MONETA ED USURA SECONDO EZRA POUND di Antonio Pantano(*) Il poeta - TopicsExpress



          

MONETA ED USURA SECONDO EZRA POUND di Antonio Pantano(*) Il poeta americano Ezra Pound produsse in Italia la parte fondamentale della sua opera, poetica nella forma, ma di pensiero espresso in prosa nella sostanza, ed in ciò fu anche acuto indagatore dei fenomeni monetari ed economici. Zona d’ombra affascinante, sconosciuta al pubblico ed agli accademici, i quali hanno malamente nota l’invettiva contro l’Usura nel 45° dei Cantos. Usura non di vicolo, ma delle banche universali e dei creatori del denaro. 160 relazioni in tre giorni animeranno il convegno della “Società Europea per la storia del pensiero Economico” a Ca’ Fo scari, Venezia, introdotte da Lord Desai – Scuola di Economia di Londra – con “La via per il male assoluto: le indagini di Ezra Pound su Moneta ed Usura”, cioè la “scoperta” di un economista ufficiale inglese del pensiero poundiano concepito in Italia e maggiormente pubblicato in lingua italiana. Mali dell’umanità che la scuola di Giacinto Auriti – università di Teramo – diagnosticò e risolse, inascoltata dalla ufficialità, proprio per lo studio delle proposizioni poundiane che chi scrive apportò largamente. Pound scoprì – scavalcando Marx nell’indagine sul capitalismo – che il denaro è di chi lo emette perché, con tale funzione, lo addebita allo Stato ed ai cittadini. Concessione deputata dallo stato da 3 secoli (fondazione della Banca d’Inghilterra, 1696), con rinuncia alla sovranità monetaria. Debito dei cittadini per titolo (il denaro) che appartiene a loro, con aggiunta del “tasso”, stabilito da banche e non dal governo statale. Osservazione da Pound manifestata a Mussolini il 3 gennaio 1933, al quale il Poeta indicò il sistema di “non far pagare le tasse ai cittadini, tassando il denaro alla Banca Centrale al momento dell’emissione”, in luogo di bollo virtuale riscosso in misura simbolica. Il Duce fu stupefatto; raccolse definitivamente le indicazioni poundiane il 23 maggio 1943, ma dopo due mesi la catastrofe italiana vanificò l’applicazione del suggerimento. Il napoletano Domenico Pellegrini Giampietro fu da Pound immortalato nei Cantos anche per il miracolo di aver reso attivo il bilancio 1944 della Repubblica Sociale Italiana, della quale fu Ministro delle Finanze (gravato da 120 miliardi, sottoscritti dal governo Badoglio, devoluti al Reich germanico per l’apporto militare nella guerra), esercitando prelievo forzoso di denaro dalle casse ricche di BankItalia (s.p.a., ancor oggi, concessionaria di tesoreria per lo Stato), che sosteneva esser “suo”. Dopo 3 secoli (1696), uno Stato riprendeva la propria sovranità monetaria, delegata a terzi privati da “politici, camerieri dei banchieri”, secondo la sentenza di Pound, esperto in storia. Lo scorso 3 gennaio Francesco Cossiga (il Sole-24 ore) addebitò ad Einaudi, Ministro del Tesoro nel secondo dopoguerra, l’avvìo della cessione della sovranità monetaria statale a BankItalia, preceduto da crescenti denunzie sulla stampa di Giorgio La Malfa e di chi scrive, che le palesò anche in RAI-TV “Report” sette anni prima. Concetti di “emissione al servizio del lavoro” e non del capitale, che Alberto De Stefani – grande economista e primo Ministro delle Finanze con Mussolini, cui Pound era sconosciuto – precisò in uno scritto del giugno 1939. Pound spinse a chiarire che il denaro che abbiamo in tasca non è nostro, ma rappresenta “debito dei cittadini verso la banca centrale”, mentre dovrebbe essere “ricchezza e credito nelle tasche dei cittadini”, secondo l’affermazione ripresa da Jefferson, padre della Patria americana. Di seguito Giacinto Auriti rivelò che il problema – maestro Pound – deve essere ribaltato, restituendo creazione deldenaro, controllo del credito e determinazione del costo (che, come in Giappone, potrebbe essere ZERO) allo Stato che i cittadini rappresenta. Il recente dissidio, in componibile, tra il Ministro italiano dell’Economia ed il governatore di BankItalia (anche per l’euro, ibrido di proprietà della Banca Centrale Europea, consorzio di banche “private” comunque non democraticamente espresse) è cardine, reso di oscura intelligibilità, del momento di crisi che viviamo. Perché il denaro è, in realtà, di banchieri estranei agli interessi dei cittadini, sempre “stranieri, senza patria”, come Pound, unico al mondo, osservò, pagando di persona con 13 anni di manicomio criminale nella propria patria, la rivelazione. (*) presidente Istituto EZRA POUND di studi poundiani (pubblicato il 26 febbraio 2004 sul quotidiano “ROMA” di Napoli)
Posted on: Fri, 05 Jul 2013 10:43:41 +0000

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