Di santi in Sicilia c’è ne sono veramente per tutte le - TopicsExpress



          

Di santi in Sicilia c’è ne sono veramente per tutte le preghiere e per tutte le richieste. Oggi parliamo di un Santo che nel cuore dei più, a Palermo, è stato dimenticato. Sant’Onofrio Eremita che risulta anche copatrono della città. Come sancito per atto pubblico dal Senato, per le sue virtù, il 20 luglio dell’anno 1650 e nella festa ufficiale del 12 giugno, si assisteva al gran completo alla Messa solenne ed alle Sacre funzioni. Il suo venerabile simulacro si onora in un oratorio cinquecentescosito nell’omonima Piazza S. Onofrio, nel mandamento Monte di Pietà. L’oratorio fu costruito nella seconda metà del XVI secolo, per commissione della compagnia che porta lo stesso titolo; il modesto prospetto, che si allunga nel lato settentrionale della piazza, non presenta grossi elementi architettonici. L’interno, una grande aula più volte rinnovata con l’aggiunta di stucchi e decorazioni parietali, è fornito di un anti oratorio. Un’importante tela dipinta da Giuseppe Salerno, detto lo “Zoppo di Gangi”, rappresenta la morte di S. Onofrio ad è situata sull’altare maggiore. Il Santo, eremita per eccellenza, venne bonariamente chiamato dai palermitani “Santu Nofriu u’ pilusu”, per via della sua lunga barba e dalla folta e maestosa capigliatura che confondendosi avvolgevano tutto il suo corpo, quasi rivestendolo. Quest’iconografia è raffigurata nel simulacro, che fu scolpito nel 1603 da un palermitano di cui non si conosce il nome ma si sa fosse cieco dalla nascita, il quale eseguì una sorprendente opera d’arte: un gran vecchio rinsecchito ed ossuto, gli occhi infossati nell’orbite e un fitto cespo di peli, in posizione eretta con le mani congiunte dalle quali pende una corona con grossi grani. Sicuramente non uno dei santi più belli di Santa Romana Chiesa, ma dispensatore di grazie d’ogni genere. Come ci riferisce il Pitrè, è ritenuto il Santo “delle cose perdute”, e tutti vi si rivolgono per ottenere oggetti d’oro smarriti, salute e lavoro ma soprattutto serenità in famiglia. Le preghiere che si recitano, hanno un non so che di magico e arcano, tutte in rigorosa lingua siciliana. Quindi se perdiamo qualcosa rivolgendoci a Sant’Onofrio reciteremo cosi: Santu Nofriu pilusu, pilusu Tuttu amabili e amurusu Pi’ li’ vostri santi pila Fascitimi stà grazia Diccà a stasira. Santu Nofriu pilusu, pilusu Lu me curi è tuttu cunfusu Pi li vostri santi pila Fascitimi stà grazia Diccà a stasira. Santu Nofriu pilusu,pilusu Misi un muranu n’to pirtusu Pi li vostri santi pila Fascitimi truvari chiddu ca pirdivi Diccà a stasira. Per ricevere la grazia basta recitare anche solo l’ultima strofa, ma badate importante è aver fede e non dimenticare di lasciare una piccola offerta ai poveri come recita la stessa: “misi un muranu n’to pirtusu”, il murano è una moneta e il buco la metafora dell’offertorio. Personalmente filastrocca tanto adoperata con buon esito. Ma con maggior devozione si possono rivolgere a lui le ragazze che non riescono a trovar marito (soprattutto quelle non troppo belle). La difficoltà risulta superiore; per nove giorni di seguito (una novena) devono recitare in ginocchio, tutte le sere, la seguente litania: Santu Nofriu lu pilusu Sant’Onofrio peloso iu vi prego di ccà gliusu io Vi prego da quaggiù vui na grazia m’ati a fari voi una grazia mi dovete fare un maritu m’ati a truvari un marito mi dovete trovare Alternando il tutto con Ave Maria e Paternostro, contemporaneamente bisogna conficcare una monetina nello stipite di una porta che non viene mai toccata, se dopo tante invocazioni la monetina cade, la grazia si può ritenere esaudita. Ma il santo non si dimentica certo dei giovani, allora per voi mamme preoccupate del rendimento scolastico dei vostri figli, rivolgetevi così al santo eremita: Santu Nofriu Pilusu – Sant’Onofrio Peloso sugnu nu bravu carusu – sono un bravo ragazzo nummi lassari scurdusu. – non ti scondare di me Santu Nofriu Pietusu – Sant’Onofrio Pietoso rendi amurusu – rendi amorevole lu prufissuri piddicusu. – il professore pignolo Santu Nofriu Miraculusu – Sant’Onofrio Miracoloso chissi tanti ginirusu – che sei tanto generoso fa la grazia a stu carusu – fai la grazia a questo ragazzo che è un picciottu assai studiusu – che è un giovane molto studioso che nun sia cu mia dannusu – e che con mi arrechi danno lu prufissuri strudusu. – il professore troppo zelante Santu Nofrio Anacureta – Sant’Onofrio Anacoreta fammi iunciri alla meta. – fammi arrivare alla meta Santu Nofriu Eremita – Sant’Onofrio Eremita ca priasti na vita – che hai pregato per tutta la vita sta prighiera sia a Tia gradita. – questa preghiera sia a te gradita Amen. - Amen. Il suo culto è il suo ricordo per fortuna viene ancora ricordato a Palermo e proprio in suo onore oltre alla festa già ricordata del 12 giugno quest’anno, il giorno 27 giugno 2009 il simulacro verrà portato in processione per le vie del quartiere Capo. Dopo la solenne celebrazione eucaristica e l’esposizione della reliquia per la venerazione e bacio pubblico, i confratelli che per l’occasione indossano l’abitino bianco con bordi neri e galloni dorati, trasportano il fercolo del Santo miracoloso presso la gente. La processione di solito si snoda per le strade del rione partendo dal vecchio oratorio per la felicità reciproca dfedeli e del Santo PILUSU .
Posted on: Mon, 08 Jul 2013 12:18:16 +0000

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