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Mario Monti Da Wikipedia, lenciclopedia libera. bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri personaggi omonimi, vedi Mario Monti (disambigua). Mario Monti Mario Monti 2012-06-27.JPG Presidente del Consiglio dei ministri Durata mandato 16 novembre 2011 – 28 aprile 2013 Presidente Giorgio Napolitano Predecessore Silvio Berlusconi Successore Enrico Letta Ministro degli Affari esteri (ad interim) Durata mandato 26 marzo 2013 – 28 aprile 2013 Predecessore Giulio Terzi di SantAgata Successore Emma Bonino Ministro dellEconomia e delle Finanze Durata mandato 16 novembre 2011 – 11 luglio 2012 Predecessore Giulio Tremonti Successore Vittorio Grilli Commissario europeo per la Concorrenza Durata mandato 15 settembre 1999 – 30 ottobre 2004 Presidente Romano Prodi Predecessore Karel van Miert Successore Neelie Kroes Commissario europeo per il Mercato interno Durata mandato 18 gennaio 1995 – 15 marzo 1999 Presidente Jacques Santer Predecessore Raniero Vanni dArchirafi (Questioni istituzionali, imprese e mercato interno) Successore Frits Bolkestein (Mercato interno, fiscalità e unione doganale) Dati generali Partito politico Scelta Civica Tendenza politica Liberalismo Firma Firma di Mario Monti sen. Mario Monti Bandiera italiana Parlamento italiano Senato della Repubblica Mario Monti Luogo nascita Varese Data nascita 19 marzo 1943 (70 anni) Titolo di studio Laurea in economia Professione Professore universitario Partito Scelta Civica Legislatura XVI, XVII Gruppo Gruppo misto (XVI) Scelta Civica per lItalia Senatore a vita Investitura Nomina presidenziale Data 9 novembre 2011 Incarichi parlamentari XVI Legislatura, membro: 10ª Commissione (Industria) dal 30 novembre 2011 al 14 marzo 2013[1] XVII Legislatura, membro: 3ª Commissione (Affari esteri, emigrazione) dal 7 maggio 2013 Pagina istituzionale Mario Monti ([ˈmaˑɾjo ˈmonːti]; Varese, 19 marzo 1943) è un economista, accademico e politico italiano. È senatore a vita dal 9 novembre 2011[2], e dal 16 novembre fino al 28 aprile 2013 è stato Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, conservando inizialmente lincarico anche di ministro delleconomia e delle finanze dello stesso governo[3]; lascia successivamente lincarico al dicastero economico a Vittorio Grilli l11 luglio 2012[4][5]. Il 21 dicembre dello stesso anno rassegna le sue dimissioni da premier[6], rimanendo in carica per il disbrigo degli affari correnti; a seguito delle dimissioni di Giulio Terzi di SantAgata, assume ad interim lincarico di ministro degli esteri dal 26 marzo 2013. Presidente dellUniversità Bocconi dal 1994, Monti è stato commissario europeo per il mercato interno tra il 1995 e il 1999 nella Commissione Santer; sotto la Commissione Prodi ha rivestito il ruolo di commissario europeo per la concorrenza fino al 2004. Di assoluta importanza la sua presenza negli incontri del Gruppo Bilderberg a partire dal 2001 come membro del Consiglio direttivo, oltre che rivestitore del ruolo di Presidente del gruppo Europeo nella Commissione Trilaterale a partire dal 2010.[7] Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Attività accademica e amministrativa 1.2 Commissario europeo 1.3 Attività scientifica 1.4 Collaborazioni con organismi internazionali 1.5 La nomina a senatore a vita 1.6 Presidente del Consiglio dei ministri 1.7 Elezioni 2013 2 Idee e iniziative politiche 3 Vita privata 4 Opere 4.1 Introduzione, prefazioni, presentazioni 5 Onorificenze 6 Note 7 Voci correlate 8 Altri progetti 9 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica sorgente] Attività accademica e amministrativa[modifica | modifica sorgente] Mario Monti ottiene la maturità classica allIstituto Leone XIII di Milano. Nel 1965 consegue la laurea in economia presso lUniversità Commerciale Luigi Bocconi di Milano e trascorre un anno allUniversità di Yale (Stati Uniti), con una borsa di studio[8], avendo come professore James Tobin, Premio Nobel per leconomia nel 1981[9]. Nel 1969 è professore ordinario presso lUniversità degli Studi di