Come il «cip-cip» dei pulcini mette in moto la risposta - TopicsExpress



          

Come il «cip-cip» dei pulcini mette in moto la risposta automatica della mamma tacchina, anche se proviene da una puzzola impagliata, così la parola «perché» fa scattare una risposta automatica di acquiescenza da parte dei soggetti, anche se dopo il «perché» non veniva nessuna ragione particolarmente decisiva. . Proviamo ad osservare il comportamento di alcuni capi di partiti o movimenti indipendentisti. Attenzione: «cip-cip» indipendenza per il popolo… (veneto, siciliano, sardo, etc) cinguetta il capo, e subito alcuni individui sono pronti a seguirlo anche se non è stato specificato cosa ci sarà dopo tale indipendenza. Un dirigente cinguetta «cip-cip» libertà. Ancora altre persone manifestano la disponibilità a seguirlo, ma di quale libertà si tratti nessuno o quasi lo spiega. Sarà la libertà che intendevano i soviet? O la libertà che volevano i nazi-fascisti? O la libertà di seguire il Corano secondo la visione dei fondamentalisti? Cos’altro? Non sempre è dato sapere e l’ambiguità a chi giova? Un altro duce cinguetta «cip-cip» vogliamo trasformare la nostra terra in una piccola Svizzera. Però quando si parla del federalismo con il corollario degli strumenti per l’esercizio della democrazia diretta, in molti arricciano il naso, avanzano distinguo. Insomma, non ci stanno e non propongono nulla di concreto su cui orientare le proprie scelte, le proprie preferenze. Si preferisce chiedere un atto di fede. Un altro condottiero cinguetta «cip-cip» referendum ma accetta che tale referendum sia consultivo. Sulla validità di quest’ultimo senza tanti giri di parole, riportiamo di seguito quanto ha deliberato la sentenza della Corte costituzionale n. 334/2004, che chiarisce benissimo in cosa consista: «…dal momento che il referendum ha carattere consultivo e non priva il legislatore nazionale della propria assoluta discrezionalità quanto all’approvazione della legge che…» . .Una proposta sensata la fa il lettore Luigi Cifra, il 9 Giugno 2012, proprio sullo spazio dei commenti ad uno degli articoli apparsi su questo quotidiano: «…avevo suggerito anche ad altri [il quesito referendario. Ndr] deve essere posto in questi termini: “volete che la vostra regione chieda allo stato italiano una modifica della costituzione per poter proporre un referendum sull’indipendenza della regione che voi attestate con il sì di volere” in questo modo formalmente si chiede alla regione di chiedere allo stato una modifica di legge. La vittoria avrebbe comunque valore di indicare quanti chiedono l’indipendenza avente valore anche per la comunità internazionale.» . Tuttavia, anche in questo caso si tratterebbe di un referendum consultivo, ed è bene osservare che il Comune di Lamon (BL) che lo indisse per primo allo scopo di migrare dal Veneto al Trentino A.A. non ha ottenuto, a tutt’oggi, alcuna risposta governamentale positiva. Parimenti dicasi per i sette Comuni dell’altopiano di Asiago (VI) ed altri limitrofi a regioni a Statuto speciale. Qualche pseudo studioso ha cinguettano «cip-cip» ricorriamo alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per avere il giudizio da un giudice terzo. Si sono trovati di fronte all’ennesimo giudice italiano. Alla faccia della terzietà del giudizio. . Alcuni economisti cinguettano «cip-cip» indipendenza ma questa presuppone una serie di problemi non trascurabili. Il nuovo stato nascerebbe fuori dall’Ue: potrebbe entrarci solo con l’accordo unanime dei membri. Infatti, la Turchia, al momento, ne è fuori per l’opposizione di alcuni. Come si comporterebbe in questo caso Roma? Comunque, per un periodo negoziale di durata non prevedibile, merci e capitali dei neo-indipendenti sarebbero esclusi dalla libera circolazione, perdendo l’accesso al mercato italiano. Ed anche sulla moneta: l’€uro, non ci sono