più voglia: Non ho assolutamente perso la mia passione per tutto ciò che accade nel paddock e in pista, sono ancora appassionato della tecnologia di queste macchine, ma ciò che si può fare in gara è il risultato del lavoro di sviluppo che viene fatto a monte. Adoro tutto di questo lavoro di sviluppo della moto, ma poi tocca ai ragazzi che le guidano di ottenere il massimo in corsa”. Fa impressione, invece, il motivo che lo spinge a considerarsi in qualche modo sollevato dalla decisione di Rossi. “In un certo senso sì. Io mi preoccupo molto per la sicurezza del mio pilota. Ho visto troppi incidenti orribili, e so benissimo che se Valentino dovesse rimanere gravemente ferito, le persone a lui vicine chiederebbero: ma perché non ha smesso prima? Restituire a Graziano e Stefania, i suoi genitori, un Valentino in perfetta salute è un sollievo per me. Specialmente dopo aver vissuto il dramma di Mick Doohan, non volevo che accadesse di nuovo. Quando sento che Valentino sta cercando di fare qualcosa che forse, semplicemente, non è più capace di fare, lo trovo inquietante. Lui è convinto di poter tornare ad essere campione del mondo, e ammiro io questa sua convinzione, ma io non sono un uomo di fede. Sono un uomo che vuole vedere la dimostrazione delle cose. Quando qualcuno dice io posso farlo, io rispondo dimostrami che lo puoi fare. E Valentino non è stato in grado di darmi questa dimostrazione.
Posted on: Wed, 27 Nov 2013 17:25:35 +0000

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