Trento. Dal 1970 è docente presso lUniversità degli Studi di Torino[10], che lascia nel 1985 per diventare professore di economia politica presso lUniversità Bocconi di Milano, dove diventa direttore dellIstituto di economia politica e dove, dal 1985 al 1995, è anche direttore del Giornale degli economisti e Annali di economia. Monti è chiamato a rivestire incarichi di rilievo in commissioni governative e parlamentari: è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dallinflazione (1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982) e membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987). Nel 1988 viene nominato dal Governo De Mita e dal ministro del Tesoro Giuliano Amato membro del Comitato Spaventa sul debito pubblico (1988-1989)[11][12]. Nel medesimo 1988 viene designato come membro del consiglio di amministrazione della Fiat Auto S.p.A. e della Banca Commerciale Italiana[13][14]. Sempre alla Bocconi assume la carica di rettore (1989-1994) e successivamente quella di presidente (1994), alla morte di Giovanni Spadolini. Dal novembre 2011, a seguito della nomina alla Presidenza del Consiglio, ha richiesto la sospensione temporanea, tra le altre, anche dalla carica di presidente dellUniversità[15]; carica che, nelle more, è stata ricoperta dal professor Luigi Guatri[16]. Commissario europeo[modifica | modifica sorgente] Nel 1994 Monti viene designato per la nomina a commissario europeo dal governo Berlusconi I[17], assieme alla radicale Emma Bonino. Jacques Santer, presidente della commissione, gli assegna le deleghe a Mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, fiscalità e unione doganale. Nel 1999 la Commissione Santer si dimette in blocco, a causa di uno scandalo legato a cattive pratiche di gestione e amministrazione da parte di alcuni commissari ma non coinvolge Mario Monti[18]. Nel 1999 Monti viene confermato commissario europeo dal governo DAlema I, che indica Romano Prodi come secondo rappresentante per la Commissione UE, di cui lo stesso Prodi diviene presidente, e riceve la delega alla Concorrenza. Sotto la sua guida la Commissione europea approfondisce il ruolo di controllo della concorrenza, inaugurando il procedimento contro la Microsoft (tuttora in corso) e bloccando nel 2001 la proposta di fusione tra General Electric e Honeywell, considerata contraria alle normative antitrust. Nel 2010, su incarico del presidente della Commissione europea Barroso, ha redatto un libro bianco (Rapporto sul futuro del mercato unico) contenente misure considerate necessarie per il completamento del mercato unico europeo[19]. Attività scientifica[modifica | modifica sorgente] Uno dei risultati più importanti della sua attività di ricerca in campo economico è il modello di Klein-Monti che descrive il comportamento di una banca in regime di monopolio, risultato degli studi paralleli di Monti e del premio Nobel Lawrence Klein. Tale modello essendo basato su equazioni differenziali lineari non descrive le bolle speculative ma esso è stato ampliato e studiato dagli anni 70 fino ad oggi. Collaborazioni con organismi internazionali[modifica | modifica sorgente] È stato, tra il 2005[20] e il 2008[21], il primo presidente del Bruegel[22], un comitato di analisi delle politiche economiche (think-tank), nato a Bruxelles nel 2005. Nel 2010 è inoltre divenuto presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller[23] e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg[24]. Da questi incarichi si è dimesso il 24 novembre 2011, a seguito della nomina a presidente del Consiglio[15]. Tra il 2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute[25][26], presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen. Tra gli organismi internazionali di cui fa parte, Monti è membro del comitato esecutivo dellAspen Institute Italia, un’organizzazione internazionale non profit, fondata nel 1950[27]. È stato inoltre advisor della Coca Cola Company[26], membro del Senior European Advisory Council di Moodys[28] ed è uno dei presidenti del Business and Economics Advisors Group