Oggi mi viene in mente uno scandalo tutto italiano e non solo che - TopicsExpress



          

Oggi mi viene in mente uno scandalo tutto italiano e non solo che coinvolse tantissimi stati Mondiali Gli f35 oggi potrebbero rispecchiare lo scandalo Lockheed,che come allora e oggi riproposto in maniera quasi uguale ma di cosa parlo,??se persino Re Giorgio ha messo bocca in una cosa che a lui non compete il sospetto diventa indizio che ne dite?? seguitemi e capirete.............. F35, truffa di Stato?Secondo alcuni autorevoli studi – fra i quali un rapporto del Pentagono - l’F35, il caccia supertecnologico da combattimento divenuto il simbolo della battaglia pacifista, è un concentrato di difetti: non è in grado di atterrare quando il clima è caldo umido, se c’è freddo il sistema di carica delle batterie va in tilt, le ali rischiano di essere incenerite dai fulmini, il casco del pilota è difettoso, si aprono crepe nelle turbine, l’elettronica fa cilecca, manca la visibilità posteriore e pare che velivoli di 30 anni possano abbatterlo senza problemi. Un po’ troppo per un caccia di quinta generazione, l’unico concepito dopo la fine della Guerra Fredda. Nel 2009 il governo aveva deciso l’acquisto di 131 F-35 con un costo che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro. L’anno scorso sono stati ridotti a 90: 60 nella versione A e 30 nella versione B a decollo verticale (15 per l’Aeronautica e 15 per la Marina). Dopo mesi di polemiche, la grana è scoppiata sul serio e rischia di trasformarsi in un vero incubo per il governo Letta. Il ministro agli Affari regionali Graziano Delrio e quello della Difesa, Mario Mauro, sono stati protagonisti di uno scontro molto duro. Delrio a Repubblica ha dichiarato: “Dobbiamo fare di tutto per recuperare risorse per l’emergenza vera che non è quella della difesa, ma del lavoro per i giovani. Non ha senso spendere risorse nel comparto militare. Secondo me bisogna fare un’ulteriore istruttoria – ha aggiunto – si può rimodulare questa spesa, ma ci sono diverse implicazioni di lavoro, industria, accordi internazionali. Ma credo che una revisione andrebbe fatta”. A stretto giro è arrivata la replica di Mauro: ”Non ho partecipato a nessun Cdm in cui il governo abbia cambiato idea sugli F35. Pd e Pdl, quando erano separati hanno votato per gli F35. Mi sembrerebbe strano che adesso che sono uniti non li votino più. In passato votò a favore anche Rifondazione comunista. Se il Parlamento vuole possiamo rinviare l’acquisto. Ma dobbiamo continuare a pagare gli aerei visto che alcuni li abbiamo comprati”. E ha aggiunto: “Evidentemente c’è stata una crisi di governo e io non me ne sono accorto”. Chi ha ragione? Tutti e due, si potrebbe rispondere. Perché la posizione di Delrio sembra dettata dal buon senso ed è ampiamente condivisa dall’opinione pubblica. Ma ci sono alcune tappe della vicenda degli F35 che Delrio dovrebbe ricordare, insieme a tanti altri che oggi sembrano soffrire di amnesia. Ad esempio fatto che gli F35 sono stati voluti non solo da Berlusconi, ma anche da Prodi, D’Alema, Di Pietro, Diliberto, Ferrero. Il programma sull’ acquisto degli F-35 (Jsf, Joint Strike Fighter) nasce infatti nel 1996 e sottoscritto dal primo governo Prodi. Antonio Di Pietro era ministro dei Lavori Pubblici. Nel 1998 il governo D’Alema confermò la partecipazione italiana al piano militare, con voto parlamentare. Diliberto era ministro della Giustizia. Nel 2002 l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, attuale ministro della Difesa,in veste di direttore nazionale degli armamenti siglò il primo memorandum d’intesa con gli americani. La firma sull’accordo definitivo la mise nel 2007 Giovanni Lorenzo Forcieri (Pd), sottosegretario alla Difesa (il ministro era Arturo Parisi). Nel 2007 il presidente del Consiglio era Romano Prodi, Di Pietro ministro delle Infrastrutture e Paolo Ferrero, ministro della solidarietà sociale. E ha ragione il ministro Mauro quando dice che l’Italia rischia di pagare lo stesso gli aerei anche in caso di ritiro dal programma. Nel 2006 viene infatti firmato una sorta di accordo preliminare, il Memorandum of Understanding che in caso di rinuncia di un partner non prevede penali ma stabilisce che il Paese uscente si carichi dei costi aggiuntivi provocati dalla propria uscita di scena. La situazione dunque è un po’ più complessa di quello che appare. La storia si ripete La vicenda ricorda quella dell’Hercules C-130 e lo scandalo Lockheed negli anni ’70. Anche in quell’occasione si disse che L’Hercules C-130 era necessario, nonostante alcuni ufficiali avessero giudicato quel quadrimotore da trasporto tattico un velivolo “troppo costoso” e “inadatto alla difesa del territorio nazionale”. Poi il colosso americano (oggi Lockheed Martin), lo stesso che ha in mano il progetto degli F35 , ammise di aver pagato tangenti a politici e militari per vendere i propri aerei. In Olanda fu coinvolta la stessa monarchia, mentre in Germania, Giappone e Italia i corrotti dalla Lockheed furono le strutture preposte alle valutazioni tecnico-militari dei Ministeri della Difesa, i Ministri della Difesa, e in Italia e Giappone anche i Primi Ministri. Nello scandalo furono coinvolti tra gli altri il generale Duilio Fanali, il presidente di Finmeccanica Camillo Crociani (eviterà l’arresto fuggendo in Messico), gli ex ministri Luigi Gui e Mario Tassani, i due ex presidenti del Consiglio Mariano Rumor e Giovanni Leone. Leone si dimetterà nel 1978 da Presidente della Repubblica. La Lockheed inizialmente nega tutto, ma poi ammette in agosto 1975 di avere pagato, a partire dal 1970, circa 22 milioni di dollari a politici, funzionari, e partiti esteri se due indizi fanno una prova allora siamo di nuovo ad uno scandalo senza precedenti
Posted on: Sat, 10 Aug 2013 16:23:10 +0000

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