atteggiamenti unanimi. C’è chi dichiara che l’€uro va bene, e chi vuole una moneta sovrana. Giustamente tali economisti, per supportare la sostenibilità della loro richiesta d’indipendenza si basano su dati economici storici. Nessuno, però, è in grado di assicurare la ripetitività nel tempo di quei dati; soprattutto alla luce delle numerose attività industriali che chiudono per l’attuale crisi economica mondiale. . Altri dirigenti cinguettano «cip-cip» ricorriamo all’ONU, o all’UE. Ma questi soggetti internazionali riconoscono lo Stato italiano. La Commissione Europea poi, non è nemmeno un organo democraticamente eletto: i Commissari ed il loro Presidente sono nominati dai paesi aderenti. Eppoi potrebbero riconoscere dei soggetti politici che quando si presentano alle elezioni non raccolgono quasi nessun consenso? In alcuni casi sono state più numerose le firme di sottoscrizione delle liste, che i voti degli elettori ottenuti dalle liste stesse. E ancora, per quale ragione dovrebbero riconoscere un soggetto che non ha ancora le idee chiare sul tipo di istituzioni che tale indipendenza vuole darsi? Quali sono, tra i soggetti di cui si parla, coloro che sono in grado di esibire una bozza di nuova Costituzione, di Statuti per gli enti locali, di nuovi Codici civile e penale? . Dichiarare di voler l’indipendenza per DOPO dare avvio ad un assemblea costituente, per DOPO darsi nuovi Statuti e Codici, è cosa che abbiamo già sperimentato nel periodo 1946-1947. La partitocrazia l’ha fatta da padrone. È cambiata la musica, ma non i suonatori, e la democrazia è un sistema di governo sconosciuto nel paese di Arlecchino e Pulcinella. Concludendo, è vero che altri esperimenti pubblicati dimostrano che in molte situazioni il comportamento umano non funziona in maniera automatica come sopra documentato con il «cip-cip», come un programma preregistrato, ma quello che stupisce è quanto spesso invece funzioni proprio così. Conseguentemente non bisogna lasciarsi irretire da azioni che lascino un ampio spazio di manovra ai gabbamondo che possono farsi forza dell’ampio discredito popolare che oggi incontrano le istituzioni per raggiungere esiti che con il cosiddetto bene comune hanno poco da condividere. .A questo proposito molto utile è stato il convegno ben organizzato dall’associazione “Diritto di voto”, in quel di Gallio (VI), sabato 13 ottobre, dove 6-7 docenti universitari hanno sgombrato il campo dai dubbi sull’effettivo diritto inalienabile del popolo sovrano a decidere per se stesso. Persino l’economista Oscar Giannino ha rilasciato sorprendenti affermazioni sul suo desiderio d’introdurre tutti quegli istituti di democrazia diretta di cui si avvantaggia la Svizzera. . Ben ha rilevato il prof. Alessandro vitale di come la Consulta referendaria del Quebec abbia, suo tempo, sancito che: «La volontà popolare è un valore più alto della Costituzione stessa.». Mentre con piacevole sorpresa abbiamo preso conoscenza del fatto che ancora nel 1981 Costantino Mortati, uno dei padri dell’attuale Costituzione italiana, ebbe a scrivere: «La posizione di organo supremo rivestita dal popolo in regime democratico non può in nessun modo conciliarsi con l’esercizio di una funzione SUBORDINATA, come quella che si sostanzia nell’emissione di PARERI.» . Come non ricordare che Mortati, insieme a Dossetti, Moro e pochi altri, nel 1947, erano stati i promotori dell’articolo (art.50 secondo comma) che dichiarava nella bozza di Costituzione: “Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”. La norma, ovviamente, non passò perché c’era la guerra fredda, e si temeva desse un’arma in più al più potente partito comunista dell’Occidente. Già allora metà degli italiani, della libertà non sapeva cosa farsene, ed era pronta a darla a Mosca.
Posted on: Sun, 07 Jul 2013 15:08:43 +0000

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