dellAtlantic Council[29]. È editorialista de Il Corriere della Sera e autore di numerose pubblicazioni. La nomina a senatore a vita[modifica | modifica sorgente] Il 9 novembre 2011, durante la XVI Legislatura della Repubblica Italiana, è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai sensi del secondo comma dellarticolo 59 Cost., avendo illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale[30][31]. Mario Monti, al Quirinale, presenta il nuovo Consiglio dei ministri (2011). Da sinistra: Mario Monti, lex presidente del Senato Renato Schifani, Giorgio Napolitano e lex presidente della Camera Gianfranco Fini. Presidente del Consiglio dei ministri[modifica | modifica sorgente] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Governo Monti. Il 13 novembre 2011, a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi, riceve da Napolitano lincarico per la formazione di un nuovo governo, accettandolo con riserva[32]. Il 16 novembre scioglie la riserva e propone al Presidente della Repubblica la lista dei ministri per la nomina, priva di personalità politiche[33]. Oltre alla carica di presidente del Consiglio, Monti ha ricoperto anche quella di ministro delleconomia e delle finanze ad interim da novembre 2011 a luglio 2012. Il governo Monti, al Quirinale dopo il giuramento. Nel pomeriggio del 16 novembre 2011, alle ore 17 circa, in ossequio allarticolo 93 Cost., Mario Monti ha prestato giuramento con i ministri incaricati presso il Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano[34]. Ottiene la fiducia al Senato il 17 novembre 2011 con 281 sì, 25 no e nessun astenuto[35] e alla Camera il 18 novembre 2011 con 556 sì, 61 no e nessun astenuto[36]. La maggioranza ottenuta in occasione del voto di fiducia è la più alta mai registrata nella storia repubblicana. Infatti la Lega Nord è lunico partito che non vota la fiducia, tuttavia dal 16 dicembre anche lItalia dei Valori si unisce ai leghisti e negherà da allora lappoggio al governo[37]. Il successivo 4 dicembre viene emanata dal governo, mediante decreto-legge, la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo di circa 30 miliardi di euro in 3 anni. Le maggiori modifiche sono state attuate in campo fiscale. Il dl è stato approvato rispettivamente dalla Camera e dal Senato il successivo 16 e 22 dicembre. Il 16 aprile 2012 Christine Lagarde, il direttore del Fondo monetario, elogia gli sforzi del Governo Monti in materia di interventi strutturali e di risanamento dei conti pubblici, ma chiede che «la riforma del mercato del lavoro affronti lincertezza sui licenziamenti, in modo che le imprese e i datori di lavoro possano sentirsi più fiduciosi al momento di assumere»[38]. Per evitare laumento di 2 punti delle aliquote IVA previsto dal DDL salva Italia, il 9 maggio 2012 Monti nomina un commissario che affiancherà il ministro per i rapporti col Parlamento Dino Piero Giarda nella revisione della spesa pubblica per reperire 4,2 miliardi del mancato gettito IVA. Lincarico viene affidato a Enrico Bondi, commissario straordinario per il risanamento Parmalat dopo il crac del 2003. Inoltre il Governo nomina lex premier Giuliano Amato consulente per la disciplina dei partiti e leconomista e editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi consulente per gli aiuti alle imprese. Nel vertice europeo del 28 e 29 giugno 2012 la forte determinazione, tra gli altri, di Monti porta alladozione del cosiddetto scudo anti-spread (misura che prevede lintervento dellEuropean Financial Stability Facility per moderare le oscillazioni dello spread tra i titoli del debito pubblico degli stati membri)[39]. L11 luglio 2012 Monti lascia lincarico di ministro delleconomia e delle finanze, che viene assunto da Vittorio Grilli[40], che sino a quel momento aveva ricoperto la carica di viceministro del medesimo dicastero. Il 31 ottobre 2012 viene approvata la riforma generale delle province, che ne riduce il numero e muta lorganizzazione interna riducendo nel contempo le competenze, e istituisce le dieci Città metropolitane. L8 dicembre 2012 