Leggete tutti!! Lanciare un segnale forte per la terra dei fuochi - TopicsExpress



          

Leggete tutti!! Lanciare un segnale forte per la terra dei fuochi attraverso il mondo del calcio, dal teatro di una passione che aggrega migliaia di persone, unite dalla stessa “fede”. È da qui che nasce “San Paolo in lutto”, iniziativa lanciata da Irene De Crescenzo, giovane avvocato di Frattaminore. L’idea è di invitare gli spettatori di Italia-Armenia, in programma allo stadio San Paolo il prossimo 15 ottobre, a vestirsi completamente di nero e a restare immobili e in silenzio durante l’esecuzione dell’inno di Mameli. È una proposta che riprende, in parte, quella promossa in occasione dell’esordio del Napoli in Champions contro il Borussia, quando I Cittadini campani per un piano alternativo dei rifiuti-coalizione “Stop Biocidio” sfilarono all’esterno dello stadio con le mascherine e lo striscione “STOPBIOCIDIO”. “L’idea mi è venuta da una discussione letta nel gruppo Fb “Terra mia!!!” – spiega Irene – si discuteva dell’opportunità di lanciare un altro segnale forte e abbiamo pensato al silenzio, in segno di rispetto verso le tantissime vittime della terra dei fuochi, proprio in occasione della partita della Nazionale, quando le telecamere di tutto il mondo riprenderanno il pubblico in lutto e non potranno ignorare il perché”. Ha fatto tutto da sola, Irene e l’evento, accolto e supportato con entusiasmo da Lucio Righetti, rappresentante dei Cittadini campani per un piano alternativo dei rifiuti, ha già raccolto circa duemila adesioni e l’appoggio di Marzia Di Biase, Dario Casaburi, Gennaro Di Costanzo e Giulia Baldascini. Stanotte, intanto, è stata spedita una lettera alla FIGC, un accorato appello in cui si chiede ai giocatori della Nazionale di indossare una fascia nera al braccio in segno di lutto. “Speriamo che tutti quelli che hanno promesso di intervenire lo facciano sul serio. Qualcuno ha proposto di fischiare l’inno, ma io credo che sia una grave mancanza verso le vittime che vogliamo ricordare. Spero anche in una parola di don Maurizio Patriciello, perché la gente ormai lo riconosce come simbolo della protesta civile”. Un’iniziativa che Irene ha messo su mossa dalla “disperazione, dal sentirmi impotente e dalla profonda necessità di fare qualcosa che sicuramente sarà un goccia nell’oceano ma non ce la facevo più a stare ferma e vedere morti e pensare che capiterà a me o a qualcuno a me caro, come in fondo già è. Ho studiato tanti anni e sono diventata un avvocato ma mi chiedo a pro di che? Per vedermi togliere il futuro? Per pensare che forse e non so quando non potrò neanche vedere il mio futuro come professionista realizzato? E allora, finché sono in tempo faccio qualcosa per chi verrà dopo di me”.
Posted on: Sun, 06 Oct 2013 07:16:45 +0000

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