annuncia le sue dimissioni dopo aver incontrato il presidente della Repubblica al Quirinale[41][42], dimissioni rassegnate il 21 dicembre successivo, al termine delliter di approvazione della legge di stabilità[43]. Tra le riforme approvate dal governo Monti, va ricordata la riforma del sistema pensionistico che accelera il passaggio a un sistema contributivo pro-rata per tutti i lavoratori, innalzando i requisiti necessari al pensionamento[44]. La riforma porta la firma del ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero ed è stata oggetto di critiche da più parti[45], in particolar modo per la vicenda dei cosiddetti esodati, cioè di coloro che avevano usufruito di forme di prepensionamento in aziende in crisi, ma poi ritrovatisi privi di copertura pensionistica a seguito dellinnalzamento dei requisiti daccesso. Il 16 maggio 2012 è stata approvata dal Consiglio dei ministri il riordino della Protezione civile. Il 31 ottobre 2012 viene approvato un decreto legge volto a riordinare lassetto territoriale dello Stato, in particolar modo coinvolgendo le province, che vengono ridotte da 86 a 51 e mutate in ente di secondo livello[46] e le Città metropolitane, che vengono finalmente istituite, a più di dieci anni dalla loro introduzione in Costituzione[47] il decreto, tuttavia, non è stato convertito in legge a seguito dello scioglimento anticipato delle camere[48]. Il 26 marzo 2013 assume ad interim lincarico di ministro degli affari esteri dopo le dimissioni del ministro Giulio Terzi per gli sviluppi della Crisi diplomatica fra India e Italia del 2012-2013. Il 28 aprile 2013, dopo la formazione, la presentazione e il giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta, termina ufficialmente il Governo Monti con la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne a Palazzo Chigi. Elezioni 2013[modifica | modifica sorgente] Il simbolo della coalizione Con Monti per lItalia. Il 28 dicembre 2012, dopo aver inizialmente ribadito di non volersi candidare[49], ha presentato la sua candidatura in vista delle elezioni politiche alla guida della coalizione centrista Con Monti per lItalia, che comprende UdC, FLI e la lista civica Scelta Civica. L8 gennaio 2013, durante unintervista a TgCom24, ha annunciato che nella sua lista saranno candidati la pluricampionessa olimpica Valentina Vezzali, il presidente di Brembo S.p.A. Alberto Bombassei, il direttore del quotidiano Il Tempo Mario Sechi e la presidente del FAI Ilaria Borletti Buitoni[50]. Alle Elezioni politiche italiane del 2013 alla Camera dei deputati la sua lista Scelta Civica ha ottenuto l8,3% dei voti (mentre la coalizione il 10,5%), al Senato della Repubblica la lista Scelta Civica il 9,1%. Il 17 ottobre 2013 Mario Monti, in dissidio con diversi esponenti di Scelta Civica al Senato, si dimette dal ruolo di Presidente del partito.[51] Idee e iniziative politiche[modifica | modifica sorgente] Mario Monti al Festival delleconomia di Trento nel 2013 In economia Monti sostiene il mercato, le liberalizzazioni e il rigore dei conti pubblici[52]. Si è espresso a favore delle riforme portate avanti, nei rispettivi campi, dal Ministro dellIstruzione Mariastella Gelmini (PDL) e dallamministratore delegato di FIAT Sergio Marchionne[53]. Di Silvio Berlusconi ha criticato il magnetismo comunicativo con cui è riuscito ad alimentare, in moltissimi italiani, un sogno sul presente[53]. Il 15 settembre 2010 Monti ha dato il suo appoggio alliniziativa del gruppo Spinelli, fondato per rinvigorire la spinta federalista nellUnione Europea. Assieme a lui, hanno dichiarato il proprio sostegno Jacques Delors, Daniel Cohn-Bendit, Guy Verhofstadt, Andrew Duff, Elmar Brok. Intervistato da The Independent, il 15 ottobre 2012 Monti ha dichiarato[54] di provare stima nei confronti di Margaret Thatcher. Vita privata[modifica | modifica sorgente] È sposato dal 1970 con Elsa Antonioli[55] (nata il 22 ottobre 1944), volontaria della Croce Rossa Italiana[56], da cui ha avuto due figli, Federica e Giovanni[57] e quattro nipoti nati a partire dal 2003[57][58]. In occasione della sua nomina a presidente del Consiglio, Mario Monti ha reso pubblica la propria dichiarazione dei redditi[59][60]. Ha dichiarato per il 2010 un reddito di 1 milione 515 mila e 744 euro e un patrimonio depositato in conti correnti, depositi, titoli e gestioni patrimoniali per un totale di 11 milioni 522 mila euro[61]. Opere[modifica | modifica sorgente] Problemi di economia monetaria, a cura di, Milano, Etas Kompass, 1969. Gli obiettivi delle banche, i tassi di interesse e la politica monetaria, Milano, Tamburini, 1970. Analisi degli effetti monetari e finanziari delle politiche di bilancio regionale e locali. Un rapporto metodologico, Milano, Tamburini, 1974. Per unanalisi mensile della politica monetaria e finanziaria italiana, Milano, O. Capriolo, 1974. Ricerca sul sistema creditizio, I, Quadro generale, con Tommaso Padoa-Schioppa, Roma, Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari Luigi Einaudi, 1976. Che cosa si produce come e per chi. Manuale italiano di microeconomia, con Onorato Castellino, Mario Deaglio, Elsa Fornero, Sergio Ricossa, Giorgio Rota, Torino, Giappichelli, 1978. Il sistema creditizio e finanziario italiano. Relazione della Commissione di studio istituita dal Ministro del tesoro, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1982. LItalia e la Repubblica federale di Germania in cammino verso lunione economica e monetaria europea, con Franco Bruni, Milano, Centro di economia monetaria e finanziaria, Università commerciale Luigi Bocconi, 1989. Autonomia della Banca centrale, inflazione e disavanzo pubblico: osservazioni sulla teoria e sul caso italiano, con Franco Bruni, in Mario Arcelli (a cura di), Il ruolo della banca centrale nella politica economica, Bologna, Il Mulino, 1992. ISBN 88-15-03754-3. Il governo delleconomia e della moneta. Contributi per unItalia europea, 1970-1992, Milano, Longanesi, 1992. ISBN 88-304-1099-3. Il mercato unico e lEuropa di domani. Rapporto della Commissione europea, presentato da, Milano, Il Sole-24 Ore libri, 1997. ISBN 88-7187-815-9. Intervista sullItalia in Europa, Roma-Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5090-3. La Democrazia in Europa: guardare lontano, con Sylvie Goulard, Rizzoli, novembre 2012. ISBN 978-88-17-06427-9. Introduzione, prefazioni, presentazioni[modifica | modifica sorgente] Introduzione a Luigi Einaudi, Il mestiere della moneta, Torino, UTET libreria-Ed. di banche e banchieri, 1990. ISBN 88-7750-045-X. Prefazione con Paolo Mieli a Spadolini a Milano. Il Corriere della Sera e la Bocconi. Articoli e discorsi, 1968-1994, Milano, Rizzoli, 1995. ISBN 88-17-84435-7. Postfazione a Enrique Barón Crespo, LEuropa allalba del terzo millennio, Venezia, Marsilio, 1997. ISBN 88-317-6623-6. Prefazione a Vincenzo Visco, Il fisco giusto. Una riforma per lItalia europea, Milano, Il Sole-24 Ore, 2000. ISBN 88-8363-058-0. Prefazione a Alberto Alesina, Senso non comune. Leconomia oltre i pregiudizi, Milano, EGEA, 2002. ISBN 88-8350-019-9. Prefazione a Marzio Achille Romani (a cura di), Luigi Einaudi-Luigi Albertini. Lettere (1908-1925), Milano. Fondazione Corriere della Sera, 2007. Presentazione con Franco Bassanini di Commission pour la libération de la croissance française présidée par Jacques Attali, Liberare la crescita. 300 decisioni per cambiare la Francia, Milano, Università Bocconi-Rizzoli, 2008. ISBN 978-88-8350-132-6. Prefazione a Kishore Mahbubani, Nuovo emisfero asiatico. Lirresistibile ascesa dellEst, Milano, EGEA-Università Bocconi, 2011. ISBN 978-88-8350-156-2. Onorificenze[modifica | modifica sorgente] Cavaliere di Gran Croce dellOrdine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dellOrdine al Merito della Repubblica Italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — 29 novembre 2004[62] Commendatore dellOrdine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dellOrdine al Merito della Repubblica Italiana — 27 dicembre 1992[63] Note[modifica | modifica sorgente]
Posted on: Tue, 03 Dec 2013 18:32:49 +0000

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